Fincantieri
Cantiere navale di Riva Trigoso
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1897 a Riva Trigoso
(Sestri Levante)
Sede principaleRiva Trigoso
(Sestri Levante)
GruppoFincantieri
I cantieri navali di Riva Trigoso visti da punta Manara

Il cantiere navale di Riva Trigoso, del gruppo Fincantieri è uno dei maggiori e più antichi cantieri navali italiani, ubicato a Riva Trigoso, una frazione della città di Sestri Levante, in provincia di Genova.

Opera in sinergia con il vicino Cantiere navale del Muggiano a La Spezia.

Nello stabilimento sono state varate numerose unità prima della Regia Marina e poi della Marina Militare.

Storia

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Il cantiere navale è stato fondato il 1º agosto del 1897 da Erasmo Piaggio ed impiantato nel 1898 dalla Società Esercizio Bacini, costituita dallo stesso senatore per la gestione dei bacini di carenaggio di Genova con annesse le Officine Meccaniche.

Erasmo Piaggio era anche amministratore delegato della società Navigazione Generale Italiana, nata nel 1881 dalla fusione delle flotte Rubattino e Florio e rinforzatasi con le flotte Raggio e Piaggio. Sotto la sua direzione questa compagnia si andava imponendo sui traffici internazionali con oltre ottanta unità. Piaggio ne curava l'ammodernamento con costruzioni studiate in base alle richieste sempre più esigenti della clientela.

Il progetto del cantiere, nato per assorbire la maggior parte delle commesse della grande compagnia di navigazione, era quello di un grande complesso in cui concentrare ed assolvere le funzioni di costruzione, esercizio e manutenzione. Il progetto non venne però condiviso dagli altri membri della compagnia che si opposero in nome di interessi diversi. Alla fine Erasmo Piaggio andò per la sua strada, fondando qualche anno dopo una propria compagnia, il Lloyd Italiano, che, legandosi al cantiere di Riva Trigoso, avrebbe costruito le sue navi sotto la regia di Piaggio.

Piaggio ne affidò la realizzazione alla Società Esercizio Bacini. I lavori iniziarono il 15 giugno 1898 e dopo quattro mesi si approntarono le prime lamiere. Nel febbraio seguente funzionavano otto scali attrezzati con officine e servizi tecnici ed amministrativi su un'area di 30.460 metri quadrati. Nel settembre successivo si approntò una fonderia di ghisa, cui seguì quella di bronzo.

Fin dall'inizio il cantiere lavorò a pieno ritmo con una media di 400 persone alla costruzione di un bacino galleggiante di ferro per il porto di Genova, di due piroscafi postali da 1.500 tonnellate, di altri due da 5229 e 5603 ed un altro da carico per la Navigazione Generale Italiana e due per i servizi minori della Società Italiana di Navigazione.

Dall'inizio fino al 1915 si costruirono 65 unità mercantili per la Navigazione, per il Lloyd Italiano, per la Transatlantica Italiana, per la Società dei Servizi Marittimi, e anche per altri armatori. Si costruirono anche le navi per emigranti del Lloyd, tra cui il Principessa Mafalda, ritenuto il miglior piroscafo transatlantico passeggeri dell'epoca ed affondato nel 1927 al largo del Brasile a seguito di un grave guasto tecnico (naufragio considerato ancora oggi il più grave accaduto nel XX secolo ad una nave italiana), ed il suo gemello Principessa Jolanda, affondato in cantiere durante il varo nel 1907.

Nel 1914 furono ultimati la Dante Alighieri e il Giuseppe Verdi per la Transatlantica Italiana, e nel 1918 fu varata l'Esperia della Società Italiana dei Servizi Marittimi, adibita alla linea dell'Egitto e per tanti anni considerata una delle navi più eleganti del mondo.

Durante la prima guerra mondiale fu costruita una piccola flottiglia di navi cisterna di varie dimensioni per la marina da guerra.

Nel 1925 per iniziativa di Amedeo e Carlo Piaggio, in accordo con l'ammiraglio Umberto Cagni, allora presidente del Consorzio che gestiva i bacini di carenaggio di Genova e il cantiere di Riva Trigoso, la gestione del cantiere di Riva Trigoso e delle officine meccaniche di Genova venne separata dal servizio dei bacini, che venne affidato al nuovo Ente Bacini di Genova. In seguito a tale ristrutturazione gli stabilimenti di Riva Trigoso e le officine meccaniche di Genova-Le Grazie costituirono la società Cantieri del Tirreno con lo stabilimento genovese, destinato a lavori di riparazioni e allestimento navali, collegato con il cantiere di Riva Trigoso.

