Corrado Cagli

Corrado Cagli (Ancona, 23 febbraio 1910Roma, 28 marzo 1976) è stato un artista italiano.

Disegnatore, illustratore, grafico, pittore, scenografo, incisore, scultore e ceramista.

Creò affreschi, mosaici, arazzi e gioielli.

Biografia

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Il primo periodo romano

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Corrado Cagli nasce ad Ancona il 23 febbraio 1910 da Alfredo e Ada Della Pergola. Cinque anni più tardi, si trasferisce insieme con la famiglia a Roma ove compie studi classici e frequenta l'Accademia di Belle Arti.

Già nel 1925-1926, Cagli illustra le copertine e alcune pagine interne de “La Croce Rossa Italiana Giovanile”, rivista per le scuole primarie e secondarie italiane. Nel 1927 realizza una tempera per il soffitto di un club in via Sistina, opera che in seguito verrà distrutta, mentre nella primavera dell'anno successivo esordisce con un lavoro di artigianato, un cofano “del focolare” alla XCIV Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Belle Arti a Roma. Sempre nel 1928 realizza un murale a “tempera magra” per il salone adibito a teatro del gruppo rionale Campo MarzioTreviColonna  del PNF, in via del Vantaggio a Roma. Dell'opera perduta non è rimasta alcuna traccia a parte che una testimonianza di Dario Sabatello che in uno scritto ne evoca i temi: “Sono scene di vita nei campi, nelle officine, nelle palestre; plastiche e sincere e sentite[1].

A Umbertide

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Nel 1929, a Umbertide, inizia a lavorare nella fabbrica di ceramiche d'arte Rometti[2], una famiglia importante anche per quanto riguarda la storia politica italiana considerato l'esilio di Clòtide in Francia. L'anno dopo Corrado Cagli sarà nominato direttore artistico della manifattura per la produzione di ceramiche. Nello stesso anno, sempre ad Umbertide, nella casa Mavarelli-Reggiani, esegue un affresco di 60 metri sul tema della Battaglia del grano, suddiviso in dodici riquadri che rivestono le quattro pareti della sala.

Cagli e i nuovi pittori romani

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Nell'aprile del 1932 Cagli inaugura una personale con Adriana Pincherle alla Galleria di Roma, diretta da Pier Maria Bardi, nella quale espone La Fortuna e vari ritratti - fra cui il Ritratto di Sclavi e Igino - studi, disegni, alcune ceramiche e la scultura Ritratto di Serena. Successivamente fonda, assieme a Giuseppe Capogrossi ed Emanuele Cavalli, il Gruppo dei Nuovi Pittori Romani. Alla fine dell'anno ha già decorato alcune pareti alla Mostra romana dell'Edilizia ed eseguito Preparativi alla guerra (una tempera all'uovo su muro di 30 metri quadri) nel vestibolo della V Triennale di Milano quando, su invito della Commissione Archeologica di Salerno, si reca a Paestum e visita, probabilmente, anche Napoli e Pompei). Il viaggio, durante il quale esegue dipinti e disegni, sarà importante per la sua conoscenza della pittura pompeiana.[3]

Nel 1933 scrive l'articolo Muri ai pittori, fondamentale per la storia del muralismo italiano, in cui formula i suoi fondamenti teorico-estetici, sostenendo delle posizioni affini a quelle che Sironi andava esprimendo nello stesso periodo:

