Gioacchino Di Marzo (Palermo, 2 dicembre 1839Palermo, 4 aprile 1916) è stato un gesuita, bibliografo e storico dell'arte italiano. Fu bibliotecario della Comunale di Palermo, storiografo, tra fondatori della moderna storia dell'arte siciliana.

Biografia

Targa commemorativa nella chiesa di San Domenico a Palermo

Nel 1851 entra a far parte del corpo dei Chierici. Fu Protonotario Apostolico, Ciantro e Cappellano Maggiore della Cappella Palatina.

Nel 1855 traduce e commenta il Lexicon topographicum di Vito Amico (Dizionario topografico della Sicilia, Palermo 1855; 2ª ediz. ibid. 1858, 2 voll.).

Dal 1858 al 1864 stampa a Palermo i quattro volumi Delle Belle Arti in Sicilia dai Normanni alla fine del sec. XVI, mettendo in discussione perfino le illustrazioni del Serradifalco e di Saverio Cavallari, le induzioni del Gravina, con vaste indagini documentarie ed ampie trattazioni sintetiche su argomenti di Storia dell'arte siciliana, medievale e moderna, smentendo scrittori come l'Avolio, Melchiorre Galeotti, il padre Marchesi, La Farina, Grosso-Cacopardo, Agostino Gallo.

Pochi anni dopo il suo ingresso nella Biblioteca Comunale di Palermo, pubblica due importanti codici, l'uno su La storia di Troia di anonimo siciliano del secolo XIV (1863), l'altro Delle origini e vicende di Palermo di Pietro Ranzano (1864), per cui Michele Amari, ministro della Pubblica istruzione, lo nominò socio della Real Commissione pei testi di lingua.

All'apice della carriera da direttore della Biblioteca Comunale, dopo averne tracciata la storia in un discorso, nel 1875, in occasione del primo centenario della sua istituzione, ha già pubblicato un catalogo ragionato dei manoscritti conservati, oltre alla stampa della Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia (1869-1886) in ventotto volumi, che fanno seguito a quelli del Caruso e del Gregorio, raccogliendo la vita pubblica e privata, intellettuale e morale della Sicilia e particolarmente della sua capitale, Palermo, dagli inizi del 1500 fino alla fine del 1700, tramite le notizie che ne danno diaristi e cronisti contemporanei, come Rocco Pirri, Filippo Paruta, Vincenzo Auria, il Mongitore, il Marchese di Villabianca.

È del 1868 la prima stesura delle Memorie storiche di Antonello Gagini e dei suoi figli e nipoti, scultori siciliani del secolo XVI, da cui più tardi deriverà I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI (1880-1883). In occasione di questi suoi studi, scoprì a Messina importanti documenti Antonelliani.

Fece parte di varie importanti Accademie scientifiche e letterarie, come la R. Accademia di Brera di Milano; membro della R. Commissione Araldica in Palermo. Il Ministero della Pubblica Istruzione lo chiamò a far parte del Consiglio Tecnico del R. Commissariato per le Antichità e Belle Arti in Sicilia e della Commissione per la Conservazione dei Monumenti della Provincia di Palermo.

Morì nel 1916, lo stesso anno di due altri grandi rappresentanti della cultura siciliana: Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino.

Opere

Bibliografia

Onorificenze

Altri progetti

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