Finale del campionato mondiale di calcio 2006
Una fase di gioco su palla ferma: di spalle i francesi Thuram e Zidane, sulla destra gli italiani Totti e Toni
Informazioni generali
Sport Calcio
Competizione2006 FIFA World Cup knockout stage
Data9 luglio 2006
CittàBerlino
ImpiantoStadio Olimpico
Spettatori69 000
Dettagli dell'incontro
Italia Francia
1
(5)
1
(3)
(dopo i tiri di rigore)
ArbitroHoracio Elizondo, Luis Medina Cantalejo, Victoriano Giráldez Carrasco, Darío García e Rodolfo Otero (Argentina)
MVPAndrea Pirlo (Italia)
Successione
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La finale del campionato mondiale di calcio 2006 è stata una partita di calcio disputata il 9 luglio 2006 all'Olympiastadion di Berlino. Essa determinò la vittoria dell'Italia sulla Francia al campionato del mondo 2006 con il risultato di 5-3 ai tiri di rigore, dopo l'1-1 dei tempi regolamentari e supplementari.

Fu la seconda volta che l'assegnazione della coppa del mondo di calcio venne decisa dopo i tiri dal dischetto: l'unico precedente risaliva all'edizione di Stati Uniti 1994, in cui la stessa Italia uscì sconfitta contro il Brasile per 3-2. Fu inoltre la prima disputata tra le rappresentative di due nazioni europee, dal tempo di Italia-Germania Ovest all'edizione di Spagna 1982.

Antefatti

Il cammino verso la finale

Gli azzurri Buffon, Materazzi e Perrotta festeggiano la qualificazione dell'Italia agli ottavi di finale, al termine della sfida della fase a gironi contro la Rep. Ceca

L'Italia arrivò al campionato del mondo 2006 in una situazione ambientale decisamente complicata. La vigilia azzurra venne infatti scossa dallo scandalo Calciopoli, nel corso del quale era emersa una serie di rapporti illeciti tra dirigenti sportivi e rappresentanti della classe arbitrale, allo scopo di alterare i risultati di determinate partite del campionato di Serie A 2004-2005. La società maggiormente colpita dalla giustizia sportiva fu la Juventus:[1] i bianconeri, come spesso accade nella storia azzurra, rappresentavano l'ossatura della nazionale italiana allenata nell'occasione da commissario tecnico Marcello Lippi, altro storico ex juventino; lo stesso Lippi, con un figlio procuratore legato a una società rimasta implicata nello scandalo, fu fatto oggetto di una campagna mediatica volta a spingerlo alle dimissioni per ragioni di opportunità.[2]

Una volta iniziata la fase finale, l'Italia seppe isolarsi dal succitato scandalo e raggiunse senza grosse difficoltà la fase a eliminazione diretta, dopo un cammino nel girone E che la vide inanellare due vittorie e un pareggio contro, in sequenza, Ghana (2-0), Stati Uniti (1-1) e Rep. Ceca (2-0). Ciò nonostante, queste prime partite non furono esenti da problemi per gli uomini di Lippi: Daniele De Rossi rimediò quattro turni di squalifica per una gomitata allo statunitense Brian McBride,[3] mentre Alessandro Nesta chiuse anticipatamente il suo mondiale per via di un serio infortunio cui incappò nella sfida contro i cechi.[4]

In seguito, agli ottavi, gli azzurri faticarono più del previsto per sconfiggere l'Australia (1-0), domata solo grazie a un rigore di Francesco Totti trasformato nei minuti di recupero,[5] mentre rispettò il pronostico l'agevole vittoria ai quarti sull'Ucraina di Andrij Ševčenko (3-0);[6] in semifinale, a soccombere dinanzi agli azzurri furono i padroni di casa e tre volte campioni del mondo della Germania (0-2), dopo un uno-due di Fabio Grosso e Alessandro Del Piero allo scadere del secondo tempo supplementare.[7] La particolarità della squadra italiana fu la rotazione continua dei titolari: quasi tutti e 23 i giocatori della rosa furono schierati almeno una volta, fatta eccezione unicamente per i due portieri di riserva, Angelo Peruzzi e Marco Amelia; per tutta la durata dell'edizione, in avanti si alternarono Alessandro Del Piero, Alberto Gilardino, Vincenzo Iaquinta, Filippo Inzaghi, Luca Toni e Francesco Totti, sostenuti da un centrocampo solido e soprattutto da una difesa quasi imperforabile (un solo gol subito, per di più su autorete), con il portiere Gianluigi Buffon rimasto imbattuto per 453'.[8]

