Chiesa di San Rocco
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàAsti
IndirizzoVia Angelo Brofferio, 187
Coordinate44°53′44.45″N 8°12′01.12″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareRocco di Montpellier
Diocesi Asti
Consacrazione1720
ArchitettoCarlo Giulio Quadri
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneXVII secolo (chiesa attuale)
Completamento1720

La chiesa di San Rocco è un luogo di culto cattolico che sorge nell'omonimo borgo di Asti. Era la sede della confraternita dei Battuti Verdi.

L'origine

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La Confraternita di San Rocco aveva la sua primitiva sede nella Collegiata di San Secondo, poi si spostò nel 1637 costruendo una piccola chiesa nella antica contrada dei filanti, l'attuale Borgo San Rocco. Ma essendo cresciuto il numero dei fedeli, i confratelli acquistarono alcuni stabili adiacenti e costruirono una nuova chiesa. Il disegno e progetto sono dell'ingegnere Carlo Giulio Quadri.
Intorno al 1720 l'edificio fu terminato. La chiesa è situata a sinistra della vecchia Porta di San Martino.

I rimaneggiamenti

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Il cartiglio sopra il portone

La chiesa ha subito vari insulti durante la sua storia. Nel 1793, vengono alloggiati soldati francesi prigionieri. Nel 1800, viene smontato l'organo e trasportato nella stanza attigua alla tribuna, per la requisizione e l'utilizzo della Chiesa da parte delle truppe austriache.

Nel 1803, si cominciano i primi restauri, si fanno lavori all'altare maggiore, si chiudono le finestre più alte, vengono ripristinati banchi e gradini, si compra un nuovo pulpito, e nel 1808 vengono sistemati due grandi candelabri. Nel 1814 l'organo viene ricomposto e vengono rifatti i sedili del coro. A danneggiare nuovamente la chiesa saranno le due alluvioni del 1943 e del 1994.

La chiesa

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La chiesa nel 1806, da un disegno di Stefano Giuseppe Incisa

Presenta una facciata sobria, in mattoni a vista, appena mossa. In passato sopra il portale era presente una lunetta, ora completamente scomparsa, al suo posto un'anonima imcorniciatura a tondino, al cui interno affrescati due angeli svolazzanti tra una scritta che ricorda i restauri del 1945 e 1951.

L'interno è in un'unica navata, con cappelle laterali e una cupola all'inizio della navata.

Le opere

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Da una stessa descrizione del Ferrari, si scoprono i moltissimi marmi impiegati, Bardiglio, mischio di Ferrara, Serravezza di Fiorenza, e di Sicilia, Nero e Giallo di Verona, brocatello, occhialino della Val Camonica.

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