La fonologia della lingua inglese riguarda l'inventario di fonemi e allofoni della lingua inglese e le regole che permettono di usarli e combinarli per formare parole e frasi. Come altre lingue, la lingua inglese varia largamente nella sua fonologia sia in differenti epoche storiche che nei diversi dialetti. Queste variazioni sono particolarmente salienti nell'inglese, dato che viene utilizzato in un ampio territorio, essendo la lingua predominante in Australia, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti, molti paesi africani e isole caraibiche, oltre a essere usata come seconda lingua in molti paesi di ogni continente. In assenza di standard conclusivi e riconosciuti internazionalmente, persino l'inglese parlato in paesi differenti può occasionalmente essere di impedimento alla comprensione, anche se solitamente le differenti varietà regionali sono mutuamente intelligibili.

Il numero dei suoni utilizzati per l'inglese parlato varia da dialetto a dialetto e dipende anche dalle valutazioni del ricercatore che li "conta". Ad esempio il Longman Pronunciation Dictionary di John C. Wells, utilizzando simboli dell'alfabeto fonetico internazionale, mette in evidenza 24 consonanti e 23 vocali, inclusi i dittonghi, utilizzate nella Received Pronunciation, e in più due consonanti e quattro vocali aggiuntive utilizzate esclusivamente in parole straniere. Il General American utilizza 25 consonanti e 19 vocali, inclusi i 3 dittonghi principali, con una consonante e tre vocali aggiuntive per le parole straniere. L'American Heritage Dictionary, d'altro canto, suggerisce 25 consonanti e 18 vocali (incluse le vocali rotacizzate) per l'inglese americano, oltre a una consonante e cinque vocali per parole non inglesi [1].

Fonologia storica dell'inglese

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Tardo protogermanico

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Diamo qui una panoramica dei cambiamenti avvenuti nella fase tarda del protogermanico, cioè attorno al I secolo.

Periodo del Germanico nordoccidentale

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Il periodo collocato dopo la separazione dalle lingue germaniche orientali. Questi cambiamenti colpirono anche i dialetti nordgermanici, come il proto-norreno. Molte modifiche furono inizialmente locali e richiesero tempo per propagarsi in un continuum di dialetti che andava diversificandosi. Dunque, l'ordine in cui queste avvennero è piuttosto ambiguo, e talvolta differente tra i vari dialetti.

Periodo del germanico occidentale

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Va dal II al IV secolo. Non è chiaro se già vi fosse un vero e proprio "protogermanico occidentale", dato che la maggior parte dei cambiamenti avvennero a livello locale, probabilmente per diffondersi più tardi in quel continuum di dialetti che andava diversificandosi ulteriormente. Dunque, questo periodo potrebbe addirittura non essere un vero lasso di tempo, ma potrebbe semplicemente racchiudere variazioni locali non penetrate poi nel germanico settentrionale. Termina con una diversificazione ulteriore del germanico occidentale in vari gruppi durante le invasioni barbariche del V secolo.

Ingevoni e periodo anglo-frisone

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Si stima che tale periodo sia durato solo un secolo circa, dal IV al V, periodo in cui i franchi iniziarono a diffondersi a sud, verso la Gallia (Francia) ed i popoli della costa si diressero a colonizzare la Britannia. I cambiamenti di questo periodo colpirono le lingue degli ingevoni, ma non le lingue germaniche settentrionali e centrali, più a sud. Il gruppo ingevonico probabilmente non fu mai omogeneo, ma diviso a sua volta in sassone antico ed anglo-frisone. L'antico franco (e più tardi l'antico olandese) non si trovava nel nucleo del gruppo, ma fu colpito dalla diffusione di vari cambiamenti locali dell'area ingevonica.

Le lingue del ramo anglo-frisone condividevano vari cambiamenti unici, non rinvenuti in altre lingue germaniche occidentali. La migrazione verso le isole britanniche causò un'ulteriore rottura, generando l'antico inglese e l'antico frisone nelle loro fasi arcaiche.

Inglese antico

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Questo periodo oscilla tra gli anni 475-900 e sono dunque inclusi i cambiamenti successivi alla divisione tra antico inglese ed antico frisone (475 circa) fino alla fase dell'arcaico dialetto sassone occidentale.

Fino al Medio inglese

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Questo periodo va dai secoli X-XV.

Fino all'inglese Shakespeariano

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Va dai secoli XV-XVII.

Fino alla divisione britannico-americana

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Il periodo va dal 1600 al 1725 circa.

