Borgo Vanchiglia
La chiesa parrocchiale di Santa Giulia, a Borgo Vanchiglia
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Torino
Città Torino
CircoscrizioneCircoscrizione 7
QuartiereVanchiglia
Altri quartieriVanchiglietta
Codice postale10124
Superficie3,734 km²
Abitanti32 300 ab.
Densità8 650,24 ab./km²
Nome abitantivanchigliesi

Borgo Vanchiglia (Borgh Vanchija in piemontese), o semplicemente Vanchiglia, è uno dei quartieri storici di Torino, appartenente alla Circoscrizione 7, situato a nord-est del centro storico.
In passato si associava ad esso anche il più recente quartiere Vanchiglietta (Vanchijëtta), ovvero la lingua di terra che si estende più a est, intorno a corso Belgio, partendo dall'asse di corso Regina Margherita fino alla confluenza dei fiumi Po e Dora Riparia, includendo anche il Parco Pietro Colletta; in tempi più recenti, tuttavia, i due quartieri sono tornati ad avere una vita sociale più separata.

La zona Vanchiglia è delimitata:

Superficie e popolazione

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Il quartiere ha una superficie di 3,734 km² [1] ma, insieme a Vanchiglietta, arriva a 9,734 km². In base ai dati demografici del 2006, conta circa 14 200 abitanti e, insieme a Vanchiglietta, che ne conta 18 100, si arriva a un totale di32 300 abitanti, di cui circa 2 900 stranieri. I dati del 1981 riportavano ben 42 300 abitanti residenti o domiciliati nei due quartieri, ma questo calo demografico non deve trarre in inganno, poiché la trasformazione del quartiere da popolare a quartiere di prestigio ha certamente aumentato i vani non destinati all'abitazione, ed è soprattutto la vicinanza dell'università ad aver aumentato enormemente il numero delle case affittate a studenti fuori sede, che non risultano nei dati anagrafici relativi al conteggio.

Origine del nome

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Di tradizione antica, il toponimo Vanchiglia risale quantomeno al Medioevo, quando la zona era conosciuta con nomi quali Wanchillia, Val Quilia, Vinquilla o Vinchilla.[2] L'etimologia del nome, tuttavia, è incerta per gli studiosi, considerando il lungo evolvere del toponimo e il proliferare di varianti, e molteplici sono le ipotesi sul suo significato.

Secondo alcune fonti[3] si tratta di un derivato del sostantivo vench, termine piemontese che allude al "vinco", varietà di salice che cresce tipicamente lungo i corsi d'acqua e negli ambienti umidi: il suffisso -iglia, in tal senso, pare assumere valore collettivo[4] e indicherebbe una località caratterizzata da una moltitudine di vinchi. A conferma di questa ipotesi, documenti del XVII secolo riportano il nome nella forma Vinchilia (o Vinchillia), riconducibile in maniera ancor più manifesta al termine vinco - vanchiglia potrebbe nascere da una corruzione vernacolare del letterale vinchiglia. Ipotesi affini, tuttavia, associano il toponimo al termine giunco (nel senso di "valle dei giunchi o dei canneti")[2] o, ancora, a una corruzione dialettale di fanghiglia,[3] alludendo ad ogni modo alle caratteristiche morfologiche e geomorfologiche del territorio nel periodo precedente al suo insediamento.

Di altra natura, invece, è la teoria secondo cui Vanchiglia nasca dall'agglutinazione di val aquilia (variante medievale del latino vallis aculia), dal significato di "valle appuntita", in riferimento alla forma dell'area posta alla confluenza dei fiumi Po e Dora: un'ipotesi, quest'ultima, che ricalca altri toponimi extra moenia della Torino antica, per quanto anch'essi di dubbia origine (es. il rione di Valdocco nella sua presunta etimologia latina).