Il rigore di Zidane contro il Portogallo che sancì la qualificazione della Francia alla finale di Berlino

Anche la Francia attraversava un momento difficile, più sul versante sportivo. Dopo la cocente eliminazione dal campionato d'Europa 2004, la federazione francese affidò la panchina dei Bleus a Raymond Domenech col compito di portare avanti un inevitabile ricambio generazionale; tuttavia le prime gare di qualificazione al Mondiale 2006 avevano dato risultati altalenanti per i galletti, che riuscirono a ottenere il pass solo grazie al successivo ritorno in squadra dei senatori Claude Makélélé, Lilian Thuram e Zinédine Zidane, i quali in precedenza avevano più volte annunciato il ritiro dalla nazionale.[9] Alla vigilia della kermesse, inoltre, circolarono voci di uno spogliatoio diviso, nonché di una cattiva gestione da parte di Domenech circa i rapporti con alcuni giocatori.[10]

In Germania i Bleus conquistarono con qualche difficoltà il secondo posto del gruppo G, frutto di due pareggi e una vittoria contro Svizzera (0-0), Corea del Sud (1-1) e Togo (0-2). Già in queste prime tre partite la Francia mostrò tutti i suoi limiti, fisici e tecnici, e Domenech non fu esente da critiche: questi, tra le altre cose, non fece mistero di schierare la squadra anche con un occhio all'oroscopo,[11] e lasciò regolarmente in panchina David Trezeguet, tra i migliori attaccanti della sua generazione, preferendo lo schieramento a un'unica punta;[12] la squadra fu invece accusata di essere vecchia e logora — o «vecchia e sdentata» come dichiarò il commissario tecnico della Spagna, Luis Aragonés[13] —, con diversi giocatori ancora reduci dal trionfo al campionato del mondo 1998. Nella fase a eliminazione diretta, trascinati da un ritrovato Zidane (in ombra fino a quel momento), i francesi superarono agli ottavi la Spagna (1-3),[13] ai quarti i campioni in carica del Brasile (0-1)[14] e in semifinale il Portogallo di Luís Figo (0-1).[15]

Italia e Francia si ritrovarono così a distanza di sei anni dalla finale del campionato d'Europa 2000, e otto anni dopo l'ultimo confronto in un campionato mondiale, il quarto di finale dei Mondiali 1998.

Note: In ogni risultato sottostante, il punteggio della finalista è menzionato per primo.

Bandiera dell'Italia Italia Turno Bandiera della Francia Francia
Avversario Risultato Fase a gironi Avversario Risultato
Bandiera del Ghana Ghana 2–0 Giornata 1 Bandiera della Svizzera Svizzera 0–0
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1–1 Giornata 2 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 1–1
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 2–0 Giornata 3 Bandiera del Togo Togo 2–0
1ª classificata del Gruppo E
Squadra Pt G
Bandiera dell'Italia Italia 7 3
Bandiera del Ghana Ghana 6 3
Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca 3 3
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti 1 3
Piazzamenti finali 2ª classificata del Gruppo G
Squadra Pt G
Bandiera della Svizzera Svizzera 7 3
Bandiera della Francia Francia 5 3
Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud 4 3
Bandiera del Togo Togo 0 3
Avversario Risultato Fase a eliminazione diretta Avversario Risultato
Bandiera dell'Australia Australia 1–0 Ottavi di finale Bandiera della Spagna Spagna 3–1
Bandiera dell'Ucraina Ucraina 3–0 Quarti di finale Bandiera del Brasile Brasile 1–0
Bandiera della Germania Germania 2–0 (dts) Semifinale Bandiera del Portogallo Portogallo 1–0