Dopo la divisione britannico-americana, fino al XX secolo

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Si va dai secoli XVIII-XX.

Dopo il 1900

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Alcuni di questi fenomeni sono tuttora in corso.

Inglese moderno

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All'incirca nel tardo XIV secolo, l'inglese ha cominciato un processo di grande mutazione delle vocali, nel quale le vocali chiuse e lunghe [iː] e [uː] nelle parole come price e mouth si modificarono in dittonghi, dapprima in [əɪ] e [əʊ̯] (dove ancora rimangono oggi, in certi contesti fonetici, in alcuni accenti come l'inglese canadese) e successivamente nelle loro dizioni moderne, [aɪ] e [aʊ]. Le altre vocali lunghe si fecero più chiuse: [eː] divenne [iː] (ad esempio meet), [aː] divenne [eː] (più tardi mutata nel dittongo [eɪ], come in name), [oː] divenne [uː] (ad esempio goose) e [ɔː] divenne [oː] (più tardi mutata nel dittongo [əʊ̯], come in bone).

Fonemi

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Vocali

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Sono soprattutto le vocali che si differenziano tra le varietà inglesi. La seguente tabella mostra i fonemi vocali principali dell'inglese. La vera realizzazione di questi fonemi può cambiare da varietà a varietà.

IPA Descrizione Esempio Significato Note
monottonghi
Vocale anteriore chiusa non arrotondata bead /biːd/ perlina
i Forma breve della happy/'hæpi/ felice [v 1]
ɪ Vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata big /bɪɡ/ grande
ɛ Vocale anteriore semiaperta non arrotondata bed /bɛd/ letto [v 2]
æ Vocale anteriore quasi aperta non arrotondata hat /hæt/ cappello [v 3]
ɒ Vocale posteriore aperta arrotondata not /nɒt/ (UK) non [v 4]
ɔː Vocale posteriore semiaperta arrotondata talk /tʰɔːk/ parlare [v 5]
ɑː Vocale posteriore aperta non arrotondata can't /ˈkʰɑːnt/ (US) non potere
ʊ Vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata book /bʊk/ libro
Vocale posteriore chiusa arrotondata moon /muːn/ luna [v 6]
u Forma breve di february /ˈfɛbɹuəɹi/ febbraio [v 7]
ʌ Vocale posteriore semiaperta non arrotondata cup /kʰʌp/ tazza [v 8]
ɜː Vocale centrale semiaperta non arrotondata work /wɜːk/ (US) lavorare [v 9]
ə Scevà water /ˈwɔːtə(ɹ)/ (US) acqua
dittonghi
Vocale anteriore semichiusa non arrotondata +
Vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata
way /weɪ/ strada [v 10]
əʊ̯ Scevà +
Vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata
no /nəʊ̯/ no [v 11][v 10]
Vocale anteriore aperta non arrotondata +
Vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata
hi /haɪ/ ciao [v 12]
Vocale anteriore aperta non arrotondata +
Vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata
mouth /maʊθ/ bocca [v 13]
ɔɪ Vocale posteriore semiaperta arrotondata +
Vocale quasi anteriore quasi chiusa non arrotondata
boy /bɔɪ/ ragazzo
ʊə(ɹ) Vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata +
Scevà
cure /kʰjʊə(ɹ)/ (US) cura [v 14]
ɛə(ɹ) Vocale anteriore semiaperta non arrotondata +
Scevà
air /ɛə(ɹ)/ (US) aria [v 15]
Note
  1. ^ La marcata differenza tra i suoni /iː/ (come in these) e /ɪ/ (come in this) si perde in sillabe non accentate o alla fine di una parola. Di recente si tende a preferire un suono simile a /iː/ ma più breve.
  2. ^ Nell'accento RP, questo fono si avvicina a [e].
  3. ^ Per i parlanti giovani dell'accento RP, questo fono è più vicino ad [a].
  4. ^ In molte varietà americane questo fono non è presente; in tali varietà è realizzato come /ɑː/ o /ɔː/.
  5. ^ Questo fono non è presente in alcune varietà nordamericane dove la realizzazione è [ɑ]. Questo fenomeno viene detto cot-caught.
  6. ^ La lettera <U> segnala o /uː/ o la vocale isolata /juː/. In inglese britannico se la vocale /juː/ viene dopo /t/, /d/, /s/ o /z/, causa spesso la palatizzazione della consonante precedente, rendendole in [t͡ʃ], [d͡ʒ], [ʃ] e [ʒ] rispettivamente, come in tune, during, sugar, e azure. In inglese americano, la palatizzazione non succede normalmente a meno che la vocale /juː/ non preceda r, che porta /(t, d, s, z)juːr/ a [t͡ʃər], [d͡ʒər], [ʃər] e [ʒər] rispettivamente, come in nature, verdure, sure, e treasure.
  7. ^ In sillabe non accentate o alla fine di una parola la differenza marcata tra /uː/ e /ʊ/ si perde.
  8. ^ Il simbolo della vocale posteriore, [ʌ], è usato per trascrivere questo fono. In realtà, la realizzazione di questo fonema è vicino a [ɐ] nell'accento RP. In Inghilterra settentrionale, questa vocale non è presente e la vocale ʊ la sostituisce.
  9. ^ Nelle varietà nordamericane questo fono è una vocale rotica, [ɝ], la versione britannica è la vocale centrale allungata non rotica [ɜː].
  10. ^ a b I dittonghi /eɪ/ e /əʊ̯/ possono essere i monottonghi [eː] e [oː] in alcune varietà.
  11. ^ Nelle varietà nordamericane e in alcune britanniche questo fono è realizzato come [oʊ]. Nella sua forma atona, questo fono può diventare [ɵ] ([ɵʊ] davanti a un'altra vocale) o [ə], dipendendo dall'accento.
  12. ^ In alcune varietà nordamericane (specialmente l'inglese canadese) /aɪ/ si realizza [ʌɪ] davanti a consonanti sorde, in modo che writer e rider, [ˈɹʌɪɾɚ, ˈɹaɪɾɚ], si distinguano dalle vocali e non dalle consonanti.
  13. ^ In Canada, questo fono si realizza come [ʌʊ] davanti a consonanti sorde.
  14. ^ In molti accenti, questo fono si realizza come [ɔː(r)] invece di [ʊə(r)].
  15. ^ In alcuni accenti non-rotici, viene omessa lo scevà /ə/, rendendo il fono in [ɛː].

