Cinesi in Italia
Via Paolo Sarpi, centro della Chinatown di Milano
 
Luogo d'origineBandiera della Cina Cina
Popolazione330 000 (2021, fonte Istat)
LinguaCantonese, mandarino, inglese, italiano
ReligioneAteismo/Agnosticismo, Religione popolare cinese, Buddhismo, Cattolicesimo romano
Gruppi correlatiCinesi, Diaspora cinese

La comunità cinese d'Italia, secondo i dati Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al 1 gennaio 2018 è composta da 309 110 residenti con cittadinanza cinese,[1] a cui si aggiungono 683 taiwanesi (nel 2019),[2] pari allo 0,55% del totale della popolazione residente in Italia. La comunità di origine cinese quindi è la quarta per numero di residenti, dietro a quella romena, albanese e marocchina.[3]

Demografia

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La migrazione cinese sarebbe iniziata dopo la prima guerra mondiale, quando arrivò a Milano il primo gruppo di cinesi del sud dello Zhejiang, probabilmente attraverso la Francia, dove avevano lavorato nelle fabbriche durante la guerra.[4][5] Attraverso catene migratorie a carattere familiare, altri cinesi dalla stessa regione arrivarono in Italia nei decenni successivi; in ogni caso, la migrazione rimase limitata, considerato che nel 1975 erano registrati solo 402 adulti di nazionalità cinese in Italia.[5]

Un secondo importante flusso migratorio sarebbe iniziato negli anni '80, quando, oltre che dallo Zhejiang, si registrò un importante influsso di migranti dalla regione del Fujian,[4] seguiti da emigranti provenienti dal nord-est della Cina negli anni '90[5] e, nei primi anni 2000, da un ulteriore flusso causato dalla chiusura delle grandi industrie e miniere di stato nel nord del Paese.[4]

Secondo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al primo gennaio 2018, "i cittadini di origine cinese [...] in Italia risultano 309 110, pari all'8,3% del totale dei cittadini non comunitari".[1] Di questi, circa il 25% sono minori; il 67,5% della manodopera cinese è occupata nei ristoranti o nel commercio, e il 20% nell'industria; oltre la metà della comunità cinese risiede nel nord Italia, ma ben il 16% dei cinesi in Italia risiede tra le province di Firenze e Prato.[1] Tra le comunità di immigrati, quella cinese è quella che presenta il tasso di disoccupazione più basso, con il 4,5%.[1]

Piemonte

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Secondo uno studio condotto nel 2010 congiuntamente dal CESNUR e dall'Università di Torino su oltre 4 000 individui della sola comunità cinese di Torino, il 48% di essi sono donne e il 30% minori; il 90% viene dallo Zhejiang. Per quanto riguarda l'occupazione, il 70% lavora nella ristorazione e più del 20% nel commercio.[6]

Religione

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Religione dei cinesi in Italia
CESNUR 2010[7][8] ISTAT 2011-2012[9]
Religione   Percentuale
Religione popolare cinese
  
38,4%
Buddismo
  
13,7%
Chiesa cattolica
  
3,6%
Protestantesimo
  
3,3%
Testimoni di Geova
  
1,1%
Non religiosi
  
39,9%
Religione   Percentuale
Buddismo
  
44,4%
Chiesa cattolica
  
5,0%
Protestantesimo
  
2,3%
Testimoni di Geova
  
1,1%
Altre religioni
  
3,8%
Non religiosi
  
44,5%
Sala del Tempio Putuoshan in via Ferruccio, Esquilino, Roma.