La vigilia

Impossibilitato a testare il prato dell'Olympiastadion di Berlino allentato dalla pioggia, Lippi mise a punto le ultime mosse al campo sportivo del Duisburg; qui provò diversi giocatori e in più ruoli, specialmente Del Piero nell'insolito ruolo di esterno sinistro di centrocampo.[16] Aggregò in allenamento anche il suo vice Ciro Ferrara, ex difensore, per sopperire all'assenza di Nesta:[8] questi non riuscì a recuperare dall'infortunio rimediato contro i cechi,[17] cedendo di fatto il suo posto a Marco Materazzi, il quale ben aveva figurato nel torneo sino a quel momento. Lippi infine confermò lo stesso undici che aveva sconfitto la Germania in semifinale: Totti e Toni in attacco, Mauro Germán Camoranesi centrocampista di destra, Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo centrocampisti centrali, Simone Perrotta centrocampista di sinistra, Gianluca Zambrotta sulla fascia destra, Fabio Grosso su quella sinistra, Fabio Cannavaro e Materazzi al centro della difesa e Buffon in porta.[8]

Come per gli azzurri, anche l'undici francese non riservò sorprese. Domenech insistette con uno schieramento per molti versi speculare a quello della squadra di Lippi: in porta il veterano Fabien Barthez — preferito sin dall'inizio e tra i mugugni della stampa a Grégory Coupet —, William Gallas e Thuram difensori centrali, Willy Sagnol sulla fascia destra, Éric Abidal su quella sinistra, Makélélé e Patrick Vieira centrocampisti centrali, Florent Malouda esterno sinistro, Franck Ribéry esterno destro e Thierry Henry unica punta a cercare le finalizzazioni di Zidane.[18] Il tecnico francese mostrò alla stampa solo il primo quarto d'ora dell'ultimo allenamento, cercando di nascondere il più a lungo possibile la formazione titolare che sarebbe scesa in campo contro l'Italia.[16]

Intanto la FIFA designò l'argentino Horacio Elizondo come arbitro per la finale, con Dario Garcia e Rodolfo Otero come assistenti; la commissione FIFA, infatti, ritenne che in presenza di quattro semifinaliste tutte europee, gli arbitri non dovessero appartenere al vecchio Continente negli ultimi quattro match. Per Elizondo fu la quinta partita al Mondiale 2006, la prima con le due finaliste.[19]

La partita

Fino al rigore di Zidane, il portiere azzurro Buffon aveva mantenuto la sua porta inviolata per 458 minuti

Dopo l'esibizione d'apertura affidata a Shakira e Wyclef Jean, che cantarono una versione speciale di Hips Don't Lie chiamata The Bamboo Version, cominciò la finale. Le formazioni italiane e francesi erano le stesse ipotizzate alla vigilia, capitanate rispettivamente da Cannavaro — uno dei due titolari azzurri, assieme a Totti, reduce dalla finale di Euro 2000[20] — e da Zidane, quest'ultimo alla sua ultima gara della carriera. Dei 28 giocatori scesi in campo quella notte, ben 8 erano tesserati della società italiana della Juventus: il club bianconero eguagliò così il primato stabilito settantadue anni prima dai cecoslovacchi dello Slavia Praga.[21]

Il primo tempo fu acceso e vivace, ma soprattutto molto duro e falloso. A farne le spese fu inizialmente Henry, il quale restò a terra dopo uno scontro fortuito con Cannavaro già a pochi minuti dal fischio d'inizio. Subito dopo gli azzurri rimediarono la prima ammonizione, per un fallo di Zambrotta su Vieira.[22] Al 7' la partita si sbloccò: Materazzi atterrò in area Malouda e causò un calcio di rigore a favore dei francesi. Sul dischetto si presentò Zidane, il quale azzardò una sorta di cucchiaio che picchiò la traversa prima di rimbalzare oltre la linea di porta;[23][24] un tiro su cui Buffon non poté fare nulla. Per la prima volta, durante questa edizione dei Mondiali, l'Italia si trovò sotto di un gol.[22][25]

Gli azzurri provarono immediatamente a reagire, ma con scarsi risultati. La squadra italiana era lunga e sbrindellata, a dispetto di una formazione transalpina più compatta e corta.[26] Thuram neutralizzò un insidioso cross di Pirlo; Totti non riuscì a trovare mai lo spunto giusto anche a causa della marcatura stretta di Makélélé e Vieira;[22][25] Grosso faticò a marcare un insidioso e imprevedibile Ribéry;[27] Pirlo cercò di tenere le redini di un gioco azzurro che non poteva amministrare come nelle precedenti partite.[26]