Da non escludere, infine, una possibile etimologia germanica alla base del toponimo, tenendo presente soprattutto la variante antica Wanchillia (riportata in un documento del 997)[5] che pare tradire un'origine non latina nell'utilizzo della w; anche qui torna utile Valdocco come termine di paragone, toponimo che secondo alcuni nasconderebbe un'origine germanica (dalla radice wald, ovvero "bosco" o, più letteralmente, "gualdo").[6][7]

Storia

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La Mole vista da corso San Maurizio

La tradizione vuole che nei pressi di Vanchiglia vi fosse il centro di Taurinia o Taurasia, l'insediamento originario dei Taurini che abitavano queste terre prima dell'arrivo dei Romani:

«A Torino i rapporti tra Liguri e Celti ebbero un centro fecondo di vita nuova. Quivi il contatto fra i due popoli doveva essere più facile, dove la Dora si getta nel Po: quivi minima è la larghezza della pianura, ché i contrafforti alpini e le alture moreniche scendono a meno di 15 chilometri dal fiume e dalle opposte colline del Monferrato; così i Liguri di Torino accolsero la civiltà gallica e si adattarono a quel tenore di vita e la nuova civiltà ligure-gallica fiorì in attesa che la civiltà di Roma a sua volta si imponesse e tutti assimilasse.»

Durante l'alto Medioevo, questa zona si trovava al di fuori delle cinta murarie della cittadella, a pochi passi dalle porte romane Decumana e Fibellona[8] (l'attuale piazza Castello); l'urbe terminava immediatamente al di là dei Giardini Reali, voluti da Emanuele Filiberto I di Savoia nel XV secolo, attraverso un bastione militare il cui nome, d'origine incerta ma intuibile, fu chiamato la contrada del cannon d'oro (la zona di via Montebello), dalla quale inizia il vero e proprio centro storico della città. Il Borgo fu quindi delimitato a sud-ovest dal corso San Maurizio, un viale fatto alberare da Vittorio Emanuele I nel 1818 in onore del santo del III secolo, protettore di Casa Savoia.
Vanchiglia si dovette quindi sviluppare maggiormente verso la confluenza del Po e della Dora tra il XVIII e il XIX secolo, costituito soprattutto da casette fatiscenti erette su terreni e viottoli paludosi, in cui l'acqua del fiume filtrava senza posa, tanto da venir denominata la contrada del moschino (zanzara), ma anche contrada dle pules (pulci), laddove sorgevano le attuali via Bava e via Napione. In misere e insalubri casette abitavano lavandai, barcaioli, artigiani e contadini. Tuttavia, i terreni paludosi risultavano anche fertili; nel 1852 il cronista Davide Bertolotti la descriveva in questi termini:

«...i prati maggiormente produttivi di Torino sono quelli che trovansi nella regione così detta di Vanchiglia: imperroché colà si scaricano le acque che trasportano l’immondizia della città, le quali mentre fecondano mirabilmente quelle terre, diffondono all’intorno effluvj nocivi all’umana salute. E nella regione di Vanchiglia appunto manifestaronsi i primi casi di colera allorché questo micidiale morbo invase la nostra città, dove però, Dio mercé, poco si diffuse e in breve spazio si spense...»

Soltanto nel 1872 il sindaco Rignon dispose l'abbattimento di tutto il fatiscente borgo, preoccupato della grave precarietà igienica (vi era da poco stato il colera). La riqualificazione del quartiere era comunque in atto già da circa dieci anni. Nel 1862-1866 sorse, infatti, la chiesa di Santa Giulia, oggi fulcro del quartiere stesso, opera neogotica di Giovanni Battista Ferrante e voluta dalla marchesa e venerabile Giulia Colbert Falletti di Barolo, ivi sepolta.

Il quartiere crebbe quindi nella sua forma odierna, estendendosi contemporaneamente alla zona Vanchiglietta. Nel 1899 l'otorinolaringoiatra Giuseppe Gradenigo vi fondò anche un piccolo ospedale, gestito dalle Figlie della carità di San Vincenzo de' Paoli, tuttora esistente.

Struttura residua di uno dei due gasometri dell'area Italgas
Ristrutturazione edificio in Vanchiglietta

Agli inizi del XX secolo, a causa della presenza di vari opifici (ad alcune vie sono stati dati i nomi di alcuni comuni biellesi, in omaggio al territorio piemontese noto per i tessuti) meccanizzati, ma anche di nuove fabbriche e di nascenti industrie, soprattutto dalla parte di Vanchiglietta, fu uno dei primi quartieri con le ciminiere, tanto da guadagnarsi il caratteristico soprannome popolare di Borgh dël fum (Borgo del fumo)[9]. Sorsero, ad esempio, la prima "Società del gaz", fondata da Luigi Grassi, inizialmente funzionante a derivati del carbone[10], quindi le primissime fabbriche Venchi, la Cigala & Bertinetti, le prime carrozzerie Farina. Altre ipotesi, meno certe, darebbero il soprannome dël fum alla foschia derivata dai due fiumi, o alla vicinanza con la storica Regia Manifattura Tabacchi, che tuttavia si trova nell'adiacente quartiere di Regio Parco.