Secondo un sondaggio del CESNUR, la maggioranza dei cinesi (59,3%) dichiara di non seguire alcuna religione, il 38,4% seguono la religione cinese, il 31,6% sono buddhisti (il 13,7% buddhisti puri, mentre il resto buddhisti in seno alla religione cinese), l'8% sono cristiani (di cui cattolici 3,6%, protestanti 3,3% e testimoni di Geova 1,1%) e i taoisti sono l'1,1%.[10] Secondo i dati raccolti dall'ISTAT relativi a tutti i cinesi residenti in Italia, il 44,4% sono buddhisti, il 5% cattolici, il 2,3% protestanti, l'1,1% testimoni di Geova e il 3,8% di altre religioni, mentre il 44,5% non sono religiosi.[9]

Molti cinesi, anche quelli che si dichiarano non religiosi, praticano nel privato i culti di varie divinità, quali il Dio del Suolo (Tǔshén 土神) e il Dio della Prosperità (Fúshén 福神) cui sono dedicati riti all'inaugurazione delle attività imprenditoriali, e le cui statue sono presenti negli altari domestici, degli esercizi commerciali e dei ristoranti, insieme alle statue di altri dèi quali gli Otto Immortali (Bāxiān 八仙) e la Dea della Misericordia (Guānyīn 观音). Tra i Cinesi d'Italia è molto presente anche la tradizione rituale taoista-sciamanica della Dama di Linshui (Línshuǐ fūren 临水夫人), che è tipica della zona di provenienza della maggior parte di essi (Zhejiang).[11]

I Cinesi d'Italia hanno fondato diversi luoghi di culto nella penisola, di cui quelli formali comprendono:

Più rappresentata che nella stessa Cina e nella provincia di origine della maggior parte dei Cinesi d'Italia è la comunità cinese cristiana, specialmente affiliata alla Chiesa evangelica cinese, la quale gestisce varie sale di culto in diverse città italiane.[11] Allo stesso modo hanno una buona presenza tra i cinesi residenti in Italia i testimoni di Geova.[11] Inoltre, molte centinaia di cinesi residenti in Italia sono rifugiati appartenenti a organizzazioni religiose considerate socialmente pericolose e dichiarate illegali dal governo della Cina, quali la Chiesa di Dio Onnipotente d'ispirazione cristiana e il Falun Gong d'ispirazione buddhista-taoista.[11]

Integrazione

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Uno scorcio della Chinatown di Roma, nel Quartiere Esquilino. Roma, insieme a Milano e Prato, ospita la più numerosa comunità cinese in Italia.
La "Chinatown di Prato", che insieme a quelle di Roma e Milano è la più grande e importante d'Italia.

Negli anni non sono mancate situazioni di tensione, generate da un'integrazione talvolta difficile. Nel 2007, parecchie decine di cinesi hanno sfilato per le strade di Milano per protestare contro la discriminazione subita.[21] La città di Treviso ha ordinato ai negozi gestiti da cinesi di togliere le loro lanterne perché sembravano "troppo orientali".[22]

In generale, è nelle grandi città dove risiedono le comunità più numerose che contrasti e differenze tendono inevitabilmente ad amplificarsi, specie laddove le attività economiche cinesi entrano in concorrenza con quelle italiane, com'è accaduto a Prato nel settore tessile.[23][24] Al tempo stesso, è proprio in tali realtà che gli immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, cominciano a chiedere maggiore attenzione e a cercare di integrarsi sempre di più.[10]