Alcuni giocatori italiani e francesi durante la finale di Berlino: da sinistra Vieira, Zambrotta, Thuram, Zidane, Totti e Toni

Il pareggio arrivò, dopo minuti di sofferenza, al 19', sugli sviluppi di un calcio d'angolo battuto da Pirlo, quando Materazzi riscattò il rigore provocato, batté in elevazione Vieira e insaccò alle spalle di Barthez.[22] Il gol diede la carica agli azzurri. La Francia si fece sorprendere dal gioco alto della Nazionale riducendo la sua portata di azione in attacco e favorendo il possesso di palla italiano. Chiusi i varchi a Ribery e Henry, anche su Zidane il pressing azzurro fu molto efficace[25]. La Francia si riaffacciò dalle parti dell'area azzurra al 25', con un traversone di Ribery neutralizzato da Materazzi. Al 36' Toni sfiorò il vantaggio per l'Italia, trovando la traversa con un colpo di testa su calcio d'angolo battuto da Pirlo. Intorno alla mezz'ora del primo tempo, inoltre, un black out elettrico spense i maxischermi nell'Olympiastadion e oscurò i monitor della tribuna stampa, rendendo difficoltoso il lavoro dei giornalisti.[20] Il primo tempo, favorevole agli azzurri, si chiuse sull'1-1.[22][25]

Il secondo tempo iniziò senza cambi. Gli azzurri si chiusero in difesa, lasciando spazio alle giocate dei francesi. In apertura una discesa di Henry si concluse con un tiro debole, parato senza problemi da Buffon. Al 56' arrivò il primo cambio per la Francia: fuori Vieira per infortunio e dentro Alou Diarra. Lippi ridisegnò la squadra con l'ingresso di Iaquinta e De Rossi, quest'ultimo al rientro dopo la maxi-squalifica, al posto rispettivamente dei poco incisivi Totti e Perrotta. Pochi secondi dopo, al 62', un gol di testa di Toni, realizzato sugli sviluppi di una punizione di Grosso, venne annullato per fuorigioco.[22][25]. Al 79' Zidane lamentò un forte dolore alla spalla destra dopo uno scontro con Cannavaro, ma restò in campo. All'86' Lippi inserì Del Piero al posto di uno stanco Camoranesi. Dopo due minuti di recupero, col punteggio fermo sull'1-1, si andò ai tempi supplementari.[22][25]

L'espulsione rimediata in finale fu l'atto conclusivo della carriera di Zidane

Qui le squadre riproposero la stessa tattica. La Francia creò due azioni molto pericolose: un tiro di Ribéry al 99' che terminò fuori di poco, e un forte colpo di testa di Zidane al 104' deviato in angolo da Buffon il quale, con un colpo di reni, alzò la palla sopra la traversa. Domenech cambiò modulo, spostando Henry sulla fascia e mettendo Trezeguet, appena entrato al posto di Ribéry, come punta centrale. Nell'intervallo uno stremato Henry lasciò il campo per Sylvain Wiltord. Pochi minuti dopo si verificò l'imprevedibile: Zidane e Materazzi stavano risalendo verso la metà campo francese quando avvenne uno scambio di battute tra i due, e quando tutto sembrava tornato alla normalità, dopo un paio di passi, Zidane fece dietrofront e sferrò una forte testata al petto di Materazzi, il quale stramazzò a terra. Il fallo, segnalato all'arbitro dal quarto uomo Luis Medina Cantalejo,[28] provocò l'espulsione del capitano francese. L'Italia non fu però capace di approfittare della superiorità numerica e i supplementari si chiusero con un nulla di fatto. Per la seconda volta nella storia, dopo la finale del 1994 (anche in quel caso l'Italia era finalista), la Coppa del Mondo venne assegnata ai rigori.[22][25]

Dopo quattro penalty gli azzurri erano andati tutti a segno con Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero, mentre la Francia, a rete con Wiltord, Abidal e Sagnol, fallì il secondo tentativo con Trezeguet, il quale colpì la traversa. Fu Grosso che mandò a segno il tiro del definitivo 5-3, consegnando all'Italia il quarto titolo mondiale della sua storia — dopo quelli delle edizioni di Italia 1934, Francia 1938 e Spagna 1982.[22][25]

