Agostino Ricchi (Lucca, 31 maggio 1512Lucca, 6 marzo 1564) è stato un commediografo e medico italiano.

Biografia

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Agostino Ricchi (in latino, Augustinus Riccus) era figlio di Leonardo, medico, e di Margherita, figlia dell'umanista Giovanni Carminati. Aveva 18 anni e studiava medicina all'Università di Bologna, quando fu rappresentata la sua commedia allegorica, scritta in endecasillabi piani e intitolata I tre tiranni. La prima rappresentazione avvenne a Bologna, alla presenza dell'imperatore e del papa Clemente VII, il 4 marzo 1530 - durante le feste per l'incoronazione dell'imperatore Carlo V, avvenuta sette giorni prima. Questa commedia, in cinque atti - il cui intreccio, di tipo boccaccesco, non segue le tre unità classiche, ma deriva dalla novella medievale - è caratterizzata da un alternarsi di linguaggi aulici e plebei e da una serie di situazioni realistiche, quasi ardite. In ringraziamento di questo omaggio teatrale, l'imperatore elesse Agostino Ricchi cavaliere e suo famigliare.

Due redazioni della commedia

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La commedia fu stampata per la prima volta nel 1533, a Venezia, con introduzione di Alessandro Vellutello e con dedica dell'autore al cardinale Ippolito de' Medici. Il testo della commedia è anche compreso in un manoscritto illustrato (Biblioteca statale di Lucca, ms. 1375). Nel testo a stampa, il V atto - un mélange linguistico fino allora sconosciuto nella letteratura italiana - c'è un panegirico a Carlo V, scritto in spagnolo, e ci sono lodi a Clemente VII e ai cardinali nipoti Ippolito e Alessandro de' Medici. Nella versione manoscritta invece, in lingua greca e redatto dal letterato ed editore greco Nicola Sofianòs,[1] il panegirico è in versi neoellenici ed è indirizzato a Francesco I di Francia, a Solimano il Magnifico, al suo ministro Ibrahim e a Luigi Gritti, governatore, capitan generale e gran tesoriere del Regno d'Ungheria[2].[3]

Medico e curatore di scritti di Galeno

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Agostino Ricchi nel 1534 si trasferì a Padova, per proseguire gli studi, quindi a Venezia, dove divenne segretario di Pietro Aretino.[4] Studiò il Corpus del medico Galeno e tra il 1541 e il 1545, per i tipi di Giovanni Farri, pubblicò la Galeni operum omnium, in dieci volumi. Nel 1543, a Lucca, sposò Beatrice di Giovanni Dati, da cui ebbe cinque figli: Giulio, Balduino, Ersilia, Alderico e Clerice. Nel 1550 divenne archiatra pontificio del papa Giulio III e mantenne questo incarico presso i suoi successori, fino a papa Pio IV. Scrisse una Hystoria aegrotationis indirizzata ad Alfonso Carafa, la cui introduzione è conservata alla Biblioteca apostolica vaticana, nel codice Barb. latino 2567, cc. 26r-28v.

Opere a stampa

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I tre tiranni

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Curatele

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Note

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  1. ^ Mario Vitti.
  2. ^ Alvise Gritti, noto anche come Luigi o Lodovico.
  3. ^ Il complicato quadro politico dell'epoca vedeva Carlo V impegnato sia contro il re di Francia Francesco I, sia contro il sultano Solimano il Magnifico. Dopo la morte del diplomatico e mercante Luigi Gritti (giustiziato il 28 settembre 1534) e quella, di poco successiva, di Ibrahim (caduto in disgrazia e fatto giustiziare a marzo 1536 dal sultano), la commedia col panegirico in lingua greca divenne non rappresentabile. Si suppone che la redazione manoscritta fosse contemporanea a quella a stampa.
  4. ^ Pietro Aretino, Lettere, a cura di Francesco Flora, Milano 1960, passim.
  5. ^ Tra le precedenti edizioni moderne della commedia I tre tiranni, l'edizione anastatica (Forni, 1981) e l'edizione curata da Anna maria Gallo (Il polifilo, 1998). Fu pubblicata anche in Commedie del Cinquecento, vol. I, a cura di Ireneo Sanesi (Laterza, 1912).

Bibliografia

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