Dittonghi

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Tutti i dittonghi inglesi sono discendenti, a parte /juː/, che si può analizzare come [i̯uː].

Dittonghi dell'inglese
RP (Britannico) Australiano Nordamericano
Americano Canadese
low [əʊ̯] [əʉ̯] [oʊ̯]
loud [aʊ̯] [æɔ̯] [aʊ̯] [aʊ̯]
lout [əʊ̯]1
lied [ɑɪ̯] [ɑe̯] [aɪ̯]
light [əɪ̯]1
lane [ɛɪ̯] [æɪ̯] [eɪ̯]
loin [oɪ̯] [oɪ̯] [ɔɪ̯]
loon [ɵu̯] [ʉː] [ʊu̯]4
lean [ɪi̯] [ɪi̯]4 [ɪi̯]4
leer [ɪə̯] [ɪə̯] [ɪɚ̯]3
lair [ɛə]2 [eː]2 [ɛɚ]3
lure [ɵ:]2 [ʊə̯] [ʊɚ̯]3
Note
  1. In inglese canadese esistono allofoni di /aʊ/ e /aɪ/. Questo fenomeno (chiamato Canadian raising) esiste (specialmente per /aɪ/) in molte varietà dell'inglese americano, notevolmente nel Nordest, così come in alcune varietà dell'Inghilterra orientale. In alcune zone, specialmente nel nordest degli Stati Uniti, /aɪ/) diventa [ʌɪ].
  2. Nell a Received Pronunciation, le vocali di lair e lure possono diventare i monottonghi [ɛː] e [oː] rispettivamente.[5] Lo stesso vale anche per l'inglese australiano, specialmente per nel primo caso.
  3. Negli accenti rotici, le vocali di parole come pair, poor e peer si possono analizzare come dittonghi, anche se alcune descrizione le considerano vocali con la /r/ in posizione coda sillabica.[6]
  4. I monottonghi /iː/ e /uː/ hanno realizzazioni in dittonghi in molte varietà. In alcuni casi, delle trascrizioni più adatte sono [uu̯] e [ii̯], dove si capisce che la vocale atona è più chiusa della vocale tonica. Altre trascrizioni possibili sono /uw/ e /ij/.

