Una pagina del Codex Alexandrinus

Questa pagina descrive le antiche stesure della Bibbia pervenuteci in lingua greca, utilizzate come fonti per le edizioni successive.

Manoscritti più antichi

I più antichi manoscritti dell'Antico Testamento nella traduzione greca nota come Bibbia dei Settanta o Septuaginta, sono:

I più antichi manoscritti del Nuovo Testamento sono i seguenti:

Una pagina del Papiro 46

Manoscritti principali

Sono cinque i manoscritti della Bibbia in greco parzialmente completi particolarmente degni di nota, tutti maiuscoli e su pergamena:

Famiglie di manoscritti del Nuovo Testamento

A partire dal XIX secolo i manoscritti sono stati raggruppati in quattro famiglie o "tipi testuali":

Classificazione dei manoscritti del Nuovo Testamento

I 5306 manoscritti del Nuovo Testamento che ci sono pervenuti sono distinguibili in base al materiale del supporto, al tipo di scrittura, alla forma del supporto.

In base al materiale del supporto possono essere:

In base al tipo di scrittura possono essere:

In base alla forma del supporto possono essere:

La prima classificazione dei manoscritti risale al tedesco Johann Jacob Wettstein (1693-1754), il quale, conoscendo circa 200 manoscritti, realizzò una duplice classificazione per i codici maiuscoli (onciali) e per minuscoli (corsivi). Designò i codici maiuscoli con lettere maiuscole, in ordine alfabetico, tassonomia tuttora prevalente:

Il codice Sinaitico viene indicato dalla duplice dicitura S o א.

Solo nel 1908 venne elaborata una nuova classificazione ad opera di Caspar René Gregory (1846-1917), statunitense di nascita, tedesco di elezione (morì durante la prima guerra mondiale, combattendo come volontario dalla parte dei tedeschi; si era arruolato a sessantotto anni). Gregory compilò una nuova lista di sigle che viene usata ancora oggi. In base a questo sistema la classificazione è la seguente:

I manoscritti del Nuovo Testamento presentano molte più discordanze tra essi di quanto non avvenga per i testi ebraici della Bibbia. La cause di tali diversità di lezioni sono riconducibili a confusione di lettere, stanchezza del copista, mancanza di una luminosità adeguata, corruzione del supporto testuale, ma ad essi va affiancata una consapevolezza dell'immutabilità del testo recepito sicuramente minore di quella che ne avevano i colleghi giudei. Fa sorridere l'avvertimento di uno scriba in margine al testo della Lettera agli ebrei nel Codice Vaticano:

(GRC)

«αμαθεστατε και κακε αφες τον παλαιον μη μεταποιειa»

(IT)

«sciocco e cattivo, lascia il (testo) vecchio, non elaborare!»

Edizioni critiche

In epoca moderna si è fatta sentire come ancora più pressante che nel campo veterotestamentario l'esigenza di un testo critico che sapesse compiere una affidabile sintesi tra la moltitudine di varianti dei manoscritti greci. Tra le molte edizioni a stampa realizzate, del solo Nuovo Testamento o di tutto il testo biblico in greco (Septuaginta e Nuovo Testamento):

Edizioni critiche dell'Antico Testamento

Il testo critico (cioè che tiene conto delle varianti dei principali testimoni) usato attualmente come modello per il testo dell'Antico Testamento in greco, cioè la Settanta, è l'edizione Rahlfs della Septuaginta, realizzata nel 1935 dal filologo tedesco Alfred Rahlfsː Septuaginta, id est Vetus Testamentum Graece iuxta LXX interpretes.

Nel 2006 è stata pubblicata una editio altera a cura di Robert Hanhart[1] che è divenuta il nuovo testo di riferimento, indicato come "Rahlfs-Hanhart".[2]

Edizioni critiche del Nuovo Testamento

Nel 1898 usciva la prima edizione del Novum Testamentum Graece (NTG) di Eberhard Nestle (1851-1913), che ebbe moltissime edizioni successive. Deriva dal confronto del testo delle edizioni Tischendorf, Westcott-Hort e Weymouth (abbandonata poi dal 1901 a favore della Weiss). A partire dalla edizione del 1927 il figlio Erwin Nestle aggiunse un apparato di critica testuale. Dalla edizione del 1952 divenne co-redattore Kurt Aland (1915-1994), che revisionò il testo alla luce dei manoscritti che erano stati ritrovati nel XX secolo; , questa edizione è citata come Nestle-Aland (NA).

Nel 1955 si costituì il comitato editoriale del Greek New Testament (GNT). Originariamente era composto da Matthew Black, Kurt Aland, Bruce Metzger, Allen Wikgren e Arthur Vööbus, sostituito poi da Carlo Maria Martini. Dal 1982 ne entrarono a far parte anche Barbara Aland e Johannes Karavidopoulos. Tale comitato produsse nel 1966 una edizione critica detta appunto Greek New Testament (GNT) o anche UBSE, United Bible Societies Editions.

L'edizione del 1975 del GNT raccoglie il lavoro svolto in preparazione alla 26ª edizione del NTG. In tal modo, il testo della GNT3 e della NTG26 (=NA26) è dunque lo stesso, sebbene le due edizioni dispongano di un apparato critico diverso: il GNT, pianificato per i traduttori, offre un apparato di varianti solo per una scelta di passi, nel quale ogni variante è documentata; il NTG invece illustra criticamente il formarsi del testo, offrendo un apparato che riguarda il testo in tutta la sua ampiezza e abbraccia in particolare la tradizione più antica, senza tuttavia fornire una documentazione completa.

In seguito a un accordo fra il Vaticano e le United Bible Societies protestanti, l'identico testo delle due edizioni è alla base di tutte le nuove traduzioni e revisioni che avvengono sotto il loro controllo.

Le attuali edizioni del GNT5 e NTG28 riportano ampliamenti e modifiche nell'apparato critico.

Note

  1. ^ Alfred Rahlfs (a cura di), Septuaginta. Editio altera, edizione riveduta e corretta da Robert Hanhart, German Bible Society, 2006.
  2. ^ The Septuaginta-Edition from A. Rahlfs and its history.

Bibliografia

Edizioni critiche
Studi

Voci correlate

  Portale Bibbia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bibbia