Francobollo rumeno del 1959 su Laika.

Laika (in russo Ла́йка?, Lajka, "Piccolo abbaiatore", Mosca, 1954Spazio, 3 novembre 1957) è uno dei nomi con cui è nota la cagnolina che il 3 novembre 1957 fu imbarcata a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2, diventando così il primo animale ad orbitare intorno alla terra nonché il primo essere vivente ad essere andato nello spazio.[1]

Il personale sovietico era solito chiamare la cagnolina con il nome di Kudryavka (in italiano "Ricciolina"), mentre il nome con cui è nota in Occidente deriva da un possibile fraintendimento tra i giornalisti occidentali ed i responsabili della missione, che, facendo riferimento alla razza del cane, indicarono la cagnolina come Laika (nome russo per varie razze di cane simili agli husky). La stampa statunitense la soprannominò Muttnik, unendo il termine inglese per meticcio e la parola Sputnik.

La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo e acqua, ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall'inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza respiratoria.

Pianificazione della missione

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Dopo il successo dello Sputnik 1 fu subito chiaro che al lancio del primo satellite sarebbero subito seguiti degli altri e si ritenne indispensabile lanciare a breve termine anche degli esseri umani nello spazio. All'epoca erano in via di completamento due satelliti del tipo Sputnik, tuttavia nemmeno uno sarebbe stato pronto prima del 7 novembre 1957: il progetto iniziale di lanciare uno di questi con un essere vivente a bordo il giorno del quarantesimo anniversario della Rivoluzione d'ottobre sarebbe fallito. Si decise pertanto di avviare la costruzione di un quarto satellite meno sofisticato che secondo i piani sarebbe stato pronto e lanciato entro il 7 novembre.

Per quanto riguarda la scelta di Laika, invece, ben poco è stato reso noto. Ancor oggi non si sa quali considerazioni abbiano spinto alla decisione di utilizzare un cane come primo passeggero a bordo di un satellite, anche se è intuibile che le dimensioni ridotte dell'animale possano aver giocato un ruolo fondamentale nella scelta. I cani erano gli animali scelti nell'ambito del programma spaziale sovietico. Secondo la versione ufficiale, la cagnetta Laika era un cane randagio trovato a Mosca, che all'epoca doveva avere all'incirca tre anni. Sempre secondo la stessa versione sarebbe un cane meticcio, per metà Husky e per metà Terrier, anche se non poté mai essere stabilita con certezza la razza dei suoi genitori. Per quanto riguarda invece il metodo di selezione e i criteri con i quali si sia deciso di utilizzare proprio lei, non si ebbe mai nessuna dichiarazione ufficiale.

Preparazione alla missione

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Sia l'URSS sia gli Stati Uniti d'America non avevano all'epoca alcuna esperienza nell'inviare esseri viventi nello spazio e ancor meno sapevano se il corpo di questi potesse sopravvivere per lunghi periodi in situazioni di assenza di gravità. Le uniche informazioni disponibili erano quelle ricavate da voli suborbitali ad altissima quota. Apparve quindi subito necessario raccogliere informazioni al riguardo del comportamento del corpo nello spazio prima di poter passare al lancio di navicelle con equipaggi umani a bordo.

Per le missioni Sputnik si selezionarono in tutto tre cani: Albina, Muschka e Laika. Albina fu la prima ad assolvere un volo suborbitale e sarebbe stata usata in caso di necessità come sostituta di Laika, mentre Mushka venne usata per testare i sistemi vitali della capsula. Tutte e tre le cagnette furono sottoposte a un allenamento intensivo che venne diretto da Oleg Gazenko, colui che aveva scelto Laika come la predestinata al primo volo spaziale e responsabile del programma.

Durante la fase di addestramento gli animali venivano abituati a spazi angusti e rimanevano anche per 20 giorni consecutivi in gabbie strettissime. Ciò fece sì che gli animali soffrissero notevolmente sotto un punto di vista psicologico e fisiologico, tanto che Laika cominciò a divenire sempre più irrequieta e per un certo periodo l'addestramento dovette essere sospeso. In una seconda fase gli animali ma soprattutto Laika vennero sottoposti a simulazioni di lancio in centrifughe, all'interno delle quali si riproducevano le vibrazioni e i rumori che avrebbero poi caratterizzato il lancio. Durante queste simulazioni si misurarono pressioni del sangue fino a 65 mmHg e un polso che batteva con frequenza quasi doppia. Infine secondo una versione non ufficiale la cagnetta sarebbe già stata messa a bordo del satellite tre giorni prima del lancio. Durante questo periodo l'animale sarebbe stato accudito da due tecnici che avrebbero garantito il benessere dell'animale.

Viste le basse temperature della stagione la capsula sarebbe stata quindi collegata con un impianto di riscaldamento, che avrebbe mantenuto una temperatura costante all'interno della capsula. Infine, prima del lancio, degli elettrodi sarebbero stati fissati sul corpo dell'animale per trasmettere alla centrale di controllo i segnali vitali, quali polso, pressione e respirazione. In tutto la capsula pesava 500 kg, ai quali si dovevano aggiungere i sei chilogrammi di peso dell'animale. L'interno del satellite era foderato e lo spazio interno era sufficientemente ampio da permettere a Laika di stare sdraiata o in piedi. La temperatura interna era regolata sui 15 °C e un sistema di refrigeramento doveva proteggere l'animale da sbalzi termici eccessivi. A bordo si trovavano quindi ancora cibo e acqua preparati sotto forma di gel.