La Francia complessivamente giocò meglio degli azzurri, senza timore, anche con una certa supponenza e occupando meglio il campo, stando larga e impedendo per un'ora buona ai terzini italiani di avanzare.[26] L'Italia, invece, vinse i Mondiali attraverso un gioco corale molto organizzato e un'eccellente forma fisica; in particolare Buffon concluse il torneo senza aver subìto gol avversari su azione (l'unico che subì fu causato dal compagno di squadra Cristian Zaccardo, con l'autorete nella sfida contro gli Stati Uniti), una testimonianza della bontà della difesa azzurra, decisamente il reparto più forte per tutto l'arco della rassegna.[26]

Tabellino

Berlino
9 luglio 2006, ore 20:00 UTC+1
Italia Bandiera dell'Italia1 – 1
(d.t.s.)
referto
Bandiera della Francia FranciaOlympiastadion Berlin[29] (69.000[29] spett.)
Arbitro: Bandiera dell'Argentina Elizondo[29]

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Italia
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Francia
Bandiera dell'Italia Italia (4-4-1-1)
P 1 Gianluigi Buffon
D 19 Gianluca Zambrotta Ammonizione al 5’ 5’
D 5 Fabio Cannavaro (C)
D 23 Marco Materazzi
D 3 Fabio Grosso
C 16 Mauro Germán Camoranesi Uscita al 86’ 86’
C 8 Gennaro Gattuso
C 21 Andrea Pirlo
C 20 Simone Perrotta Uscita al 61’ 61’
A 10 Francesco Totti Uscita al 61’ 61’
A 9 Luca Toni
Sostituzioni:
C 4 Daniele De Rossi Ingresso al 61’ 61’
A 15 Vincenzo Iaquinta Ingresso al 61’ 61’
A 7 Alessandro Del Piero Ingresso al 86’ 86’
CT:
Bandiera dell'Italia Marcello Lippi
Bandiera della Francia Francia (4-2-3-1)
P 16 Fabien Barthez
D 19 Willy Sagnol Ammonizione al 12’ 12’
D 15 Lilian Thuram
D 5 William Gallas
D 3 Éric Abidal
C 4 Patrick Vieira Uscita al 56’ 56’
C 6 Claude Makélélé Ammonizione al 76’ 76’
C 22 Franck Ribéry Uscita al 100’ 100’
C 10 Zinédine Zidane (C) 110'
C 7 Florent Malouda Ammonizione al 111’ 111’
A 12 Thierry Henry Uscita al 107’ 107’
Sostituzioni:
C 18 Alou Diarra Ingresso al 56’ 56’
A 20 David Trezeguet Ingresso al 100’ 100’
A 11 Sylvain Wiltord Ingresso al 107’ 107’
CT:
Bandiera della Francia Raymond Domenech

Man of the match: Andrea Pirlo[30]

Statistiche

[29] Italia Francia
Possesso di palla 55 % 45 %
Gioco effettivo 39 min. 32 min.
Tiri in porta 3 6
Tiri totali 5 13
Falli commessi 17 24
Ammoniti 1 3
Espulsioni dirette 0 1
Calci d'angolo 5 7
Fuorigioco 1 2

Controversie e impatto mediatico

Materazzi in nazionale nel 2006

La testata di Zidane a Materazzi nei supplementari suscitò polemiche e un forte impatto mediatico. Relativamente all'episodio, la FIFA, dopo aver accertato con un'indagine l'assenza di offese razziali, decretò una squalifica di due giornate per Materazzi e di tre per Zidane (le quali peraltro furono scontate presso la FIFA, poiché il calciatore francese si era nel frattempo ritirato dal calcio giocato).[33] Il 12 luglio 2006, in un'intervista rilasciata a una televisione francese, Zidane si scusò pubblicamente per il suo atto violento e rivelò che i motivi che lo spinsero a colpire il difensore azzurro non erano dovuti a offese razziste, bensì a insulti gravi e ripetuti alla sua famiglia;[34] Materazzi, qualche tempo dopo, precisò che aveva offeso la sorella del fantasista francese, comportamento al quale Zidane avrebbe reagito violentemente.[35]

