Gaetano Mosca

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXXV
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIII, XXIV
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioCaccamo
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDestra storica
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Palermo
ProfessioneDocente universitario

Gaetano Mosca (Palermo, 1º aprile 1858Roma, 8 novembre 1941) è stato un giurista, politico e politologo italiano.

Biografia

Si laureò in Giurisprudenza a Palermo nel 1881. Fu libero docente di Diritto costituzionale nella stessa Università degli Studi di Palermo nel 1885 e di Roma nel 1888, dove era arrivato[1] nel 1887 come funzionario della Camera dei deputati (ruolo esercitato per quasi un decennio, periodo in cui fu anche, fuori ruolo, segretario particolare di Antonio Starabba, marchese di Rudinì).

Dal 1896 fu professore di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Torino, dove fu anche Preside della Facoltà di Giurisprudenza (1907-1909). Dal 1902 insegnò anche Diritto costituzionale e amministrativo e Storia delle dottrine politiche all'Università Bocconi di Milano. Dal 1923 al 1933 fu professore di Storia delle dottrine e delle istituzioni politiche alla Facoltà di Scienze politiche della Sapienza - Università di Roma.

Nel 1909 fu eletto deputato al Parlamento con la Destra nel collegio di Caccamo che era stato del Di Rudinì, e riconfermato alla Camera nel 1913, fino al 1919[2]. Nel 1914 fu sottosegretario di stato per le Colonie fino al giugno 1916 nei governi Salandra, e nel 1919 fu nominato senatore del Regno.

Dopo il delitto Matteotti nel 1924, fu avverso al fascismo, e nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Tra i senatori del Regno fu uno dei pochi a opporsi negli anni Venti alla fascistizzazione dello Stato.

Collaborò al Corriere della Sera dal 1900 al 1924. Dal 1927 fu Accademico dei Lincei.

Teoria del potere politico

Insieme a Robert Michels e Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca è classificato tra i più importanti esponenti della corrente di pensiero dell'elitismo. Più precisamente, è il fondatore della "Teoria delle classi politiche" [3].

L'elitismo

Mosca, nella sua analisi sul potere politico, critica la tripartizione aristotelica delle forme di governo (monarchia, oligarchia, democrazia). Egli sostiene che esiste una sola forma di governo e di classe politica, cioè, l'oligarchia. Mosca fa tale affermazione perché sostiene che in ogni società vi sono due classi di persone: i governanti (che sono le élite che hanno il potere politico) e i governati (il resto della società). Secondo Mosca l'élite al potere è organizzata in modo tale da mantenere a lungo la propria posizione e tutelare i propri interessi, anche utilizzando i mezzi pubblici a sua disposizione.

Per questi motivi egli ritiene che la democrazia, il parlamentarismo[4], il socialismo siano solo delle utopie, delle teorie politiche per legittimare e mantenere un potere che è sempre in mano a pochi uomini. Infine, egli sostiene che vi è una riproduzione del potere per via democratica quando l'oligarchia permette, ai membri di qualsiasi classe sociale, l'ingresso al suo interno; vi è una riproduzione del potere per via aristocratica quando il ricambio avviene sempre all'interno della élite. Questo ricambio dipende anche dalla situazione dello stato in quel preciso momento: infatti in una condizione di guerra, l'accesso alla classe politica sarà facilitato a generali, comandanti etc.

Mosca fu senatore durante il periodo liberale e, essendo la carica vitalizia, anche durante il fascismo, ideologia con cui non si trovò assolutamente d'accordo e che lo fece riflettere sul valore di quel parlamentarismo tanto criticato nelle sue prime opere.

Mosca si occupò esclusivamente delle élite politiche, anche se non ricorse al termine élite ma al termine classe politica: il ruolo di conduzione della società è, infatti, eminentemente politico.

Nel suo pensiero, ci sono due casi ricorrenti della vita politica i quali sono solo fenomeni apparenti:

Nel primo caso l'autocrazia si basa su una classe politica, chi è a capo del governo non può muovere contro la classe politica: principio dell'organizzazione. Nel secondo caso, la massa, nonostante creda di poter scalzare definitivamente un'élite, emanerà di nuovo una ristretta classe politica, perché senza classe politica non si governa.

Dice Mosca: "È vero, come ci ha insegnato Karl Marx che la storia dell'umanità è una storia di lotta, ma non si tratta di lotta economica, bensì di lotta politica. È lotta tra una minoranza che vuole continuare ad essere classe politica e un'altra minoranza che aspira a diventarlo".

Ma per Mosca questa lotta non avviene tra più gruppi diversi per pensiero o per censo, ma tra due tipologie così individuabili[5]:

Chi detiene il potere "intellettuale" aspirerebbe ad ottenere quello "materiale".

A sua volta, chi detiene il potere "materiale" necessita giustificarlo "mercé il sussidio di qualcuna almeno delle forze intellettuali o morali", e quindi mediante compromessi e concessioni al gruppo "intellettuale".[5]

L'insieme di questi due gruppi viene da lui definita come "classe politica".

La teoria delle classi politiche

Secondo Mosca, in ogni sistema politico è possibile individuare:

La regola fondamentale proposta dalla "Teoria della classi politiche" di Mosca è che alla modifica della "formula politica" consegue una modifica dell'organizzazione della classe politica.[6]

In altre parole, qualunque sistema politico si basa su di un consenso di fondo. Quando questo decade, ne consegue prima di tutto una modifica della "formula politica", atta ad un nuovo consenso. Parallelamente, avverranno adeguamenti sia nella composizione dei gruppi intellettuali e burocratici che formano la classe politica, sia nella sua forma organizzativa.

Da questa regola consegue anche una conseguenza storicista. Dice Mosca "È impossibile studiare la storia delle dottrine politiche senza studiare contemporaneamente quella delle istituzioni politiche".[6]

Opere

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

Note

  1. ^ Gaetano Mosca in Dizionario Biografico – Treccani
  2. ^ Gaetano Mosca / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico
  3. ^ "(Rif)"
  4. ^ Francesco Barbagallo, La questione italiana. Il Nord e il Sud dal 1860 a oggi, Bari, Laterza, 2013, p. 71, ricorda come per Gaetano Mosca Governo e Parlamento costituivano un mercato per la compravendita di solidarietà e complicità, concessioni e favori: la selezione della classe politica «non avveniva mediante la crescente partecipazione dei cittadini al processo decisionale, ma si realizzava nello scontro tra camarille e combriccole».
  5. ^ a b Gaetano Mosca, Storia delle Dottrine Politiche, Roma, Laterza, 1983. , Cap.1, Par.1
  6. ^ a b c d "Storia delle dottrine politiche", cap.[1], par.1 "Rapporti necessari fra lo studio delle dottrine politiche e quello delle istituzioni politiche".

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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