Arcidiocesi di Teheran-Ispahan Archidioecesis Teheranensis-Hispahanensis Latinorum Chiesa latina | |||
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Arcivescovo | Dominique Joseph Mathieu, O.F.M.Conv. | ||
Arcivescovi emeriti | Ignazio Bedini, S.D.B.[1] | ||
Presbiteri | 2, tutti regolari 3.000 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 3 uomini, 5 donne | ||
Abitanti | 77.176.930 | ||
Battezzati | 6.000 (0,0% del totale) | ||
Stato | Iran | ||
Superficie | 1.648.195 km² | ||
Parrocchie | 6 | ||
Erezione | 12 ottobre 1629 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Consolata | ||
Indirizzo | P.O. Box 11365-445, Neauphle le Chateau Ave. 70, Tehran, Iran | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2020 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Iran | |||
L'arcidiocesi di Teheran-Ispahan (in latino: Archidioecesis Teheranensis-Hispahanensis Latinorum) è una sede della Chiesa cattolica in Iran immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2019 contava 6.000 battezzati. È retta dall'arcivescovo Dominique Joseph Mathieu, O.F.M.Conv.
L'arcidiocesi comprende tutti i fedeli di rito latino che vivono in Iran.
Sede arcivescovile è la città di Teheran, dove si trova la cattedrale della Consolata, che è nell'ambito dell'ambasciata italiana. A Isfahan invece è presente solo una piccola chiesa, non officiata.
Il territorio è suddiviso in 6 parrocchie.
La prima missione latina in Persia fu opera dei missionari domenicani e francescani, che, inviati da papa Innocenzo IV nel 1246 in missione in Mongolia, si fermarono nel nord della Persia: nel 1318 fu eretta la sede metropolitana di Soltania, con sei diocesi suffraganee. Il primo arcivescovo fu il domenicano Francesco da Perugia. L'invasione di Tamerlano pose fine nel 1380 a questo primo tentativo dei missionari latini.
Una nuova missione fu istituita quando il re spagnolo Filippo III inviò una delegazione al re persiano Abbas I, che si mostrò tollerante verso la religione cristiana. Nel 1602, al seguito del legato spagnolo, arrivarono in Persia i primi missionari. Nel 1608 papa Clemente VIII inviò nella regione i carmelitani scalzi che aprirono una chiesa a Ispahan. Nel 1628 arrivarono i cappuccini e in Georgia (allora sottomessa al regno safavide) i teatini.
In seguito a questi fausti inizi, la Santa Sede istituì la diocesi di Ispahan, eretta il 12 ottobre 1629.[2] Ispahan era la capitale dell'impero safavide. Accordi commerciali tra il re francese Luigi XIV e le autorità safavidi (1708 e 1715), che implicavano la libertà di esercizio della religione in Persia, migliorarono di molto le condizioni dei cattolici nel Paese: questo portò ad un aumento del loro numero, dovuto soprattutto all'arrivo di mercanti europei, e alla costruzione di chiese e scuole. La maggior parte dei convertiti al cristianesimo erano armeni, che durante il periodo safavide erano stati deportati in Persia. Nella seconda metà del XVII secolo giunsero nel Paese i gesuiti (1652) e i domenicani (1695).
La fine della dinastia safavide verso la metà del XVIII secolo portò ad un graduale crollo del cristianesimo in Persia. Sempre più difficile si fece il lavoro dei missionari e dei vescovi, che furono privati della cattedrale e della residenza a Ispahan, e per questo costretti a risiedere nel convento carmelitano di Nor Jowla. L'ultimo amministratore apostolico, Giovanni d'Aruthiun, un armeno di rito latino, fuggì a Baghdad con i fedeli superstiti nel 1789. I dispacci dell'epoca comunicarono a Roma che « la missione di Persia per l'oppressione di quel tirannico governo è ridotta al numero di soli sette cattolici, mentre gli altri sono tutti fuggiti o morti... ».[3] Tutte le missioni cattoliche dei gesuiti, dei domenicani e dei carmelitani andarono distrutte.
All'inizio del XIX secolo la diocesi fu affidata, in qualità di amministratori apostolici, ai vescovi della sede di Baghdad: in quest'epoca i cattolici latini nel Paese sono ridotti ad un numero esiguo, circa 200 fedeli con un solo prete.[4]
Quando fu eretta la delegazione apostolica della Persia (1874), la diocesi di Ispahan fu separata da quella di Baghdad, e per un breve periodo i delegati apostolici, che risiedevano a Urmia, assunsero anche il titolo di amministratori apostolici della diocesi.
Il 1º luglio 1910 fu elevata al rango di arcidiocesi ed affidata al lazzarista Jacques-Emile Sontag, che trasferì la sede a Urmia.[5] Il 27 luglio 1918 Sontag venne fucilato dalle truppe ottomane, che all'inizio della grande guerra avevano invaso la Persia ed ucciso migliaia di cristiani. Prima dell'arrivo dei turchi l'arcidiocesi contava 74 preti, 62 chiese, 62 scuole e 2 seminari.[6]
Dopo la morte di Sontag la sede non ebbe più vescovi residenti e fu affidata dapprima a missionari locali e poi dal 1934 ai delegati apostolici della Persia (internunzi dopo la seconda guerra mondiale).
Nel 1974 fu nominato un nuovo arcivescovo, Kevin William Barden, che trasferì la sede da Urmia a Teheran. In seguito, a causa della rivoluzione islamica, la sede arcivescovile rimase vacante per alcuni anni, e solo nel 1989 poté essere nominato un nuovo arcivescovo.
L'8 gennaio 2021 ha assunto l'odierna denominazione.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2019 contava 6.000 battezzati.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1949 | 2.000 | 15.000.000 | 0,0 | 23 | 23 | 86 | 26 | 6 | |||
1970 | 4.500 | 26.000.000 | 0,0 | 28 | 28 | 160 | 38 | 24 | 4 | ||
1980 | 4.000 | ? | 0,0 | 29 | 2 | 27 | 137 | 1 | 29 | 34 | 8 |
1990 | 2.000 | ? | 0,0 | 8 | 8 | 250 | 8 | 12 | 6 | ||
1999 | 4.000 | ? | 0,0 | 5 | 5 | 800 | 6 | 6 | |||
2000 | 14.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 2.333 | 8 | 6 | |||
2001 | 10.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 1.666 | 8 | 6 | |||
2002 | 10.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 1.666 | 6 | 6 | |||
2003 | 10.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 1.666 | 6 | 12 | 6 | ||
2004 | 10.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 1.666 | 6 | 12 | 6 | ||
2005 | 10.000 | ? | 0,0 | 5 | 5 | 2.000 | 5 | 13 | 6 | ||
2013 | 2.000 | ? | 0,0 | 6 | 6 | 333 | 6 | 7 | 6 | ||
2016 | 2.000 | ? | 0,0 | 3 | 3 | 666 | 3 | 5 | 3 | ||
2019 | 6.000 | ? | 0,0 | 2 | 2 | 3.000 | 3 | 5 | 6 |