Il Foro Venale (in latino: forum (rerum) venalium, pl. fora (rerum) venalium) era una mercato dedicato ai vari generi alimentari nell'antica Roma durante la Repubblica e l'Impero.

Il Foro Boario, il Foro Olitorio, il Foro Piscario erano tutti Fori Venali. Questi fori erano estensioni del Foro Romano, e comprendevano strutture apposite per i commercianti, edificate sia in epoca repubblicana che imperiale. I vari Fori Venali avevano dimensioni ridotte, se paragonati con i più grandi fori civili. Basti pensare agli espropri e acquisti di terreno per il Foro voluto da Giulio Cesare o i poderosi lavori di sbancamento della sella montuosa che collegava il Quirinale con il Campidoglio per la realizzazione del Foro di Traiano.

Storia

Il Foro Romano in epoca arcaica veniva utilizzato per i giochi atletici e a fini commerciali. Tuttavia con lo sviluppo della società dell'antica Roma in forme più complesse, il foro divenne un centro politico ed economico. La Curia, sede del Senato e il tempio di Saturno, sede dell'Erario pubblico, rappresentano perfettamente questi due aspetti. Il processo di separazione delle diverse attività della società romana è, quindi, netto sin dal principio e risulta ancora più evidente durante l'impero con la costruzione dei vari fori imperiali, simboli della propaganda politica attuata dagli imperatori, e la specializzazione dei Fori Venali nella compravendita di un particolare genere alimentare: il Foro Boario per la compravendita di bovini, il Foro Olitorio per gli ortaggi, il Foro Piscario per i pesci, il Forum Cuppedinis[1] per gli oggetti di lusso e così via.

Note

  1. ^ Varrone, LL V.146; Fest. 48; Donat. Ter. Eun. 256. Simmaco lo chiama Forum Cupedinarium: Epistulae, III.19

Bibliografia

Voci correlate