Galilei | |
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D'oro, alla scala di tre pioli di rosso | |
Stato | Italia |
Casata principale | Bonaiuti |
Fondatore | Tommaso di Bonaiuto |
I Galilei furono una famiglia patrizia di Firenze, a cui appartenne Galileo Galilei.
Le prime notizie della famiglia risalgono a Tommaso di Bonaiuto che si inurbò in Firenze proveniente dal contado. La sua famiglia non era ricca ma benestante, specializzata, all'interno dell'Arte della Lana, nella vendita di stoffe al minuto e, in misura minore, all'ingrosso. Tommaso fu successore nel 1343 del Duca d'Atene.
Si ritrova negli archivi un altro membro della famiglia indicato come "magister Galilaeus de Galilaeis", medico illustre e gonfaloniere di giustizia[1]. Questi era figlio di Giovanni di Tommaso e di Felice di Niccolò Vanni, nato a Firenze tra il 1369 e il 1370; suo nonno paterno era Tommaso di Giovanni, nominato nelle genealogie posteriori come il "Tomasus Bonaiuti" di cui sopra. Il magister Galilaeus, nell'epitaffio apposto al suo sepocro nella chiesa di S. Croce, divenuto tomba di famiglia, viene indicato come "Galileus de Galileis olim Bonaiutis" (Galileo dei Galilei un tempo Bonaiuti) e un'iscrizione apposta da uno dei suoi otto figli lo designa come «temporibus suis philosophiae atque medicinae culmen»[2][3]
Il mutamento dei cognomi Bonaiuti in Galilei si spiega nel fatto che nel XIV secolo famiglie più o meno nobili di Firenze non avevano ancora reso definitivo il loro cognome gentilizio, ma esercitavano un consolidato potere come Galileo de Galilei che, mettendosi al servizio di Cosimo il Vecchio de'Medici, ricoprì cariche politiche e la cattedra di docente presso lo Studio fiorentino, attività queste che, unite alla sua lucrosa professione medica, gli permisero di costituirsi una importante posizione economica.
Nel graduale entrare in crisi delle attività manifatturiere e bancarie, i Galilei si rivolsero soprattutto allo studio e a mestieri connessi a un'alta formazione, con l'attività del già citato Galileo come medico e quella di uno dei suoi almeno otto figli, Bernardo, che fu pratico di matematica e ragioneria, arrivando a ricoprire il ruolo di direttore del fisco durante l'istituzione del catasto nel 1427.
Nel Cinquecento la famiglia doveva essere finanziariamente in difficoltà, se Vincenzo Galilei si dovette dedicare, oltre che alla musica (fu tra gli animatori della Camerata de' Bardi), anche al commercio.
Trasferitosi a Pisa per il suo lavoro, sposò Giulia Ammannati, dalla quale ebbe sette figli:
Galileo dalla sua relazione con Marina Gamba ebbe tre figli:
Vincenzio, infine, ebbe tre figli:
D'oro, alla scala rossa di tre gradini.