L'impianto di riprocessamento di La Hague è un centro di riprocessamento del combustibile nucleare esausto in cui vengono trattate scorie nucleari provenienti dalle centrali nucleari dislocate in Francia e parte delle scorie provenienti da reattori di Germania, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi e Giappone, per poterne estrarre alcuni elementi radioattivi.
Il sito riprocessa anche parte delle scorie nucleari prodotte dalle centrali nucleari italiane[1] durante il loro periodo di attività.
Entrato in servizio nel 1966, l'impianto è sito presso il cap de la Hague, nei comuni di Jobourg, Omonville-la-Petite, Digulleville e Beaumont-Hague, a nord-est della punta della penisola del Cotentin, 25 chilometri a ovest di Cherbourg, nel dipartimento della Manica[2]. L'impianto è gestito dalla filiale Areva NC del gruppo Areva. Vi lavorano circa 6.000 persone[3], di cui 3.000 direttamente per Areva NC[4].
Nei pressi dell'impianto si trova il Centro di stoccaggio di scorie nucleari della Manica.
Nel 2005 il complesso industriale ha riprocessato 1.100 tonnellate di combustibile esausto, a fronte di una capacità prevista (per gli impianti UP2-800 e UP3) di 1.700 tonnellate/anno.
All'uscita dal reattore, un combustibile nucleare esausto contiene circa il 94% di materiale fissile (93% di uranio e 1% di plutonio) con un 5% di prodotti di fissione ed attinidi.[5] Questi vengono isolati e trattati per vetrificazione, in previsione di un loro stoccaggio in profondità. I rifiuti provenienti dall'estero sono invece rispediti al cliente.
Il plutonio recuperato è inviato alla sito nucleare di Marcoule o impiegato per la produzione di combustibile MOX. Il nitrato di uranile viene invece successivamente convertito in ossido di uranio (U3O8) per poter essere successivamente arricchito e impiegato nella produzione di nuovo combustibile.