«Siamo nella seconda metà del secolo scorso e le vicende del nostro si svolgono nel leggendario far west. Arizona? Texas? Colorado? Fate voi, ragazzi. L'essenziale è che sia far west!»
«Qualcuno brontolò perché, per esempio nelle storie western, c'era qualche ammazzamento. Ma sarà violenza quella in cui il morto fa un paio di capriole, entra nella cassa e cammina per il cimitero con mani e piedi che gli escono dai legni?»
Il personaggio esordì il 28 marzo 1957 sul primo numero de Il Giorno dei Ragazzi, supplemento settimanale gratuito de Il Giorno dove viene pubblicato per circa un decennio, per poi continuare dal 1968 sul Corriere dei piccoli e poi dal 1972 sul Corriere dei ragazzi e, dal 1987, su Il Giornalino dove continuerà a essere pubblicato anche dopo la morte dell'autore nel 1998.[2][3][4] Nel 2017 una selezione della produzione è stata ristampata nella collana Cocco Bill e il meglio di Jacovitti edita da Hachette.[5]
Cocco Bill è un abilissimo pistolero difensore della legge sempre pronto a dare la caccia ai banditi in sella al suo cavalloTrottalemme. Al bancone dei saloon ordina camomilla al posto del classico whisky. Fra i suoi avversari ricorrenti ci sono Bunz Barabarunz e i sette Kuknass Brothers, nemici giurati, e la movimentata figura di Osusanna Ailoviù, spasimante non corrisposta.[4] Non capita di rado di incontrare gli indiani Ciriuàcchi e i Piedi Neri, nativi americani le cui strane lingue, alla lettura, suonano rispettivamente come un simil-napoletano (per esempio ahó viscepà, iovoio quaiò! oquaiò kaimagnà!, cioè ehi, viso pallido, io rivoglio il quaglione che hai mangiato) e un simil-lombardo. Altri elementi ricorrenti sono gli sceriffi, dai modi duri ma più o meno imbranati, la rissa nel saloon, l'assalto alla diligenza, il tentativo di linciaggio, e mille altre situazioni-canovaccio su cui Jacovitti si diverte a improvvisare.
Il Far West in cui sono ambientate le avventure di Cocco Bill è la somma degli elementi dell'immaginario collettivo da film e fumetti western, resi nel tipico modo assurdo e folle di Jacovitti.
Dopo la morte di Jacovitti nel 1997 la realizzazione delle storie è affidata in primo luogo a Luca Salvagno, erede ufficiale del fumettista, e agli altri collaboratori.
La prima apparizione del personaggio come cartone animato risale alla trasmissione Carosello, a cura dei fratelli Pagot. In quegli spot, promuoveva i gelati Eldorado.[4]
Cartoni animati
Cocco Bill (2001): prodotta da Pierluigi de Mas e da de Mas & Partners, serie di 52 episodi da 13 minuti ciascuno, a cui fanno seguito, nel 2004, altri 52 episodi. La prima serie, andata in onda su Rai 2, sul satellite e anche sul digitale terrestre, si può trovare in distribuzione in DVD. La seconda serie invece è stata trasmessa solo sul satellite.
^Come "omaggio ironico all'allora famoso Pecos Bill": https://joe7forum.blogfree.net/m/?t=5687824. Secondo Italo Moscati, Sergio Leone. Quando il cinema era grande, 2014, "Jacovitti, aveva inventato il nome di Cocco Bill, infilandolo nelle sue storie infarcite di salami e torsoli di mele, nello stesso periodo si affacciavano dai fumetti Pecos Bill, Tex Willer e altri eroi di carta"; Giorgio Bertellini, The cinema of Italy, 2004, p. 165, ricorda anche che "Italian comicbooks such as Tex, Cocco Bill and Pecos Bill had been subtly 'Italianising' the American western for children since the late 1940s".