Anni recenti

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La favorevole posizione centrale e la vicinanza alle sedi dell'Università di Torino, hanno portato, sia a Borgo Vanchiglia che a Vanchiglietta, ad una graduale trasformazione in quartieri residenziali.
Negli anni più recenti, Borgo Vanchiglia si è affermato come uno dei poli propulsivi della creatività artistica e commerciale torinese. Alle botteghe artigiane, ancora presenti, si sono affiancate diverse realtà artistico-culturali di diverso ambito, come l'architettura, il design, la scultura, la pittura, il teatro, la musica, il cinema. Da pochi anni il Borgo è diventato teatro di realtà contrastanti tra la crisi economica che ha colpito i piccoli negozi ed i nuovi locali dedicati alla vita notturna giovanile, una questione che rimane ancor oggi oggetto di discussione aperta con i residenti in merito alla movida[11].

Monumenti, luoghi d'interesse e personalità

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Servizi

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Università

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Sul lungo Dora Siena si trova il moderno Campus Universitario "Luigi Einaudi", progettato dallo studio di Norman Foster ed inaugurato nel 2012.

Natura ed aree verdi

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Nel quartiere si trova il Parco Pietro Colletta, polmone verde a ridosso della confluenza dei fiumi Po e Dora, dotato di una serie di infrastrutture sportive. Inoltre il lungo Po ed il lungo Dora sono attrezzati con piste ciclabili, collegate tra loro all'interno di ampie aree verdi.

A ridosso del Parco Colletta si trova il Parco Roberto Crescenzio, mentre su corso Belgio si trova il giardino Terenzio Magliano.

Aree verdi attrezzate con giochi si trovano anche in piazza Enrico Toti, in piazza Desiderato Chiaves e nel nuovo spazio di Via Benevento.

Sport

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All'interno del Parco Colletta e nelle immediate vicinanze si trovano diverse strutture e società sportive:

Cinema

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Galleria d'immagini

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Note

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  1. ^ http://suburbiataurinorum.blogspot.com/2013/06/vanchiglietta-tra-i-fiumi-oltre-la-citta.html
  2. ^ a b Da porto fluviale a "Borgo del fumo", in La Stampa, 15 maggio 1999. URL consultato il 28 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  3. ^ a b Pietro Abate Daga, Alle porte di Torino: studio storico-critico dello sviluppo, della vita e dei bisogni delle regioni periferiche della città, Torino, Italia industriale artistica, 1926, p. 33.
  4. ^ La desinenza -iglia, così come la più comune -aglia (es. boscaglia), assume spesso valore collettivo o peggiorativo nelle formazione dei sostantivi.
  5. ^ La cappella ducale di Torino - La Schola Puerorum, su cappelladucaletorino.it. URL consultato il 29 aprile 2015 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2015).
  6. ^ Francesco Cognasso, Storia di Torino, Giunti Editore, 2002, p. 12.
  7. ^ Lombriasco. Ma che nome è questo?, su salesianilombriasco.it. URL consultato il 29 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  8. ^ Torino Medievale - Percorso - Porta Doranea, su archeogat.it. URL consultato il 22 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  9. ^ Guida all'arte urbana: Vanchiglietta
  10. ^ Tra decoro e progresso: il gas entra in città | annalisa dameri - Academia.edu
  11. ^ Il quartiere Vanchiglia boccia la movida
  12. ^ http://www.comune.torino.it/cittagora/in-evidenza/il-giardino-di-largo-montebello-intitolato-a-leo-chiosso.html
  13. ^ Addio a Carol Rama, pittrice anticonformista amica di Sanguineti, Warhol e Man Ray - la Repubblica
  14. ^ Chi era la mitica maestrina dalla penna rossa: Eugenia Barruero
  15. ^ Centro sociale Askatasuna, già Opera pia Reynero, scheda a cura di museoTorino su www.museotorino.it/ (consultato il 26 aprile 2016)
  16. ^ USD Vanchiglia – 100 anni di calcio

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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