Le eruzioni di tipo stromboliano sono eruzioni vulcaniche di livello relativamente basso, il nome deriva dal vulcano Stromboli, in Sicilia, dove tali eruzioni consistono nell'espulsione di scorie incandescenti, lapilli e bombe di lava ad altitudini da decine fino a centinaia di metri. Sono da piccole a medie in volume, con violenza sporadica.
Esse sono definite come "leggermente esplosive ad intervalli discreti ma abbastanza regolari di secondi o minuti".[senza fonte]
La tefrite tipicamente si illumina di rosso quando esce dal cratere ma la sua superficie si raffredda e assume un colore dal buio al nero e può solidificare in modo significativo prima dell'impatto. Il tefrite si accumula in prossimità della bocca, formando un cono di scorie. La cenere è il prodotto più comune, la quantità di cenere vulcanica è in genere piuttosto minore.I flussi di lava sono più viscosi, e quindi più corti e più larghi, rispetto alle omologhe eruzioni hawaiane, essi possono o non possono essere accompagnati da produzione di roccia piroclastica.
Invece il gas si fonde in bolle, chiamati lumache di gas, che crescono sufficientemente fino a diventare abbastanza grandi da salire attraverso la colonna di magma, scoppiando vicino alla cima a causa della diminuzione della pressione e gettando lava in aria. Ogni episodio rilascia quindi gas vulcanici, a volte con una frequenza di pochi minuti l'uno dall'altro. Le lumache di gas si possono formare anche alla profondità di tre chilometri, il che le rende difficili da prevedere.[1][2]
L'attività eruttiva stromboliana può essere molto duratura in quanto il sistema di condotto non è fortemente influenzato dall'attività eruttiva, per questo il sistema può ripetersi ad intervalli di tempo brevi. Ad esempio, il vulcano Parícutin eruttò continuamente tra il 1943 e il 1952, il monte Erebus, in Antartide, ha prodotto eruzioni stromboliane almeno per molti decenni e Stromboli stesso produsse eruzioni stromboliane per diverse migliaia di anni.