Hurt singolo discografico | |
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Screenshot tratto dal video del brano | |
Artista | Nine Inch Nails |
Pubblicazione | 1995 |
Durata | 6:12 |
Album di provenienza | The Downward Spiral |
Genere | Industrial rock[1] Rock alternativo Musica d'autore |
Etichetta | Nothing |
Produttore | Trent Reznor |
Arrangiamenti | Trent Reznor |
Registrazione |
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Formati | CD |
Nine Inch Nails - cronologia | |
Hurt è un singolo promozionale del gruppo musicale statunitense Nine Inch Nails, pubblicato nel 1995 ed estratto dal secondo album in studio The Downward Spiral.
Il brano, candidato ai Grammy Awards 1996 per la miglior canzone rock,[2] è stato reinterpretato negli anni da diversi artisti. Su tutte, la cover più celebre è stata realizzata da Johnny Cash, inclusa nel suo disco del 2002 American IV: The Man Comes Around e nel singolo Hurt/Personal Jesus.
Ballata acustica,[1] Hurt è la traccia conclusiva di The Downward Spiral e di fatto costituisce l'epilogo del concept. Con riferimenti all'autolesionismo e alla tossicodipendenza, può essere interpretata come una lettera di suicidio scritta dal protagonista della storia.
In video, diretto da Simon Maxwell e girato in bianco e nero, mostra un'esibizione dei Nine Inch Nails tenutasi durante il Self Destruct Tour del 1995 ed è stato inserito all'interno dell'album video Closure e nell'edizione CD+DVD di The Downward Spiral.
Testi e musiche di Trent Reznor.
Hanno partecipato alle registrazioni, secondo le note di copertina di The Downward Spiral:[3]
Hurt | |
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Artista | Johnny Cash |
Genere | Country |
Pubblicazione originale | |
Incisione | American IV: The Man Comes Around |
Data | 5 novembre 2002 |
Etichetta | American |
Durata | 3:38 |
Nel 2002 il cantautore statunitense Johnny Cash ha pubblicato la propria reinterpretazione della canzone all'interno del singolo Hurt/Personal Jesus, estratto dall'album in studio American IV: The Man Comes Around.
Questa versione di Hurt è stata inserita alla posizione 15 nella lista dei 100 migliori brani musicali degli anni 2000 stilata dalla rivista Rolling Stone,[4] oltre che al quindicesimo posto della classifica "150 Best Tracks of the Past 15 Years" stilata da NME nel 2011.[5]
Rispetto all'originale, in questa cover, il verso «I wear this crown of shit» («indosso questa corona di merda») è stato cambiato in «I wear this crown of thorns» («indosso questa corona di spine»), non solo per eliminare dal testo termini scurrili, ma soprattutto come diretto riferimento a Cristo vista la profonda devozione religiosa di Cash.
Quando, in un primo momento, venne chiesto all'autore della canzone Trent Reznor cosa pensasse di una possibile incisione della sua canzone da parte di Cash, Reznor espresse lì per lì qualche perplessità, dicendosi preoccupato che la cosa potesse sembrare "caricaturale", ma una volta ascoltata la versione definitiva si disse entusiasta del risultato, tanto da dichiarare: «Questa canzone non è più mia».[6]
Il video del brano, diretto da Mark Romanek, vinse il Grammy Award al miglior videoclip nel 2004 e nel luglio 2011 è stato definito come il miglior video musicale di sempre dalla rivista NME.[7]
La cover ricevette dalla Country Music Association il premio come singolo dell'anno nel 2003. Lo stesso anno, Country Music Television nominò il video della canzone il migliore dell'anno e successivamente posizionò la canzone al secondo posto nella classifica "Songs of the Decade".[senza fonte] Hurt fu anche l'unico posizionamento di Cash nella classifica Modern Rock Tracks stilata da Billboard, dove raggiunse la 33ª posizione nel 2003.[8]