È di questo periodo la costruzione delle unità per i servizi sovvenzionati dalla Florio e l'ampliamento del cantiere per costruire navi militari e turbine a vapore di grande potenza. Dal cantiere vennero nel 1926 i caccia Nembo ed Euro, nel 1927 il Leone Pancaldo e l'Antonio da Noli, nel 1929 il Freccia e il Saetta, nel 1932 e 34 lo Scirocco e il Libeccio, capaci di raggiungere la velocità di 38 nodi, la motocisterna Garigliano; negli anni dal 1935 al 1937 le torpediniere Canopo e Cassiopea di 34 nodi, i caccia Carabiniere e Lanciere, di 39 nodi, e le cisterne Isonzo, Volturno, Tirso e Scrivia.

Durante la seconda guerra mondiale lo stabilimento rivano subì gravissimi danni e il cantiere, con gli altri stabilimenti del gruppo Piaggio venne ricostruito e ampliato nell'immediato dopoguerra, allungando gli scali e potenziando le gru, per rispondere alla domanda di navi sempre più grandi e per poter adottare le tecniche di prefabbricazione.[1]

Il cantiere di Riva Trigoso ebbe numerose commesse della Marina Militare e a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta, in tale stabilimento vennero costruite diverse navi militari, quali due delle quattro corvette Classe De Cristofaro, le due fregate della Classe Alpino, i cacciatorpediniere Impetuoso e Impavido e l'incrociatore lanciamissili Andrea Doria.

Nel 1966 le due società della cantieristica del gruppo Piaggio, i Cantieri del Tirreno con gli stabilimenti di Riva Trigoso e Genova, e i Cantieri Navali Riuniti, con gli stabilimenti di Palermo e Ancona si fusero e diedero vita ai Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti, ma alla fine degli anni sessanta, al pari della cantieristica pubblica, il gruppo risentì dell'aumento degli oneri, che riguardarono il costo del lavoro, il costo del denaro e il costo dei materiali e il gruppo subì delle ingenti perdite per le commesse a prezzo bloccato assunte in precedenza. Altri motivi della crisi furono anche la mancanza di investimenti e di interventi nell'impiantistica e un'esasperata conflittualità tra la dirigenza e gli operai, specie nel cantiere di Palermo, e tutto ciò portò, su invito del governo, all'intervento dell'IRI, che nel rilevare il gruppo chiese al Ministero delle partecipazioni statali, per far fronte ai nuovi impegni, l'aumento del fondo di 680 miliardi di lire e per non essere gravato di debiti pregressi del gruppo richiese la procedura di liquidazione speciale, che venne stabilita con D.M. 19 agosto 1970. Con la conclusione del processo di liquidazione speciale nell'agosto 1973 la società Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti finì sotto il controllo dell'IRI.

Nel 1981 i Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti rilevarono il Cantiere del Muggiano di La Spezia, che venne inquadrato nella Direzione Costruzioni Militari, insieme allo stabilimento di Riva Trigoso e dagli anni ottanta i due stabilimenti lavorano in sinergia mantenendo e sviluppando ulteriori fasi di integrazione produttiva, con le unità varate a Riva Trigoso che vengono allestite ed effettuano le prove di preconsegna alla Spezia come le unità varate in quello stabilimento.

Nel 1984 i Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti, con sede a Genova e con gli stabilimenti di Riva Trigoso, Muggiano, Palermo e Ancona vennero incorporati in Fincantieri, che da holding finanziaria[2] delle partecipazioni statali assumeva direttamente in proprio l'attività operativa delle società che prima controllava.

Nel 2004 a Riva Trigoso è stata varata la prima portaerei della Marina Militare Italiana, il Cavour, varo passato alla storia per essere stato l'ultimo eseguito nella maniera tradizionale con lo scivolo in acqua; da allora le navi varate nello stabilimento vengono calate su una chiatta con rimorchiatore e solo successivamente messe in acqua.

Elenco parziale di navi varate a Riva Trigoso

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La portaerei Cavour a Napoli
Cacciatorpediniere Andrea Doria (D 553) in navigazione
Cacciatorpediniere Caio Duilio (D 554) in navigazione

Cronologico

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Nota

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Note

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  1. ^ Paolo Fragiacomo - L'industria come continuazione della politica. La cantieristica italiana 1861-2011, pag. 148.
  2. ^ [1] Storia di Fincantieri

Bibliografia

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Altri progetti

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