Marburgo
Città con status speciale
(DE) Marburg
Marburgo – Stemma
Marburgo – Veduta
Marburgo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
Land Assia
DistrettoGießen
CircondarioMarburgo-Biedenkopf
Amministrazione
SindacoThomas Spies (SPD)
Territorio
Coordinate50°49′N 8°46′E / 50.816667°N 8.766667°E50.816667; 8.766667 (Marburgo)
Altitudine186 m s.l.m.
Superficie123,91 km²
Abitanti77 845[1] (31-12-2022)
Densità628,24 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale35037, 35039, 35041 e 35043
Prefisso06421, 06420 e 06424
Fuso orarioUTC+1
Codice Destatis06 5 34 014
TargaMR
Cartografia
Mappa di localizzazione: Germania
Marburgo
Marburgo
Marburgo – Mappa
Marburgo – Mappa
Sito istituzionale

Marburgo (in tedesco Marburg) è una città tedesca situata nel land dell'Assia.

Marburgo, che è sede di una famosa Università e di vari centri di ricerca tra cui la branca di microbiologia dell'Istituto Max Planck, si fregia del titolo di "Città con status speciale" (Sonderstatusstadt).

Geografia fisica

Marburgo si trova nel centro dell'Assia, all'incirca a metà strada tra Francoforte sul Meno e Kassel, a circa 77 chilometri in linea d'aria da entrambe le città. Si estende per 9 km da nord a sud e per 6 km da est a ovest, è attraversata dal fiume Lahn tra i Lahnberge a est e il Marburger Rücken a ovest[2].

Storia

La Elisabethkirche, finita di costruire nel 1283

Preistoria e storia antica

Le prime tracce di insediamenti nella zona di Marburgo sono documentate per il periodo della glaciazione di Würm: sia sul Lahnberge[3] che nell'area tra il Neuhöfen e il Dammühle[4] sono stati trovati raschiatoi e altri strumenti che potrebbero indicare un insediamento risalente a quel periodo. Reperti di ceramica lineare indicano insediamenti nell'età neolitica. Secondo Demandt[5], la cultura di Rössen e la cultura di Michelsberg si sono sovrapposte. Ulteriori sovrapposizioni culturali possono essere rintracciate sulla base di reperti della cultura tombale individuale, della ceramica cordata e della cultura del vaso campaniforme. I successivi insediamenti nell'area di Marburgo sono documentati nell'età del bronzo, tra l'altro, da numerosi tumuli di quel periodo. I resti di una tomba dell'età del bronzo più recente si possono vedere nell'Orto Botanico di Marburgo.

Una struttura rinforzata a forma di mezzaluna sul vicino Schanzenkopf, il cosiddetto Heimburg[6], può essere attribuita al periodo tardo merovingio e indica un insediamento intorno al 700 d.C.

Fondazione della città e Medioevo

Le prime tracce di un castello a Marburgo risalgono al IX-X secolo, quale possedimento della dinastia dei Giso. Con la morte di Giso IV di Gudenberg, il langravio Ludovico I di Turingia ereditò, per matrimonio, i possedimenti dell'Assia-Gudensberg. Le prime notizie scritte del castello sullo Schlossberg risalgono al 1138/39. I primi residenti di Marburgo probabilmente si trasferirono dalle città circostanti, ora deserte, inglobando i villaggi di Weidenhausen e Zahlbach. Le prime notizie di una zecca cittadina, e quindi la presenza di un mercato, risalgono al 1140. Del 1180 la prima cinta muraria. Nel 1222 Marburgo ottenne il Titolo di città.

Marburgo acquisì grande importanza quando Elisabetta d'Ungheria, vedova del langravio Ludovico IV di Turingia, la scelse come residenza nel 1228, ove fece costruire un ospedale, nel quale si dedicò alla cura dei malati e degli infermi. Elisabetta, morta nel 1231, fu canonizzata nel 1235. In quello stesso anno l'Ordine Teutonico iniziò la costruzione della Chiesa di Santa Elisabetta, destinata al culto della santa e Marburgo divenne meta di pellegrinaggi.

Marburgo capitale dell'Assia

Tra il 1248 e il 1604 Marburgo fu, con poche interruzioni, la residenza dei Langravi di Assia-Marburgo. Con la morte di Enrico Raspe, ultimo langravio di Turingia, Sofia di Turingia, figlia di Sant'Elisabetta, fece proclamare langravio suo figlio Enrico I d'Assia nel 1247. A seguito della Guerra di successione della Turingia (1247-1264) Enrico fu proclamato langravio dell'Assia divenuta indipendente. Nel 1292 il re Adolfo di Nassau lo nominò Reichsfürst (principe del regno), liberandolo dall'influenza dell'arcivescovo. Per Marburgo fu un periodo di espansione: la consacrazione della chiesa di Santa Elisabetta nel 1283, la gotica chiesa parrocchiale di Santa Maria, il monastero francescano a Barfüßertor (1234), il monastero domenicano di Weidenhausen (1291), il ponte di Weidenhausen che collega le due rive del fiume Lahn (anno 1250 circa).