«“Richiamo l’attenzione su due fatti di grande importanza: uno avviene in pittura, l’altro in architettura. Fatti dai quali non si può prescindere se si vuol supporre per logica anziché per intuizione il divenire dell’estetica nella plastica contemporanea. In pittura, e ormai da tempo, e sotto diversi cieli, si manifestano aspirazioni all’arte murale, all’affresco. Manifestazioni antitetiche anche se parallele nell’intenzione, per la diversa genesi geografica e spirituale. Nel primo caso sottolineo il senso culturale e snobistico che può avere l’affresco in un nordamericano affinché si noti quanto sia più spontanea la stessa aspirazione in un umbro o in un toscano. Né intendo sostenere diritti di tradizione. Ma penso al mirabile esordio di maestri comacini con le prime forme romaniche, e al loro metafisico perdurare (se non è leggenda la strage subita) in comaschi del nostro secolo fino a Sant’Elia e Terragni. Quanto alla genesi spirituale alludo ai motivi che inducono alla pittura su parete. Molteplici, iniqui o giusti che siano. Iniqui motivi: quelli che sono in funzione di una accademica diagnosi dell’ultimo trentennio, e di un mediatore spirito pseudoumanistico che porta a vagheggiare forme rinascimentali (esistono ancora preraffaelliti) attraverso il caleidoscopio falso e scolastico dei bozzetti, dei cartoni, degli spolveri. Giusti motivi: quelli che segnano il superamento delle forme pure e preludono a sensi di pittura ciclica; al neoformalismo classicheggiante, e arcaico, contrapponendo il primordiale. Nella necessità del ciclo, nella movenza di primordio, sono visibili i segni di un superamento delle tendenze di ripiego, tra le quali è da considerare tipica la scuola del Novecento milanese. Né tale situazione è singolare nella pittura. In musica, in letteratura, in tutte le arti, è lo stesso bisogno di stupore e di primordio che si fa sentire, la stessa angoscia di abbandonare il frammento, e, liberati da un complicato intelletto, farsi i muscoli e il fiato per un’arte ciclica e polifonica. Quanto si fa in pittura oggi al di fuori della aspirazione murale (che ha persino mutato lo spirito della pittura da cavalletto influenzandone l’impianto e la materia) è fatica minore e, storicamente vana. A convogliare la forza della pittura contemporanea occorrono i muri, le pareti. Segnalata l’aspirazione murale della pittura odierna, l’altro fatto importante da considerare riguarda l’architettura. Alludo alla crisi estetica che va traversando quell’arte, crisi che ancora più si inasprirà il giorno che il razionalismo sarà divenuto patrimonio comune. Ho sostenuto altrove che i ritmi dell’architettura contemporanea sono in funzione di una metafisica troppo scoperta, e collaborano a un’estetica, dopo tutto, barbarica. Respinti, per le ragioni che tutti sanno, moduli e fastigi, modanature e capitelli, l’architetto innovatore ha ritrovato dell’architettura il senso e il metro; ma, insieme, a queste altissime conquiste, ha contratto vizi stilistici e incongruenti ripugnanze. Questa è la stagione in cui la parete bianca non chiede alla statuaria soccorso per divenire allusiva e profonda, né chiede le figurazioni dipinte per un’errata interpretazione delle parole ‘sintesi’ e ‘metafisica’. In nome di queste due virtù si è operato in ‘povertà’ e ‘vaneggiamento’, se perfino Modigliani, che è dei più grandi, è stato piuttosto sommario che sintetico. L’architetto che non ha il senso orchestrale dell’unità delle arti non è raro oggi, ma si trova in condizioni di barbarie. A questo punto conviene ricordare che barbarico non significa primordiale. Allora, passato col vento su tali questioni della pittura e della architettura, considerati i caratteri essenziali che sono, nell’una la volontà di potenza e l’aspirazione ciclica, nell’altra l’intelligenza della costruzione fino all’inaridirsi della fantasia, vedo che si può concludere invocando la collaborazione delle arti, se non la fine delle specializzazioni”[4]

A Parigi

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Nel dicembre 1933, Cagli si sposta Parigi dove espone insieme a Capogrossi, Cavalli e Sclavi alla Galerie Jacques Bonjean. Organizzata dal conte Emmanuele Sarmiento, la mostra è presentata in catalogo dal critico Waldemar George che raggruppa i quattro giovani artisti sotto l'etichetta di Ecole de Rome. Cagli espone Ritratto del pittore Prieto, Edipo, La colomba, Natura morta, Composizione. La mostra ha numerose recensioni, sia in suolo italiano sia francese.

Di nuovo a Roma

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Corrado Cagli - Steve 1956 - olio su carta intelata - Parma, Collezione Privata
Senza titolo, bozzetto per mosaico (1957), Collezione Mosaici Moderni della Pinacoteca di Ravenna

Si apre nel febbraio del 1935 al Palazzo delle Esposizioni di Roma la II Quadriennale d’arte nazionale, ordinata da C.E. Oppo. Cagli espone quattro pannelli murali asportabili per la rotonda allestita da Piero Aschieri. I pannelli, alti quasi 4 metri, raffigurano il tema della bonifica dell'Agro Pontino (sono costituiti da una Protasi e da tre Cronache del tempo). Presenta inoltre un cospicuo numero di opere: La Romana, Il neofita, Il Palatino, Ritratto di Afro, L'Angelica, I Sabaudesi, La notte di San Giovanni, I neofiti, Composizione, Battaglia, Sette pennelli e sei disegni. Gli viene assegnato un premio di 10.000 lire.

