Abdon Alinovi

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaVII, VIII, IX, X
Gruppo
parlamentare
PCI, Comunista-PDS (da febbraio 1991 ad aprile 1992)
CircoscrizioneCampania
CollegioNapoli
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista Italiano
Professionefunzionario di partito

Abdon Alinovi (Eboli, 6 maggio 1923Napoli, 15 febbraio 2018[1]) è stato un politico italiano.

Biografia

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Alinovi in divisa da convittore a Spoleto

La sua famiglia è di origini parmensi: il nonno Luigi Sante, garibaldino, si era fermato a Napoli dopo l'impresa dei Mille.

Quarto di cinque figlii, il padre Nino dirige la Cancelleria della Pretura; la madre Assunta Califano insegna nelle scuole primarie. Alla morte prematura del padre, nel 1934 viene accolto all'Istituto Nazionale Orfani Impiegati Civili dello Stato (INOIS) di Spoleto dove frequenta il Liceo ginnasio Pontano Sansi, dove rimarrà fino al 1941[2].

Conseguita la maturità col massimo dei voti nel 1941, torna ad Eboli e si iscrive a Napoli alla Facoltà di Giurisprudenza; presto però, pienamente dedicato alla vita politica, dismette il traguardo della laurea.

È stato sposato dal 1951 con Giulia De Cesare. Ha tre figli: Sergio, Gabriella e Valeria.

In occasione del 90º compleanno, 6 maggio 2013, il Comune di Eboli gli conferisce la cittadinanza onoraria.

Attività politica

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Prende coscienza del suo antifascismo nel 1939, vedendo partire per l'Africa il fratello Almo, ufficiale di leva a vent'anni.[3]

Grazie all'amico e maestro Giovambattista Perrotta, conosce il confinato politico Mario Garuglieri, calzolaio fiorentino, compagno di cella di Antonio Gramsci a Turi, figura storica del movimento socialista e comunista, che già dal 1938 ha dato vita in Eboli all'organizzazione clandestina del PCI nel solco gramsciano.[4]

Vincitore di concorso per Cancelliere, raggiunge nel settembre 1943 la Pretura di Tricarico: lì nasce il sodalizio col poeta socialista Rocco Scotellaro e con Carlo Grobert del Partito d'Azione[5]; insieme danno vita al "Movimento della sinistra democratica".

Dopo l'8 settembre, Alinovi è tra gli antifascisti che entrano in contatto con gli Alleati[6] e tra i promotori del Comitato di Liberazione Nazionale di Salerno.

Alinovi affianca Pietro Amendola nel CLN: gli viene affidata l'attività di sostegno all'Autorità per la raccolta di cereali nella Piana del Sele e l'emergenza alloggi; collabora col Ministro dell'Assistenza post-bellica Emilio Sereni e col Ministro dei Lavori Pubblici con Alcide De Gasperi. Presenzia al discorso di Palmiro Togliatti che dà vita alla “svolta di Salerno”.

Chiamato a Salerno da Mario Garuglieri, responsabile provinciale PCI, nella Salerno capitale apre con Mario Palermo la campagna per la convocazione della Costituente e del referendum; e dirige il settimanale “Unità proletaria”, chiamato poi “Voce salernitana”.

È fondatore con Giordano Dall'Ara e Francesco Cacciatore della Camera del Lavoro salernitana. Nella relazione per la “Costituente regionale per la riforma agraria”, avvenuta ad Eboli nel 1947, affronta i temi delle trasformazioni strutturali e colturali nella pianura e della modifica dei patti agrari, avvalendosi della guida di Leopoldo Cassese, storico e archivista.

Nel giugno 1948, Alinovi si trasferisce a Napoli, eletto nel Comitato Direttivo della Federazione provinciale del PCI e nella Segreteria.

Segretario della Federazione PCI napoletana dal 1955 al 1962, nel 1963 entra nel Comitato Centrale. Dal 1956 al 1962 è Consigliere comunale nel Comune di Ercolano (allora chiamato Resina), e dal 1956 al 1964 è Consigliere comunale del Comune di Napoli.

Dopo il X Congresso, è nella Direzione nazionale PCI come responsabile della Commissione Enti Locali e Autonomie.

Componente dell'Esecutivo nazionale ANCI, partecipa alle esperienze amministrative del centro-nord, in particolare Emilia, Toscana, Umbria; stabilisce proficua collaborazione col democristiano Tommaso Morlino, molto legato ad Aldo Moro[7], e con il socialista Matteo Matteotti. La Commissione Enti Locali dà vita al "Movimento per l'attuazione dell'istituto regionale", il cui primo Congresso regionalista si terrà al Teatro San Carlo di Napoli.

Al XII Congresso del PCI, nel 1969, è candidato ed eletto Segretario regionale PCI della Campania. Il partito è in crisi di crescita, e Alinovi, al fine di unire più generazioni di dirigenti e militanti, apre ai movimenti studenteschi del '68.

Nelle elezioni politiche del 1976, Alinovi è eletto deputato al Parlamento nella Circoscrizione di Napoli-Caserta, con Giorgio Amendola e Giorgio Napolitano, e di Benevento-Avellino-Salerno; optando per Napoli. Sarà confermato nel 1979, 1983, 1987. Nella IX legislatura, è Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Il 3 Dicembre 1983, avviene un tentativo di attentato nei suoi confronti. I mandanti e gli esecutori sono tutt'oggi ignori

È presidente regionale del PDS dalla fondazione, nel 1991, e dei DS, fino allo scioglimento.

L'attività parlamentare (1976 - 1992)

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Opere

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Note

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  1. ^ È morto Abdon Alinovi fu leader del Pci a Napoli, su napoli.repubblica.it.
  2. ^ Bruno Rossi, Convitti a Spoleto nell'Ottocento e nel Novecento, Spoleto, Pro Loco A. Busetti, 1988, pp. 80 e 86.
  3. ^ Eleonora Bertolotto, Memorie di un comunista 'Una vita tutta a sinistra', in La Repubblica, 25 aprile 2005. URL consultato il 7 dicembre 2021.
    «"In quel momento diventai antifascista, antimonarchico, antitutto."»
  4. ^ Abdon Alinovi, Radici gramsciane del comunismo in Campania, in Alle radici del nostro presente. Napoli e la Campania dal Fascismo alla Repubblica (1943-1946), Napoli, Alfredo Guida Editore, 1986.
  5. ^ Antonio Alosco, Il Partito d’Azione nel regno del Sud, Prefazione Francesco De Martino, Napoli, Alfredo Guida Editore, 2002, ISBN 88-7188-533-3.
  6. ^ Settembre ’43: «Fate presto, che a Napoli si muore» (PDF), in L'Unità, 17 settembre 2003, p. 28. URL consultato il 7 dicembre 2021.
  7. ^ Il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro segnano profondamente Alinovi, che lo aveva a Napoli nel '62, relatore al Congresso DC.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN38587678 · ISNI (EN0000 0000 3566 0560 · SBN CFIV009889 · LCCN (ENn93063308 · GND (DE1090891938 · J9U (ENHE987007446639505171