Perdita di importanza a favore di Kassel

Con la morte di Enrico I nel 1308, il langraviato venne diviso tra i due figli: a Ottone I l'Assia Superiore (con capitale Marburgo e le città di Gießen, Grünberg e Alsfeld), a Giovanni l'Assia Inferiore (con capitale Kassel e le città di Homberg (Efze), Melsungen e Rotenburg an der Fulda). Con la morte di Giovanni nel 1311, Ottone I riunì i due principati alternando la residenza tra Kassel e Marburgo. Nel 1319 la città fu devastata da un incendio, immediatamente ricostruita con le caratteristiche case a graticcio. Ottone I condusse una lunga faida contro l'arcivescovo di Magonza, che suo figlio Enrico II e suo nipote Ermanno II continuarono e che si concluse con la Guerra delle stelle (Sternerkrieg, 1371-1373). Le manovre degli eserciti portò a Marburgo la pandemia di peste nera nel 1348/49. Dopo la morte di Luigi I, figlio di Ermanno II, il langraviato fu nuovamente diviso: l'Assia Superiore andò a Enrico III dal 1458 al 1483 e a Guglielmo III dal 1483 al 1500; quando morì senza figli, il langraviato venne riunito sotto il cugino Guglielmo II d'Assia.

Riforma e Università

Il figlio di Guglielmo II, Filippo I d'Assia, divenuto langravio nel 1518 all'età di 13 anni, nel 1524 aderì alla Riforma protestante e nel 1527 fondò la seconda università protestante, dopo Legnica (1526), che da allora è stata il fattore economico più importante della città e tale è rimasta. L'Università comprendeva anche il ginnasio Philippinum e l'Istituto per le borse di studio dell'Assia, considerato il più antico collegio studentesco di Germania.

Nel 1529, per iniziativa di Filippo I, a seguito della conferma dell'editto di Worms, si tennero i colloqui di Marburgo al fine di conciliare le divergenze teologiche tra Martin Lutero e Ulrico Zwingli.

Dopo la morte di Filippo I, il 31 marzo 1567, il Langraviato d'Assia venne suddiviso tra i quattro figli maschi avuti dalla prima moglie: l'Assia-Kassel a Guglielmo IV d'Assia-Kassel, l'Assia-Marburgo a Luigi IV d'Assia-Marburgo, l'Assia-Rheinfels a Filippo II d'Assia-Rheinfels e l'Assia-Darmstadt a Giorgio I d'Assia-Darmstadt.

Con la morte nel 1604 di Luigi IV d'Assia-Marburgo, luterano, Luigi V d'Assia-Darmstadt ereditò metà dell'Assia-Marburgo mentre l'altra metà andò a Maurizio d'Assia-Kassel. Avendo il langravio Maurizio abbracciato il calvinismo, in contraddizione alla volontà di Luigi IV, Luigi V rivendicò tutta l'Assia-Marburgo.

Dalla Guerra dei Trent'anni al Regno di Prussia

La controversia per il controllo di Marburgo si inserì nel contesto più ampio della Guerra dei Trent'anni, in cui l'Assia-Kassel si schierò con i protestanti e l'Assia-Darmstadt si schierò con l'imperatore asburgico. Nel 1623 Marburgo fu temporaneamente occupata dalle truppe di Tilly. Nemmeno l'Hauptakkord del 24 settembre 1627, che conferiva Marburgo all'Assia-Darmstadt, pose definitivamente termine alla disputa. Nel 1645 la reggente Amalia Elisabetta di Hanau-Münzenberg iniziò la Guerra dell'Assia con l'assedio di Marburgo. Il conflitto fu definitivamente risolto nel 1648 alla vigilia della Pace di Vestfalia: l'Assia Superiore fu definitivamente divisa, Marburgo venne assegnata all'Assia-Kassel, Gießen e Biedenkopf all'Assia-Darmstadt. Conseguentemente Marburgo perse importanza, rimanendo sede amministrativa e base militare.

Il ponte Elisabetta, che collega le due rive del fiume Lahn, risale al 1723.

Nel corso delle guerre napoleoniche, nel 1807 le fortificazioni del castello furono rase al suolo. Marburgo divenne in seguito capoluogo del Dipartimento del Werra come parte del Regno di Vestfalia sotto Girolamo Bonaparte. In questo periodo avvenne anche lo scioglimento dell'Ordine Teutonico, che fino ad allora aveva avuto molta influenza sulla città.

Nel 1850 fu inaugurata la linea ferroviaria Kassel-Marburg, dal 1852 prolungata a Francoforte sul Meno (linea Main-Weser). La stazione ferroviaria, sulla riva orientale del Lahn, contribuì allo sviluppo urbano della città.

Nell'ambito dell'Elettorato d'Assia Marburgo fu capoluogo di un distretto dell'Alta Assia dal 1821 al 1868 e annessa al Regno di Prussia nel 1866, al termine della guerra austro-prussiana.