La testata diventò sorgente infinita per chiacchiere mediatiche.[36] L'allora presidente della Repubblica francese, Jacques Chirac, difese Zidane dalle accuse: «Lei è un virtuoso, un genio del calcio mondiale. Lei è anche un uomo di animo nobile, di spirito combattivo. Per questo la Francia la ammira e la ama».[37] La stampa francese, però, non fu tenera con il suo campione; per L'Équipe, il gesto di Zidane fu ben più grave della sconfitta dei Bleus: «Questa mattina» — scrisse il quotidiano sportivo, che si rivolse al capitano francese — «il più difficile non è cercare di capire perché i bleus hanno perso una finale di Coppa del Mondo alla loro portata, ma spiegare a decine di milioni di bambini nel mondo come lei si sia potuto lasciar andare ad assestare quella testata a Materazzi».[37]

Lo scrittore-cineasta belga Jean-Philippe Toussaint, presente allo stadio di Berlino durante la finale, si soffermò in particolare sulla malinconia di Zidane: «è la mia malinconia, la conosco, l'ho nutrita, la sento».[38] La celebre "testata" fu per Toussaint un guizzo creativo dell'artista di fronte al rischio incombente del fallimento. Un "gesto calligrafico". Un colpo di genio, che proiettò l'artista Zidane al di fuori e al là del gioco del calcio, trasformando una sconfitta incombente in una vittoria: non potendo «segnare un gol», scrisse Toussaint, Zidane «segnerà le menti».[39] Per Jean Baudrillard, il gesto costituirebbe un atto di "sabotaggio", di terrorismo-tra-virgolette, contro il dominio omogeneizzante della globalizzazione. Con quel gesto Zidane avrebbe rifiutato di suggellare il Nulla messo in scena dal "rituale d'identificazione planetaria" che in quella notte celebrava mediaticamente l'ideologia della globalizzazione come Bene supremo.[40] Franck Baetens scrisse che la testata di Zidane finì non per negare ma per ricomporre l'universo simbolico all'interno del quale essa si inscrive: «l'ultimo gesto del "calciatore" [...], ben lungi dal mandare in frantumi il mito, lo porta in effetti a compimento».[41] Il New York Times, nel dicembre 2009, pose l'ormai celebre "testata" di Zidane al vertice degli episodi sportivi del decennio.[42]

Il 10 luglio 2006, nonostante il gesto violento e l'insulto all'arbitro Jorge Larrionda durante la semifinale col Portogallo[43][44], Zidane venne comunque eletto miglior giocatore del Mondiale, anche se il centrocampista italiano Pirlo era stato nominato per tre volte (due più di lui) uomo del match durante il torneo: ciò scatenò polemiche riguardo a un premio "vinto in partenza" per questioni di sponsor.[45]

Un episodio controverso riguardò il presidente della FIFA Joseph Blatter. Egli non presenziò alla premiazione dell'Italia al termine della vittoriosa finale, lasciando l'onore al presidente dell'UEFA, Lennart Johansson. Per giustificare questa decisione spiegò, in un primo momento, che aveva deciso di far premiare le due finaliste ai dirigenti della confederazione europea in quanto entrambe nazionali del vecchio continente; successivamente cambiò versione, sostenendo che aveva così deciso perché il giorno dell'inaugurazione del torneo (il 9 giugno a Monaco di Baviera) tutto lo stadio l'aveva fischiato e insultato.[46] Blatter fu al centro di una nuova polemica a seguito di alcune sue dichiarazioni contro gli azzurri, secondo lui immeritevoli del titolo mondiale perché qualificati ai quarti di finale solo grazie a un generoso rigore contro l'Australia;[47][48] il numero uno della FIFA, poco tempo dopo, ritornò sui suoi passi e si scusò per quanto affermato.[49]

