Antonio Coco (Catania, 1945 – Catania, 23 marzo 2010[1][2]) è stato uno storico italiano.
Coco fu uno studioso siciliano di formazione francocentrica. Si rivolse con attenzione all'analisi, anche italiana, della storiografia delle Annales.
Ricercatore a tutto campo sugli intrecci tra élite, poteri e classe sociali in Sicilia dal medioevo a oggi, Coco fu considerato un pioniere italiano degli studi moderni di storia. In quanto grazie alla frequentazione dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli – fondato da Benedetto Croce –, per effetto della sua lunga e intensa collaborazione ai numerosi progetti di ricerca scientifica di Giuseppe Giarrizzo, storico della cultura e della vita intellettuale europea, per merito della sua amicizia con Maurice Aymard – l'allievo più prestigioso di Fernand Braudel e per decenni Presidente della "Maison des Sciences de l'Homme" di Parigi[3] –, lo avevano infatti reso una «figura di riferimento per discepoli e colleghi»[4].
Tra gli anni Ottanta del '900 e i Dieci del XXI secolo fu tra l'altro professore ordinario di Storia moderna[5] e di Storia degli Antichi Stati Italiani, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Catania.
I suoi ambiti di ricerca privilegiati furono la storia della storiografia francese dell'Ottocento[6], la politica e la cultura del Mezzogiorno moderno, le vicende e i personaggi della Sicilia dal Trecento all'Ottocento nel contesto europeo, attraverso l'esplorazione sistematica degli archivi, non solo italiani ma anche continentali (Vienna, Parigi, Simancas, Londra), punto di partenza imprescindibile di lavori e studi allora pioneristici.
Fu uno degli interpreti della "nuova" Scuola di storia della Sicilia che Coco, sulla scia delle indicazioni di Aymard e di Giarrizzo, contribuì a scrivere. Esponente di prestigio di una Scuola di storici dell'Ateneo catanese che erano impegnati in periodici seminari, svolti presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, in cui grandi storici europei discutevano delle tematiche strutturali della storia della Sicilia moderna. Un dibattito maturato poi nella Storia della Sicilia Einaudi[7], una panoramica di narrazioni – secondo il preside della Facoltà di Lettere Enrico Iachello – che inquadrano l'oggetto storiografico "Sicilia", abbandonando «le paludi del piagnisteo sicilianista» – lo stereotipo di invasioni e dominazioni "straniere" che, per secoli, umiliarono le sorti dell'Isola compresse in una inguaribile "sicilitudine" di un potere trasformista –, «così come gli aspetti di una storia locale "minore", per configurarsi come un terreno dove le grandi correnti storiografiche – che hanno caratterizzato il Novecento – sono riuscite a trovare un tema comune di impegno»[4].
Prima della dipartita, Coco stava lavorando ad un volume di atti su antiquaria, politica e società nell’Italia d’età moderna, tema del convegno conclusivo del Programma di ricerca Prin 2005[8]. Fu la sua ultima curatela (2012), trasformatasi in un omaggio postumo alla memoria dello storico e docente universitario.