Camnago Volta | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Città | Como |
Circoscrizione | 4 |
Codice postale | 22100 |
Abitanti | 1 513 ab. |
Camnago Volta (Camnagh in dialetto comasco, AFI: [kamˈna:k]) è un quartiere[1] del comune di Como.
"Camnago" è un chiaro toponimo celtico: kanxmanakon o kamminakon significa "campo del sentiero"[2].
Nonostante altre teorie facciano derivare il termine "Camnago" da "canneto", il toponimo appare essere una corruzione di "campo", come avvalorato dalla presenza, negli Statuti di Como del 1335, di un tal Johanolus da Campnago.
Camnago ex comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Provincia | Como |
Circondario | Non presente |
Mandamento | Non presente |
Amministrazione | |
Data di soppressione | 1943 |
Territorio | |
Coordinate | 45°48′17″N 9°06′45″E |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22100 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | CO |
Cartografia | |
Il piccolo centro abitato di Camnago appartenne da sempre al territorio di Como, al cui interno viene attestato come inserito nella pieve di Zezio Inferiore con il nome di "Comune de Camenago"[3].
Inserito nella stessa pieve anche all'interno dello Ducato di Milano, nel 1751 Camnago comprendeva anche i "cassinaggi" di "Molino del Refreggio", "Molino del Sasso", "Molino del Mari", "Cassina Campora" e "Molino di Campora"[3]. Un censimento effettuato lo stesso anno attesta che a quel tempo il comune di Camnago non fosse infeudato, e che per la redenzione fosse tenuto al pagamento quindicennale alla città di Como (che a sua volta versava l'importo alla regia Camera del Ducato)[3].
Nell'età napoleonica il comune di Camnago venne soppresso e aggregato alla città di Como[4], recuperando l'autonomia con l'istituzione del Regno Lombardo-Veneto[5].
All'Unità d'Italia (1861) il comune di Camnago contava 422 abitanti. L'anno successivo il comune assunse la nuova denominazione di Camnago San Martino[6], sostituita dopo pochi mesi dalla denominazione definitiva di Camnago Volta[7], in onore del celebre fisico qui vissuto[8] dal 1819 al 1827[9] e ivi sepolto[8].
Il comune di Camnago Volta venne aggregato nel 1943 al comune di Como.[10]
Attestata alla fine del XVI secolo[11] come chiesa battesimale in cura ai frati dell'eremo di San Donato[12], la chiesa di Santa Cecilia fu elevata a parrocchiale dal vescovo di Como Lazzaro Carafino il 7 marzo 1654[13]. Fino a quell'anno, la chiesa era alle dipendenze della parrocchia facente capo alla chiesa di San Donnino[12]. Rielaborata nel corso nei secoli, la chiesa di Santa Cecilia ospita un cinquecentesco olio su tela raffigurante una Crocifissione, oltre a una pala d'altare - già attestata nel 1631 - raffigurante la santa titolare della chiesa in compagnia di san Carlo Borromeo.[14] All'interno della chiesa, trovano inoltre posto una serie di arredi lignei (un pulpito, un confessionale e alcuni stalli del coro) d'ispirazione barocca.[14]
L'oratorio di San Francesco in Ravanera[15] è un edificio ad aula unica con volte a vela, già attestato durante la visita pastorale del vescovo Francesco Bonesana del 23 settembre 1703 ma risalente al XVI-XVII secolo[16].
Abitanti censiti fino all'incorporazione nel comune di Como[24]
Abitanti censiti all'interno del comune di Como[25]:
Fra il 1912 e il 1955 la località era servita da una fermata posta lungo la Tranvia Como-Erba-Lecco[26].