Note

  1. ^ Sconti: di 8 punti a Juve e Lazio; Di 4 alla Fiorentina. Milan al palo, su gazzetta.it, 27 ottobre 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  2. ^ Andrea Sorrentino, Lippi, il partito delle dimissioni: "Il ct faccia un passo indietro", su repubblica.it, 21 maggio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  3. ^ Gaetano De Stefano, Italia, pari pieno di rimpianti, su gazzetta.it, 17 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  4. ^ Nicola Apicella, Rep. Ceca-Italia 0-2, su repubblica.it, 22 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  5. ^ Gaetano De Stefano, Azzurri da batticuore: 1-0 al 95', su gazzetta.it, 26 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  6. ^ Gaetano De Stefano, E adesso la Germania, su gazzetta.it, 30 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  7. ^ Gaetano De Stefano, Italia gran finale, su gazzetta.it, 4 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  8. ^ a b c Valerio Gualerzi, Lippi non cambia formazione e prova rigori e fuorigioco, su repubblica.it, 8 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  9. ^ Gabriele Romagnoli, Voilà Domenech, il più bistrattato dei ct, su ricerca.repubblica.it, 3 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  10. ^ Valerio Gualerzi, Attore, astrologo, bagarino, gelosissimo Domenech, ct francese tra amore e odio, su repubblica.it, 7 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  11. ^ Roberto Perrone, Oroscopo e relazioni pericolose, la Francia condanna il suo c.t., in Corriere della Sera, 18 giugno 2006, p. 45 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2012).
  12. ^ La Francia stecca la prima "Bleus" bloccati dalla Svizzera, su repubblica.it, 13 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  13. ^ a b E' il trionfo della "vecchia" Francia, su repubblica.it, 27 giugno 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  14. ^ Zidane è ancora il re, Brasile eliminato, su repubblica.it, 1º luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  15. ^ Rigore Zidane, Francia in finale, sfiderà l'Italia per il Mondiale, su repubblica.it, 5 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  16. ^ a b Berlino, vigilia col maltempo, su repubblica.it, 8 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  17. ^ Nesta salta anche la finale, su tgcom24.mediaset.it, 6 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2015).
  18. ^ Valerio Gualerzi, Domenech: "Me ne frego". O no? E Zidane si prepara in silenzio, su repubblica.it, 8 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  19. ^ Fabio Monti, La finale a Elizondo, l'arbitro-poeta, in Corriere della Sera, 7 luglio 2006, p. 57 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2015).
  20. ^ a b L'Italia Campione del mondo, Gattuso: "Ha vinto una squadra operaia", su repubblica.it, 10 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  21. ^ (DE) Fußball Weltmeisterschaft 1934 in Italien, su fussballweltmeisterschaft.npage.de. URL consultato il 31 luglio 2010.
  22. ^ a b c d e f g h i L'Italia è Campione del mondo, Francia ko dopo i calci di rigore, su repubblica.it, 9 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  23. ^ Caioli 2007, p. 51.
  24. ^ Lahouri 2008,  p. 22.
  25. ^ a b c d e f g h Gaetano De Stefano, Ci incoronano i rigori, su gazzetta.it, 9 luglio 2006. URL consultato il 25 giugno 2014.
  26. ^ a b c d Mura,  p. 85.
  27. ^ Valerio Gualerzi, Buffon, Grosso, Cannavaro e Materazzi, la grande difesa ci regala la Coppa, su repubblica.it, 9 luglio 2006. URL consultato il 10 dicembre 2015.
  28. ^ L'arbitro Elizondo: "Non vidi testata di Zidane", su agi.it, 29 maggio 2010. URL consultato il 25 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  29. ^ a b c d Match Report, su web.archive.org, 10 marzo 2008. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2008).
  30. ^ FIFA Confederations Cup Brazil 2013 - Andrea Pirlo, su web.archive.org, 12 luglio 2015. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2015).
  31. ^ Francesco Federico Pagani, FIFA World Cup records: i record Mondiali!, su sciabolatamorbida.wordpress.com, 22 maggio 2010.
  32. ^ TV Data, su www.webcitation.org. URL consultato il 7 maggio 2020.
  33. ^ Sentenza FIFA sul caso Zidane: tre turni al francese, due a Materazzi, su repubblica.it, 20 luglio 2006. URL consultato il 12 febbraio 2010.
  34. ^ (EN) Zidane explains, su news.bbc.co.uk, 25 giugno 2014. URL consultato il 12 luglio 2006.
  35. ^ Materazzi-Zidane, mistero svelato, su repubblica.it, 18 agosto 2007. URL consultato il 25 giugno 2014.
  36. ^ Manghi, p. 44.
  37. ^ a b Chirac: "La Francia ama Zidane", su gazzetta.it, 10 luglio 2006. URL consultato il 25 giugno 2014.
  38. ^ Toussaint, p. 15.
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Bibliografia

Voci correlate

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