Consonanti

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  bilabiale labio-
dentale
dentale alveolare post-
alveolare
palatale velare labio-
velare
glottale
nasale m     n     ŋ[c 1]  
occlusiva p  b     t  d     k  ɡ  
affricata         tʃ  dʒ[c 2]      
fricativa   f  v θ  ð[c 3] s  z ʃ  ʒ[c 2] ç[c 4] x[c 5] h
monovibrante         (ɾ)[c 6]      
approssimante       ɹ[c 2]   j   ʍ  w[c 7]  
laterale       l  (ɫ)[c 8]        
Note
  1. ^ La nasale velare [ŋ] è allofono di /n/ in alcuni accenti britannici settentrionali, presente solo quando precede /k/ e /ɡ/. In tutti gli altri accenti è un fonema distinto, anche se è presente solo nella coda sillabica.
  2. ^ a b c I suoni /ʃ/, /ʒ/, e /ɹ/ sono labializzati in alcuni accenti. La labializzazione non è fonemica in posizione iniziale, quindi è spesso tralasciata nelle trascrizioni. La maggior parte dei parlanti dell'accento General American realizzano la <r> (sempre rotica) come un'approssimante retroflessa /ɻ/, laddove lo stesso fonema è realizzato in inglese scozzese come la vibrante alveolare /r/.
  3. ^ In alcuni accenti, come Cockney, le consonanti interdentali /θ/ e /ð/ si convergono spesso in /f/ e /v/, e in altri, come l'African American Vernacular English, /ð/ ha converso nella /d̪/ dentale. In alcune varietà irlandesi, /θ/ e /ð/ diventano occlusive dentali, che contrastano con le usuali occlusive alveolari.
  4. ^ La fricativa palatale sorda /ç/ è presente in molti accenti come allofono di /h/ davanti a /j/; per esempio, human /ˈçjuːmən/. Comunque, in alcuni accenti la /j/ viene omessa mentre la consonante iniziale resta uguale.
  5. ^ La fricativa velare sorda /x/ è presente in inglese scozzese e in inglese gallese, ed è presente per esempio in parole di origini gaeliche come loch /lɒx/. Per alcuni parlanti è presente in parole prestate dal tedesco o dall'ebreo come Bach /bax/ o Chanukah /xanuka/. /x/ è presente anche in inglese sudafricano. In alcuni dialetti come Scouse (Liverpool) vengono usate [x] o l'affricata [kx] come allofoni di /k/ in parole come docker [dɒkxə]. La maggior parte dei madrelingua inglesi hanno difficoltà a pronunciare questo fono quando imparano un'altra lingua. Dunque, viene spesso sostituito da [k] o [h].
  6. ^ La monovibrante alveolare [ɾ] è allofono di /t/ e /d/ in sillabe atone negli accenti nordamericani e australiani. Questo fono è presente per esempio come la tt o la dd nelle parole latter e ladder, che sono omofoni per tali parlanti. In alcuni accenti come l'inglese scozzese e l'inglese indiano, sostituisce il fonema /ɹ/.
  7. ^ La [w] sorda, [ʍ], è presente in inglese scozzese ed inglese irlandese. Nella maggior parte delle altre varietà [w] e [ʍ] convergono in /w/, mentre in alcuni dialetti di Scots converge in /f/.
  8. ^ La "L velarizzata", a volte chiamata dark L (L scura), [ɫ], è allofono del fonema [l}. In molti accenti, è presente come allofono di [l] in posizione coda della sillaba.

Alcuni processi fonologici della lingua inglese

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In molte parole inglesi l'accento viene spostato a seconda che la parola venga usata come un nome o un verbo. Ad esempio a rebel ("un ribelle", nome) ha tipicamente l'accento sulla prima sillaba, mentre to rebel ("ribellarsi", verbo) nella seconda. Il numero di parole che utilizzano questo schema, anziché accentare solo la seconda sillaba in tutte le circostanze è raddoppiato all'incirca ogni secolo successivo, includendo recentemente le parole object, convict e addict.

Anche se le variazioni regionali sono molto significative tra i vari dialetti inglesi, alcune generalizzazioni possono essere fatte riguardo alla loro pronuncia:

Ne consegue che parole originalmente monosillabiche come quelle appena menzionate vennero a rimare con parole originariamente di due sillabe come doer, higher, power.

Note

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  1. ^ Beloved Essay | Bartleby, su www.bartleby.com. URL consultato il 20 novembre 2022.
  2. ^ fern - Dizionario inglese-italiano WordReference, su www.wordreference.com. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  3. ^ Annexe 4: Linguistic Variables, su web.archive.org, 12 maggio 2006. URL consultato il 13 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2006).
  4. ^ [1]
  5. ^ Roach, p. 240.
  6. ^ Wells, Accents of English, Cambridge University Press

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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