Le operazioni di guerriglia nei paesi baltici riguardarono il movimento di resistenza dei Fratelli della foresta in lotta contro le autorità sovietiche tra il 1940 e la metà degli anni '50 . Quando i nazisti si ritirarono verso ovest, l'Armata Rossa avanzò nei territori baltici nel 1944, momento in cui si riaccesero le ostilità tra le popolazioni locali, filo-indipendentiste, e i nuovi occupanti.[3] [4] [5]
Foto segnaletica di Ants Kaljurand, un famoso combattente della resistenza estone dei Fratelli della foresta , scattata in Unione Sovietica qualche tempo prima della sua morte nel 1951 Dal 1945 al 1956, secondo Mart Laar , circa 150.000 baltici (30.000 estoni , 40.000 lettoni e 80.000 lituani ) furono coinvolti nel movimento nazionale di resistenza partigiana, sia attivamente che passivamente.[6] La storiografia fornisce cifre variegate, a testimonianza di come ci sia ancora oggi incertezza sul numero effettivo dei combattimenti e/o dei simpatizzanti.[7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] Gli scontri proseguirono fino al 1956, quando la superiorità dell'esercito sovietico indusse i baltici ad adottare altre forme di resistenza, principalmente non violenta. Il movimento di guerriglia negli Stati baltici del dopoguerra divenne al suo apice di dimensioni grosso modo simili a quelle dei Viet Cong nel Vietnam del Sud .[14]
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