Ritratto di Clotilde Tambroni di Lodovico Aureli (1816-1865)

Clotilde Tambroni (Bologna, 29 giugno 1758Bologna, 2 giugno 1817) è stata una filologa, linguista e poetessa italiana. È ricordata per essere stata la prima docente universitaria senza laurea, diventando docente di Particulae Grecae, nel 1793 presso l'Università di Bologna.[1]

Biografia

Nata da Paolo, cuoco originario di Castione de' Baratti nel Parmense,[2] e da Maria Rosa Muzzi, era sorella del diplomatico ed erudito Giuseppe.

Mostrò una spiccata capacità di apprendimento, grazie alla quale imparò il greco antico, seguendo le lezioni private del grecista Emanuele Aponte[3], docente all'ateneo di Bologna. Questi, accortosi delle doti della giovane, decise di dedicarle maggiore attenzione, insegnandole anche il latino. Fu, secondo alcuni aneddoti dell'epoca[4], una delusione amorosa a spingere la giovane a dedicarsi completamente allo studio delle lingue antiche.

Nel 1792 entrò a far parte degli accademici dell'Arcadia, con lo pseudonimo di Doriclea Sicionia[5], e il 23 novembre 1793 ottenne, senza neanche possedere una laurea, la cattedra di Lingua Greca all'Università di Bologna, per la quale compose e lesse l'orazione inaugurale nel 1806[6]. Si distinse anche nella conoscenza delle lingue moderne, tra le quali padroneggiava lo spagnolo, il francese e l'inglese.

Nel 1798, con l'avvento di Napoleone in Italia e la nascita della Repubblica Cisalpina, la Tambroni dovette lasciare la cattedra per essersi rifiutata di giurare fedeltà allo stato repubblicano cisalpino. Costretta ad abbandonare l'Italia, si rifugiò in compagnia del suo antico maestro, al quale era rimasta legata, in Spagna, dove entrò a far parte della Real Academia Española.

Nel 1799, per volere dello stesso Napoleone, la Tambroni poté rientrare in Italia e, poco più tardi, vedersi assegnare la cattedra di Lingua e Letteratura Greca (istituita nell'ateneo bolognese nel novembre del 1800), cattedra che mantenne fino al 15 novembre 1808, quando venne abolita[7].

Tomba di Clotilde Tambroni nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna, opera di Adamo Tadolini

Clotilde Tambroni è sepolta nel braccio di levante del Chiostro III del cimitero monumentale della Certosa di Bologna[8][9]; in suo onore lo scultore Adamo Tadolini creò un busto marmoreo dietro la supervisione di Canova[10], amico personale dei fratelli Tambroni[11].

Riconoscimenti

Componimenti

Epistolari

Note

  1. ^ Clotilde Tambroni, su unibo.it. URL consultato il 17 febbraio 2023.
  2. ^ Affò, Pezzana, p. 614.
  3. ^ P. Giordani, Opere, Le Monnier, Firenze 1857, p. 320.
  4. ^ Cfr. F. Zanasi, In cerca di fama, nel sito di «Homo Laicus».
  5. ^ G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani, Tip. Pirola, Milano 1848, p. 332.
  6. ^ Orazione inaugurale detta nella r. Universita di Bologna il di 11 gennaio 1806 da Clotilde Tambroni, Tip. Ramponi, Bologna 1806.
  7. ^ S. Mazzetti, Memorie storiche sopra l'Università e l'Istituto delle Scienze di Bologna, Tip. S. Tommaso d'Aquino, Bologna 1840, p. 131.
  8. ^ Monumento di Clotilde Tambroni, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 20 febbraio 2023.
  9. ^ Angelo Raule, La Certosa di Bologna, Bologna, Nanni, 1961, p. 127, SBN IT\ICCU\RAV\0056199.
  10. ^ Maria Chiara Liguori, Tambroni Clotilde, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  11. ^ Il fratello di Clotilde, peraltro, scrisse una nota biografia del Canova, che ospitò varie volte a Roma. Cfr. Giuseppe Tambroni, Intorno la vita di Antonio Canova, Roma, Tip. Salviucci, 1823.
  12. ^ Luigi Taccani, Clotilde Tambroni o la più nobile missione della donna, Muggian, 1872.
  13. ^ Clotilde Tambroni. Ritratto, olio su tela del XIX secolo, su Catalogo della Quadreria, Archivio storico dell'Università di Bologna. URL consultato l'11 ottobre 2023.

Bibliografia

Altri progetti

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