Manifesto del 1940 per il 2600º anniversario della fondazione dell'Impero giapponese

Il termine fascismo giapponese (in giapponese 日本ファシズム?, Nihon fashizumu o 天皇制ファシズム?, Ten'nosei fashizumu, "fascismo imperiale") è usato da alcuni storici per definire il regime politico che governò l'Impero giapponese dall'inizio degli anni 1930 sino al termine della seconda guerra mondiale, in analogia con le dittature italiana e tedesca dello stesso periodo.

Descrizione

Seigō Nakano

Fu un insieme sincretico di ideologie di estrema destra di origine occidentale, autoritarismo tradizionalista del periodo Meiji e capitalismo di Stato/statalismo economico. Durante questo periodo il Giappone strinse alleanza con la Germania nazista di Adolf Hitler e con l'Italia fascista governata da Benito Mussolini. L'uso del termine è tuttavia oggetto di controversie, tanto che molti autori negano che si possa parlare di fascismo in riferimento al Giappone, preferendo definizioni come militarismo giapponese o ultranazionalismo giapponese. Altri usano il termine utilizzato dalla storiografia giapponese, ossia statismo Shōwa (国家主義?, Kokka shugi) o nazionalismo Shōwa, dal nome postumo dell'imperatore Hirohito, che regnò fino al 1989.[1] Il regime terminò drammaticamente con la resa del Giappone in seguito agli unici bombardamenti atomici della storia.

Dibattito storiografico

Le differenze più evidenti tra la forma di governo anteguerra giapponese rispetto ai suoi omologhi italiano e tedesco sono:

Gli storici che sostengono si possa parlare di fascismo anche per il Giappone ribattono in tal modo:

Da segnalare infine che gli storici che sostengono sia legittimo parlare di fascismo anche per il Giappone riservano particolare attenzione alla situazione economica del Paese, per cui i legami tra strutture politiche autoritarie e un'economia basata sugli interessi dei grandi monopoli industriali, specie quelli militari, sarebbero pressoché uguali tra Italia, Germania e Giappone.

Tuttavia è da notare che in Giappone esistevano due partiti dichiaratamente fascisti e riconosciuti come tali dal congresso fascista di Montreux, il Tōhōkai e il Kokumin Dōmei, partiti assolutamente minoritari e guardati con sospetto dai governanti giapponesi, tanto che nel 1943 il capo del Tōhōkai Seigō Nakano fu arrestato con l'accusa di avere tramato un colpo di Stato per rovesciare il regime di Hideki Tōjō e il partito venne sciolto.

Dopo l'occupazione del Giappone gli Stati Uniti decisero per una democratizzazione controllata del Paese e i principali gerarchi del periodo militarista furono deposti e giudicati con l'eccezione dell'imperatore, che però venne privato di ogni potere reale e del suo stato divino. Tōjō fu invece condannato per crimini di guerra, crimini di aggressione e crimini contro l'umanità e impiccato a Tokyo.

Note

  1. ^ Frederic P. Miller, Agnes F. Vandome, John McBrewster, Japanese Militarism: Ideology, Empire of Japan, Militarism, Statism in Showa Japan, List of Japanese Political and Military Incidents, Japanese Nationalism, Greater East Asia Co-Prosperity Sphere, Imperialism in Asia, 2010.

Bibliografia

Voci correlate