I cani armati contro la cavalleria (da una miniatura della Biblioteca Nazionale di Parigi).
Un cane razza pastore belga della U.S. Air Force accucciato sopra un Veicolo da combattimento della fanteria "M2A3 Bradley" in Iraq nel 2007
Iwo Jima, un plotone di Marines in perlustrazione con i loro Dobermann.

Il cane da guerra è un cane domestico appositamente addestrato, spesso anche selezionato, per affiancare l'uomo nelle più svariate operazioni belliche: ricognizione, rilevamento esplosivo, attacco, intimidazione, ecc. mediante l'utilizzo di lupi Cecoslovacchi e pastori tedeschi.

L'utilizzo del cane in ambito bellico ha origini antichissime (quasi certa la presenza di cani da guerra nell'Antico Egitto[1], al tempo dell'invasione degli Hyksos - XVII secolo a.C.) e prosegue tutt'oggi pur nel contesto di una guerra sempre più tecnologicamente avanzata.

Razze utilizzate

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Un cane da pastore tedesco durante un'esercitazione in un bosco.

L'uso del cane nelle azioni belliche risale alle origini della civiltà umana e molte le razze impiegate:[2]

Utilizzo bellico

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Il cane fu spesso usato in azioni di guerra o missioni di pace:[2]

Impiego

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Per il suo coraggio, intelligenza e addestrabilità, il cane da pastore tedesco è la razza più utilizzata dagli eserciti di tutto il mondo.

I cani da guerra nell'antichità venivano utilizzati in mute contro la fanteria e la cavalleria. I cani sovente erano protetti da armature in cuoio e in alcuni casi con ulteriori lamelle metalliche protettive, e avevano funzione anti-uomo, con atterramento e sbranamento dell'avversario. Pertanto erano esemplari di grandi dimensioni - anche per sostenere il peso dell'armatura -, selezionati in base all'aggressività e all'insensibilità alle ferite. Chi ne fece maggiore uso fu l'impero persiano, con decine di migliaia di esemplari provenienti anche dalle regioni più lontane. I greci li utilizzavano sovente nell'ambito di particolari reparti ristretti formati da un cane da guerra, un lanciatore di giavellotti, un arciere e un cavaliere. Quando il cane attaccava il nemico, questi doveva abbassare lo scudo per proteggersi le gambe e diveniva facile bersaglio nelle parti non più protette da parte delle frecce o giavellotti. I cimbri avevano potenti e numerosi cani da guerra, che misero in difficoltà i legionari romani nella battaglia di Vercelli, mentre non è vero - non essendo menzionato in nessun documento storico e neppure nel De bello gallico di Giulio Cesare - che furono utilizzati dai britanni che si opposero all'invasione romana. Nel medioevo i cani da guerra furono usati con le stesse finalità, ma soprattutto contro la cavalleria. I cani all'attacco potevano bloccare o fare imbizzarrire la cavalleria avversaria, rallentandone la corsa. In alcuni casi le armature dei cani avevano fissate delle lunghe lame utili a tagliare i garretti o il ventre dei cavalli, mentre in altri casi sull'armatura era fissato un contenitore con combustibile incendiato, sempre per spaventare i cavalli.

I cani più feroci furono probabilmente quelli spagnoli, incroci fra mastini e levrieri, utilizzati contro gli indios in America, addestrati in apposite basi e alimentati con carne umana. Ogni distaccamento spagnolo ne aveva almeno 20, ma potevano essere molti di più, come i 900 di Pizarro in Sud America. I cani non necessitavano di scorte alimentari essendocene in loco sotto forma di sventurati. In casi di ristrettezze gli spagnoli mangiavano i cani, attuando quindi una sorta di antropofagia indiretta. Da questi cani discendevano i cosiddetti Cuban Bloodhound, messi in campo (ma con museruola e guinzaglio) dall'esercito degli Stati Uniti nel XIX secolo durante le Guerre Seminole. Detti cani però risultarono troppo pericolosi per gli stessi soldati e, dopo una serie di vittime civili, negli Stati Uniti ne fu decretata la soppressione, estinguendoli. L'utilizzo di cani direttamente contro l'uomo in battaglia fu effettuato fino al XVII secolo in Galles, anche se (ma senza la messa in campo contemporaneo di branchi) tale uso si ripeté fino al XX secolo con i trecento mastini fonnesi messi in campo dall'Regio Esercito italiano nella Guerra italo-turca[3]. Dalla Prima guerra mondiale a oggi i cani furono molto utilizzati come portaordini, ricerca feriti, attacco, guardia, esplorazione, traino e ricerca di esplosivi. Attualmente le razze più utilizzate sono il cane da pastore tedesco, il pastore belga Malinois, il pastore olandese e, solo con compiti incruenti, il Labrador Retriever. Un cane antimina è in grado di individuare le cariche esplosive munite di 12 diversi tipi di esplosivo e sepolte fino a un metro di profondità, anche se dissimulate con sostanze dall'odore molto forte, come il kerosene.

Galleria d'immagini

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Note

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  1. ^ Scoperta tomba egizia con 8 milioni di cani mummificati | Cultura | www.avvenire.it
  2. ^ a b Giovanni Todaro, I cani in guerra. Da Tutankhamon a Bin Laden, Airplane, 2011, ISBN 978-88-8372-513-5.
  3. ^ Il cane fonnese in Africa. Archiviato il 4 giugno 2009 in Internet Archive.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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