Igino Ugo Tarchetti

Igino Ugo Tarchetti, noto anche come Iginio Ugo Tarchetti, nato Igino Pietro Teodoro Tarchetti (San Salvatore Monferrato, 29 giugno 1839[1]Milano, 25 marzo 1869), è stato uno scrittore, poeta e giornalista italiano. Collaborò con le testate Rivista minima, Il giornale per tutti, La settimana illustrata, Il gazzettino rosa, Il pungolo, e tentò di lanciare senza successo un periodico proprio, il Piccolo giornale[2].

Biografia

Igino Pietro Teodoro Tarchetti (Iginio è il nome con cui si firmava, mentre lo pseudonimo Ugo fu aggiunto a partire dal 1864, in omaggio a Ugo Foscolo)[3][4] nacque a San Salvatore Monferrato, vicino ad Alessandria, nel 1839.[1] Studiò a Casale e a Valenza, e si arruolò giovane nell'esercito, partecipando a varie campagne per la repressione del brigantaggio nel Sud Italia.[3] Descrizioni delle cronache del suo tempo ci descrivono Tarchetti come un giovane alto all'incirca un metro e ottantaquattro, con volto ovale, il naso diritto, gli occhi azzurri: un bell'uomo, capace di provare e scatenare grandi passioni.[5]

Nel 1863 a Varese intrecciò una relazione sentimentale con Carlotta Ponti, testimoniata da varie lettere del suo epistolario. Trasferitosi a Milano l'anno successivo per motivi di salute, entrò in contatto con gli ambienti della Scapigliatura e strinse fraterna amicizia con Salvatore Farina. In questi anni compose e pubblicò lo scritto teorico Idee minime sul romanzo e il romanzo di scarso successo Paolina (entrambi usciti sulla Rivista minima nel 1865).[4]

Verso il mese di novembre del 1865 Tarchetti, che si trovava a Parma per incarichi militari, conobbe una donna, una certa Carolina (o forse Angiolina), parente di un suo superiore, malata di epilessia e prossima alla morte. Pur non essendo bella, questa suscitò subito un'attrazione da parte dello scrittore, forse per i grandissimi occhi neri e le trecce color ebano. Tarchetti stesso così la descrive: "Quell'infelice mi ama perdutamente… il medico mi disse che morrà fra sei o sette mesi, ciò mi lacera l'anima, vorrei consolarla e non ho il coraggio, vorrei abbellire d'una misera e fuggevole felicità i suoi ultimi giorni e v'ha la natura che mi respinge da lei".[6] La relazione fra i due fu uno scandalo e la donna fu fonte di ispirazione per il personaggio di Fosca nell'omonimo romanzo (1869).

Nel 1865 Tarchetti abbandonò la vita militare per problemi di salute, trasferendosi definitivamente a Milano. Qui trascorse i suoi ultimi anni, frequentando salotti culturali (come quello della contessa Clara Maffei)[4] e conducendo una frenetica attività letteraria che portò alla pubblicazione di articoli, romanzi, racconti e poesie.[7]

Malato di tisi, morì per una febbre tifoide il 25 marzo del 1869 in casa dell'amico Salvatore Farina, venendo sepolto al Cimitero monumentale di Milano[4][5] e successivamente trasferito al cimitero di San Salvatore Monferrato. La fine avvenne ben prima di quella della malata Carolina, che – si dice – gli sopravvisse e onorò la scomparsa del poeta il 1º novembre di ogni anno, mandando fiori alla sua lapide.

Opere

«Scrivere per noi per rileggere, per ricordare in segreto, per piangere in segreto. Ecco perché scrivo [...] Io scrivo ora per me medesimo.»

Frontespizio dei Racconti fantastici, 1869

Tarchetti fu uno dei più importanti esponenti della Scapigliatura milanese. Anticonformista e tendente alla malinconia e alle fantasie macabre, ha lasciato diverse opere tra romanzi, racconti e poesie. Si tratta in certi casi di opere di critica sociale, spesso supportanti tesi antimilitariste, altre volte di racconti che presentano un certo gusto per il macabro, l'abnorme e il patologico, frutto in particolare della lettura delle opere di Poe e Hoffmann. Il suo capolavoro è però il romanzo Fosca, pubblicato postumo e terminato dall'amico Salvatore Farina.[8] Dal romanzo, nel 1981, il regista Ettore Scola trasse il film Passione d'amore.

Ed. A Tedeschi XIX, parole di Iginio U. Tarchetti, musica di Francesco Paolo Frontini.

Romanzi

Racconti

Poesie

Scritti teorici

Traduzioni

Liriche musicate

Omaggi

Note

  1. ^ a b La data di nascita è stata stabilita con certezza dallo studioso Giuseppe De Giovanni, dopo che in molti l'avevano posticipata al 1841. Cfr. E. Ghidetti, Tarchetti e la Scapigliatura lombarda, Libreria Scientifica Editrice, Napoli 1968, p. 48.
  2. ^ Tarchetti sul sito Officinae.net.
  3. ^ a b L. Spalanca, Vita e opere di Igino Ugo Tarchetti in: I.U. Tarchetti, Una nobile follia, a cura di L. Spalanca, Giorgio Pozzi, Ravenna 2009, p. 24.
  4. ^ a b c d Cfr. la Notizia bio-bibliografica a cura di R. Carnero per: I.U. Tarchetti, Una nobile follia, Oscar Mondadori, Milano 2004, pp. XXVII-XXVIII.
  5. ^ a b Scheda dedicata a Tarchetti Archiviato il 26 maggio 2011 in Internet Archive. sul sito Letteratura al femminile.
  6. ^ Tarchetti sul sito Oblique.
  7. ^ Biografia di Tarchetti Archiviato il 29 giugno 2009 in Internet Archive. su Liber Liber.
  8. ^ G. Baldi, S. Giusso, M. Razetti, G. Zaccaria, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Paravia 2000, vol. 3/1 (La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo), p. 24.
  9. ^ Alessandro Mauro, Elapsus - De Andrè e Tarchetti, su elapsus.it. URL consultato l'11 gennaio 2017.

Bibliografia

Opere

Saggi critici

Voci correlate

Altri progetti

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