La fontana dello Zodiaco, a Terni nel 1975, in cui sono ancora visibili le decorazioni di Cagli

Nel 1932/33 gli vengono commissionate le decorazioni policrome eseguite su vetro di Venezia per la fontana dello Zodiaco a Terni, danneggiate nell'ultimo conflitto mondiale.

È incaricato della realizzazione di due dipinti murali per l'edificio di Castel De'Cesari (odierna Accademia Nazionale di Danza) di Roma, ristrutturato dall'architetto razionalista Gaetano Minnucci come sede dell'Opera Nazionale Balilla. Uno dei due murali raffigura La corsa dei barberi, rievocazione della celebre corsa dei cavalli bradi attraverso il Corso fino a Piazza del Popolo. Il ministro dell'Educazione Renato Ricci ordina la distruzione degli affreschi, a seguito della censura per inadeguatezza tematica. Nascosto da una falsa parete, costruita dallo stesso Cagli, verrà preservato il dipinto murale situato nella biblioteca, portato allo scoperto nel 1945 su iniziativa di Mirko Basaldella.[5]

Il 1935 è un anno importante per il giovane artista, poiché tra aprile e maggio tiene una prima personale di cinquanta disegni alla Galleria La Cometa della Contessa Anna Laetitia (Mimi) Pecci Blunt, diretta da Libero De Libero e dallo stesso Cagli, inaugurata in quella occasione. La galleria svolgerà fino al 1938, in gran parte anche grazie all'influsso di Cagli, un'importante opera di diffusione culturale di taglio antinovecentista. Il catalogo contiene uno scritto di Massimo Bontempelli, zio di Cagli, sul disegno.

Nel 1936 si inaugura al Palazzo dell'Arte a Milano, la VI Triennale Internazionale. Cagli presenta sulla parete di fondo della sala delle Priorità Italiche, realizzata dal gruppo BBPR, un grande dipinto, 6x6 metri, a tempera encaustica su tavola tamburata, La battaglia di San Martino e Solferino. Del grande murale, realizzato in pannelli distinti nello studio romano e poi montato soltanto a Milano, non esistono cartoni o disegni d'insieme, ma solamente un bozzetto realizzato per la presentazione.

Il 26 maggio 1937 viene inaugurata l’“Exposition Internationale des Arts et des Techniques” a Parigi. Cagli, aiutato da Afro Basaldella, suo collaboratore, realizza una serie di grandi dipinti (circa 200 m lineari) a tempera encaustica su tavola tamburata per la decorazione del vestibolo del padiglione italiano. I dipinti raffigurano immagini monumentali di Roma e ritratti dei grandi italiani dall'epoca romana al Risorgimento.

Nel giugno del 38' si apre la XXI Biennale di Venezia. Cagli partecipa con un affresco su intonaco, Orfeo che incanta le belve, di cui esiste un cartone preparatorio.

L'esilio e la partecipazione alla Seconda guerra mondiale

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Alla fine del 1938 è costretto all'esilio, a seguito della proclamazione delle leggi razziali e dell'intensificarsi degli attacchi antisemiti nei confronti della sua persona e della sua opera. Si stabilisce prima a Parigi dove continua ad esporre e, alla fine dell'anno 1939, da Cherbourg, si imbarca alla volta di New York. Nella "grande mela" la sua arte non passa inosservata ed espone qualche tempo dopo il suo arrivo alla rinomata Julien Levy Gallery.

Nel 1941, nel mese di gennaio, tiene una personale al Civic Center Museum di San Francisco, ma due mesi dopo Cagli si arruola nell'esercito americano. Non cessa tuttavia la sua attività artistica, realizzando un cospicuo numero di dipinti e disegni e partecipando agli eventi espositivi come una personale alla Shaeffer Gallery di Los Angeles ed una personale di disegni al Wadsworth Atheneum di Hartford.

Nel 1943 si trasferisce in Gran Bretagna al seguito dell'esercito e l'anno successivo partecipa alle campagne di Francia, tra cui lo Sbarco in Normandia, Belgio e Germania. In questi anni realizza il celebre ciclo di disegni sul tema della guerra, tra cui spiccano le immagini ritratte al campo di concentramento di Buchenwald alla cui liberazione egli prese parte tra le truppe alleate.[6]

Al termine della guerra ritorna a New York dove prosegue la sua attività sperimentando tecniche e stili sempre cangianti ed è tra i fondatori del The Ballet Society (odierno New York City Ballet) insieme a George Balanchine e Lincoln Kirstein. All'interno della compagnia Cagli era colui che realizzava le scene e i costumi.

