Gian Galeazzo Trotti | |
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Ritratto inciso da Johann Friedrich Leonart | |
Nascita | Alessandria, 1599 circa |
Morte | Milano, 31 ottobre 1670 |
Dati militari | |
Paese servito | Impero spagnolo |
Forza armata | Esercito spagnolo |
Arma | Fanteria e Cavalleria |
Guerre | |
Battaglie |
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Gian Galeazzo Trotti (Alessandria, 1599 circa – Milano, 31 ottobre 1670) è stato un condottiero italiano del Ducato di Milano; per le sue gesta è detto anche "il Marte d'Insubria".
Gian Galeazzo nacque da Luigi Trotti e Cinzia Fara e fu un nobile esponente dell'antica famiglia alessandrina. Fu secondo Conte di Casal Cermello dal 1643 e Nobile di Alessandria; comprò la contea di Robbio con Vinzaglio, Casalino e Pisnengo nel 1654, e fu investito di Castelnuovo Calcea e Casal Cermello con Privilegio del 1652. Fu poi Signore di Fresonara dal 1659, cittadino di Milano e Pavia dal 1655, Cavaliere dell'Ordine di San Jago dal 1661[1].
Celebre condottiero al servizio spagnolo, fu membro dei Tercios come Capitano di fanteria nel 1617, Governatore di Castello di Annone nel 1637, tenente generale di cavalleria leggera nel 1643, generale di cavalleria napoletana nel 1652, comandò le difese di Pavia durante l'assedio del 1655, Maestro di campo generale negli anni 1657 e 1662.[1]
Nel 1624 sposò Paola Cuttica, figlia di Lorenzo II, Marchese di Cassine e Nobile del Sacro Romano Impero e di Maria Vivaldi, da cui ebbe tre figli: Antonio (1627-1681)[2], Lorenzo (1633-1700), vescovo di Pavia, e Carlo Gerolamo (1635-1659), cavaliere dell'Ordine di Malta.
Essendo discendente degli antichi feudatari di Montaldeo, si racconta che il Trotti volle marciare sul paese per vendicare gli avi. Ma la tradizione riporta che, avendo scambiato nottetempo la scenografia del viale d'accesso al castello per una schiera di soldati, fuggì impaurito.