Georges Migot

Georges Elbert Migot (Parigi, 27 febbraio 1891Levallois-Perret, 5 gennaio 1976) è stato un compositore, poeta e pittore francese.

Biografia

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Georges Migot era famoso per la sua creatività e originalità come compositore, artista e pensatore.[1]

Migot ereditò l'amore per la pittura dal padre, medico e pastore protestante; la madre, donna raffinata e colta, fu l'artefice della formazione artistica e musicale del figlio.[2]

Migot studiò musica frequentando il Conservatoire national supérieur de musique et de danse de Paris dal 1909, dove studiò composizione con Charles-Marie Widor, orchestrazione con Vincent d'Indy e storia della musica con Maurice Emmanuel,[1] mentre studiava organo sotto la guida di Eugène Gigout e Alexandre Guilmant.[3][4][5]

Partecipò alla prima guerra mondiale, rimanendo gravemente ferito nell'agosto del 1914;[4] Migot ricominciò gli studi dopo una lunga pausa.[1][5]

Tra il 1918 e il 1920, vinse tre premi di composizione e nel 1921 il premio Blumenthal Foundation per il pensiero e l'arte francese, per l'originalità e l'importanza del corpus di opere che aveva prodotto fino ad allora,[1][3]spartiti di musica da camera (Trio, Quintette) e musica sinfonica (Agrestides).[4]

Il periodo 1920-1939 fu particolarmente difficile per Migot, poiché si sentiva in disaccordo con le tendenze prevalenti del neoclassicismo e dell'avanguardia nella musica, negli scritti e nei dibattiti.[6] Preferì non farsi influenzare dalle tendenze della moda, e realizzare le proprie idee,[1] sebbene fosse stato agli esordi in gran parte influenzato dalla dizione compositiva di Gabriel Fauré, fu ben presto affascinato dalle forme polifoniche medievali.[3][6]

Il suo balletto Hagoromo fu presentato in anteprima al Grand Théâtre de Monte Carlo (1922).[4]

Si dedicò anche alla letteratura, sia con le poesie sia con i saggi su Jean-Philippe Rameau (1930), componendo il Livre des danceries pour orchestre (1929),[4]e scrivendo opere teoriche e storiche di rilievo.[6]

L'arte compositiva di Migot raggiunse la piena maturità creativa con leZodiaque. Douze études de concert, per pianoforte (1931-1932), i diciassette Poèmes de Brugnon, del poeta Tristan Klingsor, per voce e pianoforte (1933) e il Trio pour violon, violoncelle et piano (1935).[4]

La musica religiosa ebbe una grande importanza nella creatività di Migot: come dimostrarono il Sermon sur la montagne (1936), l'oratorio La Passion (1941-1942) e Saint-Germain d'Auxerre, un oratorio per soli cappella e tre cori misti (1947), a cui seguirono il Petit Évangéliaire (1952), il Psaume 118 (1952).[4]

Migot si interessò anche alla didattica, e nel 1930 propose alle istituzioni francesi un programma di insegnamento e di diffusione della musica francese, sia colta sia popolare, unito alla letteratura e alla storia, sottolineando l'importanza etica, sociale e spirituale della musica.[2]

Nel 1949 iniziò una collaborazione di dodici anni di lavoro con il Conservatorio di Parigi, come custode del Museo degli strumenti.[1][3]

La sua passione per la polifonia medievale si concretizzò nel suo Requiem del 1953, di cui le melodie erano state scritte in modo non convenzionale in termini di contenuto ritmico e tonale.[3]

Nel 1973, la città di Besançon gli ha reso omaggio esibendo i suoi dipinti e opere grafiche al Musée des Beaux-Arts et d'Archéologie.[4]

L'arte di Georges Migot è quella di un umanista che non ha mai separato il pensiero dalla tecnica, intrisa di una visione spirituale e serena dell'universo,[4] arte concepita come mezzo di unione tra l'uomo e l'universo.[2]

Georges Migot morì il 5 gennaio 1976, vicino a Parigi.[1]

Opere

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Melodrammi

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Musica per orchestra : sinfonia

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Altri spartiti per orchestra

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Musica da camera

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Musica vocale

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La Mise au tombeau eseguita nella cattedrale di Strasburgo sotto la direzione di Marc Honegger (1969)

Note

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  1. ^ a b c d e f g (EN) Georges Migot, su musicsalesclassical.com. URL consultato l'8 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2019).
  2. ^ a b c La concezione pedagogico-didattica di Georges Migot..., su academia.edu. URL consultato l'8 febbraio 2019.
  3. ^ a b c d e (EN) Georges Migot, su geocities.co.jp. URL consultato l'8 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2014).
  4. ^ a b c d e f g h i (FR) Georges Migot, su larousse.fr. URL consultato l'8 febbraio 2019.
  5. ^ a b (EN) Georges Migot: the French Group of one, su academic.oup.com. URL consultato l'8 febbraio 2019.
  6. ^ a b c le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 471.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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