Il lancio

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Il razzo con a bordo Laika venne lanciato il 3 novembre 1957 alle 2:30 dal Cosmodromo di Bajkonur. Secondo i dati telemetrici inviati dal satellite, si rilevò un polso notevolmente accelerato e si dovette aspettare che la forza di gravità incominciasse a ridursi per notare una diminuzione della frequenza cardiaca. Secondo quanto rivelato da fonti ufficiali si ricevette per circa sette ore un segnale prima di non captare più nessun segnale di vita dalla capsula. La versione ufficiale dell'epoca data dal governo sovietico è che Laika sopravvisse per "oltre quattro giorni".

Il satellite rientrò in atmosfera 5 mesi più tardi, il 14 aprile 1958, dopo aver compiuto 2.570 giri intorno alla Terra. Un eventuale rientro in orbita terrestre non era possibile dal momento che la capsula non era in grado di rientrare in atmosfera, perché sprovvista di uno scudo termico: il satellite andò così completamente distrutto durante il rientro e, con esso, il corpo di Laika.

Il lancio rappresentò un successo dal punto di vista tecnico, considerando sia le conoscenze tecniche dell'epoca sia il poco tempo messo a disposizione ai progettisti per la costruzione della capsula. La missione di Laika non fu però l'ultima: dopo di lei altri cani furono lanciati nello spazio a bordo di satelliti, e il 20 agosto 1960 le cagnoline Belka e Strelka furono le prime a rientrare sane e salve a terra da una missione spaziale a bordo del satellite Sputnik 5.

Reazioni da parte dell'opinione pubblica

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Il lancio di Laika nello spazio fu come per il lancio dello Sputnik 1 un evento shock nel mondo. L'URSS aveva dimostrato con ciò di essere in notevole vantaggio per quanto riguarda la costruzione di satelliti e quindi anche con la costruzione dei vettori, che vantavano capacità di carico maggiori e pertanto anche gittate maggiori. Nonostante la costruzione in tempo record, lo Sputnik 2 poteva vantare una propulsione ancora maggiore del suo predecessore e fu in grado di raggiungere orbite più alte.

Questo evento aveva dimostrato che l'Unione Sovietica disponeva sia dei mezzi sia delle tecnologie necessarie per poter portare in orbita testate nucleari e di poter colpire indipendentemente dalla portata dei suoi bombardieri ogni paese sul globo, utilizzando uno dei suoi vettori. Gli USA accelerarono immediatamente il proprio programma spaziale costruendo un primo satellite che chiamarono Vanguard TV3. Ma il ritardo accumulato e la mancanza di conoscenze fecero sì che la missione fallisse, causando la perdita del satellite e del vettore nella primissima fase di lancio. Gli Stati Uniti sarebbero riusciti solo il 31 gennaio 1958 a mandare in orbita il loro primo satellite, l'Explorer 1, seguito poi il 17 marzo 1958 dal Vanguard 1.

La presunta morte di Laika fu però anche causa di una serie di azioni di protesta nei confronti di ambasciate sovietiche in tutto il mondo, portando in primo piano la discussione sull'utilizzo di animali per scopi scientifici.

Solo con la fine della Guerra fredda alcune informazioni furono rese ufficiali. Nell'ottobre 2002 furono resi noti i risultati di nuove ricerche compiute da uno scienziato russo (Dmitrij Malashenkov), che rivelarono che Laika sopravvisse unicamente per un periodo compreso tra le 5 e le 7 ore dopo il decollo a causa degli sbalzi di temperatura caldo-freddo. Per quanto riguarda la vera e propria causa di morte dell'animale, furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra loro: secondo una prima versione resa ufficiale, l'animale sarebbe morto a causa degli sbalzi termici a bordo della navicella, mentre secondo una versione più recente la causa di morte fu data da asfissia a causa di un guasto all'impianto di aerazione.

Secondo un'intervista fatta nel 1998 con Oleg Gazenko, responsabile della missione, lui stesso avrebbe espresso rammarico per la morte dell'animale, ritenendo che il lancio di Laika fu un sacrificio inutile; ben poche informazioni poterono essere raccolte da tale missione e la probabile morte prematura dell'animale potrebbe aver compromesso la missione dal punto di vista scientifico.[2]

Omaggi a Laika

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Durante la missione Mars Exploration Rover la NASA chiamò ufficiosamente questo suolo "Laika"

La missione a bordo dello Sputnik 2 rese sicuramente Laika uno degli animali più famosi al mondo, tanto da essere ricordata tra i cosmonauti morti in missione e in numerosi omaggi nella cultura popolare:

Note

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  1. ^ (EN) Smithsonian Magazine, Alice George, The Sad, Sad Story of Laika, the Space Dog, and Her One-Way Trip into Orbit, su Smithsonian Magazine. URL consultato il 23 dicembre 2021.
  2. ^ La misteriosa fine spaziale di Laika, su corriere.it, 7 novembre 2002. URL consultato il 3 novembre 2007.
  3. ^ Laika Caravans: camper van, mansardati, profilati e motorhome | Laika, su www.laika.it, 2 agosto 2020. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Cinema, su Discogs, Zink Media.
  5. ^ LaikaCoin, su laikacoin.com.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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