Giovanelli | |
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Inquartato alla croce patente di argento: nel 1° e 4° di oro, all'aquila di nero, membrata, imbeccata e coronata di rosso; nel 2° e 3° d'azzurro, alla nave d'argento, velata dello stesso, con due naviganti dietro, posta sul mare ondeggiante | |
Titoli | Conte di Morengo e Carpenedo |
Concessione | Decreto del Consiglio dei Pregadi del 29 settembre 1668 |
Data di fondazione | XII secolo |
I Giovanelli (talvolta anche Gioannelli) sono una famiglia aristocratica bergamasca, ascritta al patriziato veneziano e annoverata fra le cosiddette Case fatte per soldo.
La famiglia si divise in due rami, quello di Bergamo tuttora esistente e quello di Venezia ora estinto[1].
I Giovanelli sono un illustre casato originario di Gandino, in provincia di Bergamo.[2][3] Il nome trae origine dal termine Gioanela, dato a un certo Giovanni vissuto intorno ai primi decenni del Duecento.[4] I personaggi della famiglia divennero importanti commercianti di pannilana, diventando presto una delle famiglie più ricche della bergamasca. Il commercio portò la famiglia a essere presente nelle più importanti città sia d'Italia che d'Europa, formando poi ulteriori rami.
Tra i primi personaggi della famiglia vi furono:
Il 29 settembre 1668, a seguito dell'acquisto di un latifondo nel bergamasco, furono innalzati dal Senato veneziano alla dignità comitale, con i predicati di Morengo e Carpenedo[3]; il 27 dicembre di quello stesso anno[2][3][7], invece, a seguito del versamento della somma dei 100.000 ducati previsti per l'ascrizione al corpo patrizio veneziano, un decreto del Senato concesse ai membri di questo casato di accedere al Maggior Consiglio.
I Giovanelli nel 1652 risultano quindi essere decorati con il titolo di nobili del regno d'Ungheria, concesso dal Sacro Romano Imperatore Ferdinando III d'Asburgo a Giovanni Andrea e Giovanni Carlo Giovanelli, e in seguito confermato loro da Leopoldo I d'Asburgo con Diploma del 1660, con il quale insigniva gli stessi anche del titolo di magnati d'Ungheria[3]. Nel 1678, inoltre, i Giovanelli furono investiti del titolo di conti del Sacro Romano Impero e degli Stati ereditari austriaci[3]. Infine, essendo divenuti proprietari di due feudi acquistati direttamente dalla casa d'Austria (l'uno, consistente nei castelli di Telvana e Castel San Pietro, in Trentino; l'altro, costituito dai villaggi di Caldaro, Castel Varco e Baumgartnoss, in Tirolo), competé loro anche il titolo di conti del primo e signori del secondo[3].
Il palazzo di Gandino fu edificato da Gian Andrea Giovanelli e doveva essere la sua residenza negli ultimi anni di vita, ma non fu mai ultimato. Giovanelli, che fu commissario generale dell'esercito d'Asburgo, morì il 25 dicembre 1673 a Lisburgo, alla corte di Leopoldo I d'Asburgo.[8]
Ancora presenti nel capoluogo alla caduta della Serenissima (1797) con un procuratore di San Marco e un ecclesiastico, Federico Maria Giovanelli, prima vescovo di Chioggia e poi patriarca di Venezia (in carica proprio quando Venezia ospitò il conclave del 1799-1800)[2], i Giovanelli ricevettero, da parte del Governo imperiale austriaco, la conferma delle proprie patenti di nobiltà e del titolo di conti dell'Impero d'Austria con Sovrana Risoluzione datata 4 febbraio 1817[3].
Nel 1847 la famiglia ottenne per il capofamiglia il titolo ereditario di Principe (dell'Impero Austriaco), riconosciuto nel Libro d'oro della nobiltà italiana. Dopo il passaggio del Veneto al governo italiano i Giovanelli avranno ruoli alla Corte sabauda.
Nel 1966 il principe Carlo Giovanelli (1942-2016) sposò Elettra Marconi, figlia del marchese Guglielmo Marconi (il pioniere della radio, vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1909) e della seconda moglie Maria Cristina Bezzi-Scali.
Tra i personaggi della famiglia vi furono: