Anthony Collins

Anthony Collins (Heston, 21 giugno 1676Londra, 13 dicembre 1729) è stato un filosofo inglese.

Ha segnato il pensiero europeo per le sue considerazioni radicali contro fanatismi e conformismi, ed è stato vivace promotore del deismo. È anche conosciuto come bibliofilo, avendo raccolto una delle biblioteche private più fornite del suo tempo, contenente oltre 10 000 volumi[1].

Biografia

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Nato nei dintorni di Londra, verso il Middlesex, studiò all'Eton College e al King's College (Cambridge) per poi entrare nel circolo forense del Middle Temple. Fu discepolo e amico di John Locke, che ne ammirava il pensiero aperto e libero da superstizioni. Nel 1715 si trasferì nell'Essex, dove fece il giudice di pace e il "Deputy Lieutenant" della contea. Quando i suoi scritti provocarono scandali per un breve periodo si rifugiò nei Paesi Bassi, per poi tornare a Londra, dove morì a 53 anni nella sua casa di Harley Street.

Nonostante i suoi scritti da libero pensatore, pubblicati spesso in forma anonima, fossero garbati di modi e impeccabili nello stile, così come riteneva, secondo il magistero ricevuto, dovesse essere il comportamento d'un filosofo, alla sua cortesia imperturbabile si opponeva spesso polemica violenta e attacchi alla persona, tali da rendere la sua figura, anche a distanza di anni, piuttosto difficile da ricostruire. L'accusa principale fu quella di ateismo, ma egli riteneva lo stesso ateismo una forma di ignoranza, mentre sosteneva la necessità di sottomettere ogni pensiero religioso all'esame della ragione, soprattutto quando venisse usato per costruire autorità e consenso attraverso la superstizione, riducendo comodamente il pensiero all'incapacità di comprendere. Sulla linea di Thomas Hobbes e Baruch Spinoza propose d'intendere i miracoli, le profezie e altre manifestazioni soprannaturali solo come allegorie.

Essay concerning the Use of Reason

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La sua prima opera importante fu l'Essay concerning the Use of Reason in Propositions the Evidence whereof depends on Human Testimony (1707), dove rifiutò la distinzione tra cose o fatti "oltre" e cose o fatti "contrari" alla ragione, pretendendo che la rivelazione divina fosse conforme all'idea che l'uomo naturale è in grado di farsi a proposito di essa.

A Discourse of Freethinking

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Considerato il suo capolavoro e il testo centrale del suo pensiero, A Discourse of Freethinking, occasioned by the Rise and Growth of a Sect called Freethinkers (1713) promuove l'emancipazione intellettuale come forma di riscatto da ogni possibile tirannia della morale, della religione o della ragion di Stato. È stato considerato uno degli attacchi più sottili a ogni potere clericale di qualsiasi religione. Il freethinking è un diritto inalienabile e non limitabile, segno di grande fiducia nell'uomo e nelle sue opportunità di legarsi in società seguendo la propria inclinazione al pensiero e allo studio non dogmatico. Quando uscì il trattatello fece grande sensazione e generò diverse repliche, tra le quali quelle di William Whiston, del vescovo Benjamin Hoadly e di Richard Bentley, oltre che, in chiave satirica, di Jonathan Swift, che ne fece una caricatura. A discourse of free-thinking, occasion'd by the rise and growth of a sect call'd free-thinkers, London, 1713; ed. anastatica 1965; ed. recente: New York, Garland, 1978 (a cura di Richard Bentley). Tr. it. a cura di Ida Cappiello, Discorso sul libero pensiero, Liberilibri, Macerata [1990] 1997.

Inquiry Concerning Human Liberty

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In Inquiry Concerning Human Liberty (1715) Collins sostiene che gli eventi sono determinati secondo necessità, secondo l'idea che nulla di ciò che ha un inizio può essere senza causa. Anche questo piccolo libro fu attaccato, in articolare da Samuel Clarke al quale Collins rispose, molto più tardi e dopo la morte dello stesso, con Liberty and Necessity (1729).

Discourse of the Grounds and Reasons of the Christian Religion

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Discourse of the Grounds and Reasons of the Christian Religion (1724), introdotto dalla prefazione An Apology for Free Debate and Liberty of Writing è uno scritto contro l'opinione di William Whiston che sosteneva che le profezie bibliche fossero state eliminate o cambiate a proprio vantaggio, durante i secoli, dalle sette ebraiche. Il libello fa anche la critica alla canonicità del Nuovo Testamento. Anche a questo suo intervento seguirono accuse di deismo e radicalismo, soprattutto da parte del vescovo Edward Chandler al quale Collins replicò con uno Scheme of Literal Prophecy Considered (1727), dove, tra l'altro sostiene in appendice che il Libro di Daniele fosse stato composto durante il regno di Antioco I di Commagene.

Altre opere

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Collins scrisse anche Priestcraft in Perfection (1710), A Vindication of the Divine Attributes (1710) e A Letter to the Learned Mr Henry Dodwell (1717), dove sosteneva l'ipotesi che l'anima possa essere materiale e, in caso anche non lo fosse, comunque non per forza immortale.

Traduzioni italiane

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Opere

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Studi

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Note

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  1. ^ Cfr. King’s College di Cambridge, Keynes Mss 217, “Bibliotheca Collinsiana”. [1]

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Collegamenti esterni

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