Il rientro in Italia

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Graffiti per il Museo-monumento al deportato politico e razziale, Carpi. Foto di Paolo Monti

Nel 1948 decide di rientrare definitivamente in Italia e si stabilisce in uno studio in via del Circo massimo.

La stabilità e la tranquillità gli permettono di proseguire il suo percorso di ricerca analitica in pittura e di partecipare ad eventi espositivi sia in suolo italiano che estero. Intorno a lui gravitano numerosi artisti tra cui Mirko Basaldella, Capogrossi, Alberto Burri, Renato Guttuso.[7]

Negli anni 1949-1950, partecipa alla costituzione dell'importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, con un autoritratto, Il vasaio; la Collezione oggi è conservata nella Pinacoteca Civica di Forlì.

Tra la fine degli anni '50 e gli inizi del '60 viene incaricato, insieme ad altri artisti, di decorare la turbonave Leonardo da Vinci. Cagli darà il suo contributo allestendo alcune zone del transatlantico con i progetti di Leonardo da Vinci (come volo degli uccelli, ecc...) e con sei arazzi realizzati con il contributo dell'Arazzeria Scassa di Asti.

Nel 1963-64 espone alla mostra Peintures italiennes d'aujourd'hui, organizzata in Medioriente e in Nordafrica[8].

All'inizio degli anni '70 crea il graffito per il Museo Monumento al Deportato Politico e Razziale di Carpi (Modena): l'opera rappresenta il corpo senza vita di un deportato nudo accanto alla recinzione del campo.Il filo spinato originale sotto al grafico di Cagli, richiama il visitatore al significato simbolico di oppressione e privazione della libertà che il filo spinato assume in relazione al sistema dei campi. Oggi il filo spinato è divenuto universalmente l’emblema della violenza contro l’uomo. Poi in quegli anni col suo allievo e collaboratore Annibale Casabianca, pittore e fumettista romano, realizzò scenografie, illustrazioni e dipinti.


Non lascia tuttavia l'attività di scenografo e costumista, partecipando a numerose rappresentazioni teatrali come: Tancredi di Rossini, del 1952; Macbeth di Bloch, del 1960; Estri di Petrassi, del 1968; Persephone di Stravinsky, del 1970; Agnese di Hohenstaufen di Spontini, del 1974; Missa Brevis di Stravinsky, del 1975.


Muore a Roma, nella sua dimora all'Aventino, il 28 marzo 1976.

Archivio Corrado Cagli

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Da oltre quaranta anni l'Archivio Corrado Cagli, con sede a Roma in via della Fonte di Fauno n. 12, è custode di foto, testi, documenti, ma non solo in quanto organizza ogni anno eventi espositivi per mantenere vivo il ricordo di questo grande artista.

Premi e Onorificenze

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Opere nei musei

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Corrado Cagli (1969)

Con l'opera "La regola"

Esposizioni

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1932

1935

1936

1937

1938

1939

1940

1941

1942

1944

1945

1946

1947

1948

1949

1950

1951

1952

1953

1954

1955

1956

1957

1958

1959

1960

1961

1962

1963

Torino, Centro per l'arredamento, “La pittura di Cagli nell'arredamento moderno”. 1964

1965

1966

1967

1968

1969

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991-1992

1992

1993

1996

1999

1999-2000

2000

2003

2004

2005

2006

2007

2009

2010

2011

2014

2016

2018

2019-2020

Note

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  1. ^ D. Sabatello, Galleria dei giovanissimi: Corrado Cagli, in: Il Tevere, Roma, 8 marzo 1933
  2. ^ Rometti (Ars Umbra, S.A.C.R.U., S.A.C.U., C.R.U., CR Italy, NF), in On line. URL consultato il 29 settembre 2023.
  3. ^ Gatto
  4. ^ C. Cagli, Muri ai pittori, in: Quadrante, I, 1, Milano, maggio, 1933
  5. ^ Bedarida
  6. ^ Teresa Lucia Cicciarella, La parabola di Corrado Cagli. Dagli attacchi razziali alla liberazione del campo di Buchenwald (1936-1945) (PDF), su archiviocagli.com.
  7. ^ Ragghianti
  8. ^ Peintures italiennes d'aujourd'hui, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 28 febbraio 2016.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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