Arcidiocesi di Vienne
Archidioecesis Viennensis Allobrogorum
Chiesa latina
Diocesi suffraganee
Die, Ginevra, Grenoble, Maurienne, Valence, Viviers
 
StatoFrancia
Parrocchie430 (1745)
 
ErezioneIII secolo
Soppressione29 novembre 1801
territorio incorporato dalla diocesi di Grenoble
CattedraleSan Maurizio
Dati dall'Annuario pontificio (ch · gc?)
Chiesa cattolica in Francia
Antica cattedra cinquecentesca degli arcivescovi di Vienne, attualmente esposta presso il Museo del Louvre a Parigi.[1]

L'arcidiocesi di Vienne (in latino: Archidioecesis Viennensis Allobrogorum) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

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Sede arcivescovile era la città di Vienne, nel Delfinato (attuale dipartimento dell'Isère), dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Maurizio.

Nel 1714 e nel 1745 l'arcidiocesi era suddivisa in 430 parrocchie.

Nel Settecento la provincia ecclesiastica di Vienne comprendeva le seguenti diocesi suffraganee: Die, Ginevra, Grenoble, Maurienne, Valence e Viviers.

Storia

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La diocesi di Vienne fu eretta secondo la tradizione nel I o nel II secolo e primo vescovo sarebbe stato san Crescente, discepolo di san Paolo, menzionato nella seconda lettera a Timoteo (4,10[2]).[3] Tuttavia il primo vescovo noto da fonti storiche sicure è Vero, che presenziò al concilio di Arles del 314; la diocesi potrebbe risalire al massimo al III secolo.

Benché fosse capitale della provincia romana della Gallia Viennense, Vienne era in origine suffraganea dell'arcidiocesi di Arles, città che per la sua importanza ed il suo ruolo politico (nel 407 divenne sede della prefettura del pretorio delle Gallie) acquisì una certa autorità non solo nella provincia ma nell'intera Gallia. Questa autorità fu tuttavia contestata dai vescovi di Vienne, che rivendicavano il titolo metropolitano in quanto antica capitale. Il 5 maggio 450 papa Leone Magno sancì la definitiva suddivisione della Gallia Viennense in due province ecclesiastiche[4], assegnando a Vienne le diocesi di Valence, Grenoble e Ginevra, mentre le altre restavano soggette alla sede metropolitana di Arles. Alle suddette tre diocesi, il papa aggiunse anche la diocesi di Tarantasia, che dal punto di vista civile faceva parte della provincia delle Alpi Graie e Pennine. Solo con papa Callisto II la provincia ecclesiastica acquisì quella fisionomia che mantenne fino alla rivoluzione francese.

Il vescovo Orso, nel 794, dovette sostenere e difendere nel concilio di Francoforte le prerogative e i diritti della propria chiesa contro le rivendicazioni e le prevaricazioni del metropolita di Arles.

L'antica cattedrale di Vienne, dedicata a san Maurizio, fu ricostruita dal vescovo Léger tra il 1030 e il 1070 e nelle forme attuali nel secolo successivo; fu consacrata da papa Innocenzo IV il 20 aprile 1251. Nella cattedrale fu incoronato papa l'arcivescovo Guy de Bourgogne, eletto il 9 febbraio 1199 con il nome di Callisto II. L'anno successivo Callisto II confermò il primato degli arcivescovi di Vienne su quelli di Auch, Bordeaux, Bourges, Embrun, Narbona e Tarantasia.

Da ottobre 1311 a maggio 1312 nella cattedrale di Vienne si svolse uno dei concili medievali della Chiesa cattolica, in cui fu decisa la soppressione dell'ordine dei Cavalieri templari.

Nel 1678 l'arcivescovo Henri de Villars pubblicò un Breviario per l'arcidiocesi, in cui ebbe cura di sopprimere tutte le antifone e i responsori che non fossero prese testualmente dalla Bibbia e rivedendo in senso critico la vita dei santi che si leggeva nel II notturno.[5]

L'arcidiocesi fu soppressa in seguito al Concordato del 1801 con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 e il suo territorio fu accorpato a quello delle diocesi di Grenoble e Valence.

Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, con la quale il papa restaurava la sede metropolitana di Vienne. Il 1º ottobre successivo fu nominato nuovo arcivescovo Etienne-Marie de Boulogne, vescovo di Troyes. Tuttavia, poiché il concordato non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi, sia l'erezione che la nomina non ebbero effetto.

Il 15 dicembre 2006 la diocesi di Grenoble ha modificato il proprio nome in diocesi di Grenoble-Vienne.

Cronotassi degli arcivescovi

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Il più antico catalogo dei vescovi di Vienne è contenuto nella Cronaca di Adone, arcivescovo di Vienne nella seconda metà del IX secolo, ritenuto affidabile, perché utilizza un catalogo preesistente e perché su 48 vescovi ivi menzionati (Adone compreso), 29 sono documentati anche da fonti indipendenti dalla Cronaca e nello stesso ordine.[6] Al tempo del vescovo Léger (XI secolo), autore di un Liber episcopalis Viennensis ecclesiae[7], esistevano due serie episcopali, una che considerava Léger il 56º vescovo di Vienne, e l'altra il 61º: i cinque vescovi interpolati sono dovuti a dei falsi privilegi, all'epoca ritenuti autentici.[8] In entrambe le liste i primi quaranta vescovi, fino a Austreberto (prima metà dell'VIII secolo), sono considerati tutti santi.[9]

Note

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  1. ^ (FR) Siège des archevêques de Vienne (Isère), su cartelfr.louvre.fr. URL consultato il 2 febbraio 2021.
  2. ^ 2Tm 4,10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Il testo della lettera a Timoteo afferma che Crescente partì per la Galazia; in alcuni codici al posto di Galazia è scritto Gallia.
  4. ^ Testo della bolla pontificia in Monumenta Germaniae Historica, Epistolae III, pp. 20-21 Archiviato il 10 maggio 2018 in Internet Archive..
  5. ^ Claude Barthe, Storia del Messale tridentino, 2ª edizione, Chieti, Solfanelli, 2021, p. 119
  6. ^ Duchesne, op. cit., pp. 148-149. Lo storico francese tuttavia ritiene che le informazioni cronologiche e storiche aggiunte da Adone nella Cronaca non sono completamente attendibili, soprattutto nella parte più antica.
  7. ^ Pubblicato da Duchesne, op. cit., pp. 178 e seguenti.
  8. ^ Autori dell'XI secolo, basandosi sui falsi privilegi della Chiesa di Vienne, non solo hanno introdotto nuovi nomi nel catalogo episcopale di Adone, ma in alcuni casi hanno modificato l'ordine primitivo; cfr. Duchesne, op. cit, pp. 164-166.
  9. ^ Duchesne, op. cit., pp. 171-172. La seguente cronotassi, fino al IX secolo, segue quella proposta da Duchesne, pp. 204-211.
  10. ^ Padre e predecessore di sant'Avito.
  11. ^ Secondo Duchesne, la data di morte certa è quella del 5 febbraio 518.
  12. ^ L'elevazione di Vero II all'arciepiscopato nel 586 è menzionata da Gregorio di Tours nella sua Historia Francorum.
  13. ^ Menzionato nella vita di san Desiderio, come uno dei suoi immediati successori.
  14. ^ Il doppio nome appare in un documento del 636; nel concilio di Chalon-sur-Saône del 650 appare il nome Landoleno; in quello di Clichy del 627 circa appaiono entrambi i nomi nelle due redazioni diverse dei suoi atti.
  15. ^ Ricevette il pallio da papa Gregorio III, che governò la Chiesa tra il 731 ed il 741.
  16. ^ A questa data era già ritirato nel monastero di San Maurizio d'Agauno.
  17. ^ Così Poupardin, op. cit., p. 346. Altra data di morte riportata dagli storici è quella del 22 gennaio 841.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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