A qualcuno piace caldo | |
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Locandina del film | |
Titolo originale | Some Like It Hot |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1959 |
Durata | 120 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | commedia, sentimentale, musicale |
Regia | Billy Wilder |
Soggetto | Michael Logan, Robert Thoeren |
Sceneggiatura | I. A. L. Diamond, Billy Wilder |
Produttore | Billy Wilder |
Casa di produzione | Ashton Productions, Mirisch Company |
Distribuzione in italiano | Dear Film; 20th Century Studios; United Artists |
Fotografia | Charles Lang |
Montaggio | Arthur P. Schmidt |
Musiche | Adolph Deutsch, A.H. Gibbs, Matty Malneck, Gerardo Matos Rodríguez, Herbert Stothart |
Scenografia | Ted Haworth |
Costumi | Orry Kelly |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot) è un film del 1959 diretto da Billy Wilder.
Considerato uno dei capolavori della storia del cinema statunitense[2][3], il film, una divertente e sofisticata commedia della dualità[4], vinse un Oscar e tre Golden Globe, tra cui il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale a Marilyn Monroe e miglior attore in un film commedia o musicale a Jack Lemmon, che per la sua interpretazione ricevette anche un premio BAFTA. Nel 1989 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America[5].
Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al quattordicesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi[6], mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al ventiduesimo posto[7]. Nel 2000 l'ha inserito al primo posto della classifica delle migliori cento commedie statunitensi[8]. Nel 2005 la battuta «Well, nobody's perfect» (Beh, nessuno è perfetto) è stata inserita al quarantottesimo posto della classifica delle migliori cento battute del cinema statunitense[9].
Chicago 1929, epoca del proibizionismo. Il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry, due squattrinati musicisti di jazz, vivono con scritture improvvisate. Rimasti senza lavoro dopo un'irruzione della polizia in un locale clandestino, uno dei tanti speakeasy, sono testimoni involontari della strage di San Valentino.
Scampati miracolosamente, ben consapevoli di essere braccati dalla gang di "Ghette" Colombo, esecutrice della strage, tentano di far sparire le proprie tracce travestendosi da donne e facendosi chiamare Josephine e Daphne, aggregandosi a una orchestra jazz femminile in trasferta in Florida, alla quale mancavano un sassofono e un contrabbasso, proprio gli strumenti che suonano i due fuggitivi. Sul treno e durante il viaggio conoscono e solidarizzano con Zucchero, bella cantante e suonatrice di ukulele col vizio dell'alcool, reduce da delusioni sentimentali e a caccia di un miliardario da sposare. Giunti nell'albergo di Miami, per far breccia nel cuore della collega Joe si cala nei panni di Junior, annoiato miliardario figlio di un magnate del petrolio, sfruttando lo yacht del vero miliardario Osgood Fielding II, che a sua volta s'innamora a prima vista di Daphne. Mentre Joe passa la sera con Zucchero, Jerry, alias Daphne, trattiene a terra Osgood e questi dopo una serata di tango con "lei" ne chiede la mano.
Nello stesso albergo si tiene un congresso de "Gli amici dell'opera italiana", in realtà una riunione di gangster, tra cui il gruppo di "Ghette", in cui s'imbattono i due musicisti. Durante un'ennesima fuga rocambolesca sul motoscafo di Osgood, Zucchero cade fra le braccia di Joe, nonostante lui le riveli di essere un bugiardo squattrinato, mentre Jerry rivela al miliardario di essere un maschio, sentendosi rispondere: "beh... nessuno è perfetto!".
A qualcuno piace caldo fu girato interamente in bianco e nero. Billy Wilder rinunciò all'idea di girarlo a colori, anche se l'avrebbe preferito, perché all'epoca la tecnica non era ancora stata messa a punto come lui desiderava. Il fatto che avesse rinunciato perché il pesante trucco utilizzato da Lemmon e Curtis per assumere sembianze femminili avrebbe dato ai loro volti sullo schermo una tonalità verdastra fu una risposta sbrigativa che Wilder diede a Marilyn, che sosteneva che la sua fotografia sarebbe venuta meglio a colori.
Il copione fu scritto da Wilder in collaborazione con I. A. L. Diamond, adattando la storia originale di Robert Thoeren e Michael Logan. Poiché una precedente versione del soggetto, che non conteneva la storia di gangster, era stata scritta da Logan per un film tedesco (Fanfaren der Liebe di Kurt Hoffmann, 1951), A qualcuno piace caldo viene alcune volte considerato un remake. Inizialmente era intitolato Not Tonight, Josephine (Non stanotte, Josephine). Il titolo derivò da una suggestione che ebbe Wilder ispirandosi al titolo di un film con Bob Hope del 1939. Successivamente per giustificare questa scelta inserì nella sceneggiatura il dialogo tra Tony Curtis e Marilyn Monroe sulla spiaggia. Un'ulteriore ipotesi è che il titolo del film derivi dalla corrente musicale Hot Jazz (Jazz Caldo) e che quindi l'aggettivo Hot si riferisca al genere musicale allora in voga.
Il film riprese un fatto di cronaca realmente avvenuto (la strage di San Valentino) e lo rielaborò secondo i canoni della farsa americana, con equivoci, travestimenti e gag memorabili. Diversi sono i riferimenti ad altre opere e a eventi reali: tra i gangster in particolare, il soprannome "Piccolo Bonaparte" rimanda al Piccolo Cesare di Mervyn LeRoy (1930) e altre situazioni ricordano episodi di Scarface - Lo sfregiato di Howard Hawks (1932) e di Nemico pubblico di William A. Wellman (1931). Lo stesso Piccolo Bonaparte trae spunto, nell'aspetto e nei modi, dalla figura di Benito Mussolini.[senza fonte] Le scene sulla spiaggia ricordano quelle della serie sulle Bellezze al bagno di Mack Sennett.
Il film uscì il 29 marzo 1959 negli Stati Uniti d'America e il 16 settembre dello stesso anno in Italia[11] ed ebbe grande successo, nonostante la condanna della Catholic Legion of Decency e malgrado la mancata approvazione della MPAA a causa dei temi scottanti trattati relativamente agli usi e costumi dell'epoca. Girato con un budget di 2,8 milioni di dollari, ne ha incassati solo negli Stati Uniti d'America ben 25, oltre che a 8 per i noleggi[12]. In Italia fu il secondo film per incassi della stagione cinematografica 1959/60 dopo La dolce vita di Federico Fellini ma prima de La grande guerra di Mario Monicelli[13].
Nella prima edizione italiana vennero censurate alcune battute del dialogo che si scambiano Curtis e la Monroe durante la scena notturna di seduzione sullo yacht ormeggiato al largo dell'hotel. Tali battute sono state recuperate e doppiate ex novo nella versione proposta nei recenti passaggi televisivi del film.
La figura di Josephine, alias Joe, sembra aver ispirato il personaggio en travesti interpretato dalla figura virile di Patrick Swayze, nel film A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar (1996). Nel 2004 il soggetto è stato ripreso dal film Connie e Carla del regista Michael Lembeck: in questa pellicola sono protagoniste due ragazze che, per sfuggire ai gangster, si camuffano da uomini e vanno a lavorare in un locale per uomini travestiti.
Il film viene citato, utilizzando filmati di repertorio, in Le dee dell'amore (The Love Goddesses) documentario di Saul J. Turell del 1965[14]. La pellicola ha inoltre avuto nel 2014 un rifacimento russo, dal titolo V sporte tolko devushki.
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