Comunità cinesi per città

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Note

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  1. ^ a b c d La comunità Cinese in Italia (PDF), Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2018. URL consultato il 31 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2020).
  2. ^ Taiwanesi in Italia, tuttitalia.it
  3. ^ Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Tutti i paesi di cittadinanza Italia, Istat, 31 dicembre 2010. URL consultato il 1º novembre 2011 (archiviato il 25 gennaio 2012).
  4. ^ a b c Analisi ed elaborazione dati sull'immigrazione cinese in Italia (PDF), OIM – Organizzazione Internazionale per le Migrazioni - Missione di collegamento in Italia e di coordinamento per la Regione del Mediterranee, 2009.
  5. ^ a b c Anna Mardsen, Chinese descendants in Italy: emergence, role and uncertain identity, in Ethnic and Racial studies, vol. 37, 2014.
  6. ^ Torino: l'integrazione dei cinesi passa per le seconde generazioni. Indagine del Cesnur sulla comunità del capoluogo piemontese, su immigrazioneoggi.it. URL consultato il 28 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  7. ^ Pierluigi Zoccatelli; Religione e religiosità fra i cinesi a Torino. "Religione cinese", identità secolare e presenze di origine cristiana. In: Luigi Berzano, Carlo Genova, Massimo Introvigne, Roberta Ricucci, Pierluigi Zoccatelli; Cinesi a Torino: la crescita di un arcipelago; Il Mulino, 2010. ISBN 9788815137913. p. 223: «In conclusione il risultato dell'indagine, per quanto riguarda l'atteggiamento religioso dei cinesi a Torino, sembra essere così descritto: l'identità secolare – 39,9% – ricomprende poco meno della metà della popolazione. Il resto ha qualche forma di credenza o di pratica religiosa. Circa la metà di costoro può essere inserito nella categoria della "religione cinese", all'interno della quale predomina il riferimento buddhista. L'"identità buddhista forte" interessa il 13,7% del campione, mentre il 3,6% è cattolico, il 3,3% protestante e l’1,1% Testimone di Geova.»
  8. ^ Pierluigi Zoccatelli. Religion and Spirituality among the Chinese Immigrants in Turin, Italy. 2009 CESNUR Conference, Salt Lake City, Utah, 11–13 giugno, 2009.
  9. ^ a b Appartenenza e pratica religiosa tra i cittadini stranieri, su istat.it, 30 ottobre 2014. URL consultato il 22 ottobre 2017.
  10. ^ a b Pierluigi Zoccatelli, Religione e spiritualità fra gli immigrati cinesi a Torino, in CESNUR, 31 novembre 2009. URL consultato il 1º novembre 2011.
  11. ^ a b c d Daniele Brigadoi Cologna. Le religioni dei cinesi in Italia. Torino World Affairs Institute, 6 maggio 2019.
  12. ^ a b c d e f Ester Bianchi (2020). The Puhua si 普華寺: Longing for Trustworthiness and Recognition – Transformations in the Religious Identity and Institutional Affiliation of the Chinese Buddhist Temple in Prato. Journal of Chinese Buddhist Studies, 33: 171–202. ISSN 2313-2000, e-ISSN 2313-2019.
  13. ^ "Tempio Buddista Pu Hua Si", tripadvisor.it
  14. ^ "Tempio Buddista Hua Yi Si", tripadvisor.it
  15. ^ "米兰慧杲寺", huarenjiewang.com
  16. ^ "米兰观音堂 Istituto Buddista Italiano del Xin Ling Fa Men", xinlingfamen.info.
  17. ^ "普拉托观音堂 Associazione Buddista Prato", xinlingfamen.info.
  18. ^ "Monastero Buddhista Tesoro del Loto", Monastero Chung Tai Chan, 6 ottobre 2019.
  19. ^ Roma: inaugurazione tempio a Torpignattara, www.tvreporter.it.
  20. ^ Giacomo Tessaro. I Kuan Tao: la via che conduce all'Uno. Metropolitan Community Church, 29 febbraio 2020.
  21. ^ Dacid Willey, Milan police in Chinatown clash, in BBC News, 13 aprile 2007. URL consultato il 22 aprile 2008.
  22. ^ Oriental decor not allowed, in Taipei Times, 8 maggio 2007. URL consultato il 22 aprile 2008.
  23. ^ Rachel Donadio, Chinese Remake the ‘Made in Italy’ Fashion Label, in New York Times, 12 settembre 2010. URL consultato il 04-05-20114.
  24. ^ Gabriele Villa, Chinatown, le città invisibili nel cuore d'Italia, in ilgiornale.it, 15 aprile 2007. URL consultato il 29 novembre 2011.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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