Dal 1866 al 1932

Dopo l'annessione dell'Assia alla Prussia l'Università di Marburgo conobbe un nuovo sviluppo che portò a una rapida crescita della città. Nel giro di pochi decenni il numero dei residenti triplicò, il numero degli studenti decuplicò e molti cittadini di Marburgo guadagnarono affittando stanze agli studenti[7]. Sorsero nuovi quartieri fuori dalle mura medievali sulla riva destra del fiume Lahn. Dopo il 1900 furono urbanizzate anche le aree a sinistra del Lahn.

La Scuola di Marburgo, fondata da Hermann Cohen, professore presso l'Università di Marburgo tra il 1873 al 1912, aderì al neokantismo. Principali esponenti, oltre allo stesso Cohen, furono Paul Natorp e Ernst Cassirer.

Al collegamento tra le due rive del Lahn si aggiunse il ponte Schützenpfuhl, costruito nel 1892.

A seguito di una riorganizzazione amministrativa, nel 1929 Marburgo divenne un distretto autonomo e nel 1931 assorbì il distretto di Ockershausen.

Il nazionalsocialismo

Nelle elezioni federali tedesche del 1933 il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori si affermò a Marburgo con il 57,6% dei voti (contro il 43,9% di tutta la Germania). I nazionalsocialisti imposero immediatamente il Gleichschaltung (allineamento) di tutte le associazioni della città nonché il rogo dei libri (10 maggio 1933). Il 17 giugno 1934 il vicecancelliere Franz von Papen tenne l'ultimo discorso ufficiale all'Università, noto come "discorso di Marburgo", contro gli aspetti violenti del nazionalsocialismo. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, la notte dei cristalli, la Sinagoga sulla Universitätsstrasse fu incendiata dai militanti delle SA. Quella stessa notte 31 ebrei furono arrestati e internati nel campo di concentramento di Buchenwald. Nel 1941-1942 gli ultimi 267 ebrei di Marburgo e dintorni furono deportati nei campi di concentramento; la deportazione dei Sinti e dei Rom avvenne il 23 marzo 1943.

Nel corso della Seconda guerra mondiale Marburgo ebbe relativamente pochi danni. Le bombe alleate distrussero circa il 4% della città[8]. La stazione ferroviaria fu attaccata in quanto importante nodo ferroviario e gravemente danneggiata nel bombardamento del 22 febbraio 1945. Le distruzioni riguardarono anche il dipartimento di chimica dell'Università, diversi edifici della clinica universitaria, tra cui la clinica oculistica e la clinica chirurgica, nonché il maneggio coperto di Ortenberg. Il 28 marzo 1945, intorno a mezzogiorno, la 3ª divisione corazzata dell'Esercito degli Stati Uniti, sotto il comando del maggior generale Maurice Rose, entrò a Marburgo.

Dopo la Seconda guerra mondiale

Le espulsioni dall'Europa orientale, successive alla fine della Seconda guerra mondiale, contribuirono al rapido aumento della popolazione. Per sopperire alla carenza di alloggi nel 1963 il Consiglio comunale decise di urbanizzare il quartiere di Richtsberg e in seguito la ristrutturazione del centro storico.

Nel 1972 Marburgo ospitò la 12ª Fiera dell'Assia in occasione del 750º anniversario della fondazione della città. Con la riforma regionale dell'Assia, nel 1974 il circondario di Marburgo venne unito a quello di Biedenkopf nel nuovo circondario di Marburgo-Biedenkopf.

La Dichiarazione di Marburgo sull'omeopatia è stata redatta nel 1972 da un gruppo di accademici dell'Università di Marburgo contro l'intenzione di introdurre per gli esami di Medicina test relativi all'omeopatia[9].

La Clinica universitaria di Marburgo nel 2006 è stata privatizzata e fusa con quella di Gießen nella Clinica universitaria di Gießen e Marburgo[10]. Con oltre 4 500 dipendenti e più di 24 000 studenti (anno accademico 2019/2020)[11], l'Università è ancora il fattore economico più importante della città.

In vista del 6º Congresso internazionale di psicoterapia e pastorale sul tema "Identità: il filo rosso della mia vita" (a Marburgo dal 20 al 24 maggio 2009) venne presentata la dichiarazione "Per la libertà e l'autodeterminazione, contro gli sforzi totalitari delle associazioni lesbiche e gay", denunciando una presunta intolleranza da parte delle organizzazioni LGBT[12]. L'organizzazione delle lesbiche e dei gay dell'Università di Colonia (LUSK) rispose, con la "Dichiarazione di accettazione e uguaglianza", che «l'orientamento sessuale, come parte della propria identità, fa parte della dignità umana»[13].

Il 25 maggio 2009 Marburgo ha ricevuto dal governo federale il titolo di Ort der Vielfalt ("Luogo della diversità" contro gli estremismi)[14].

Il 30 settembre 2015 Marburgo ha ricevuto il titolo di "Città europea della Riforma" dalla Comunione delle Chiese Protestanti in Europa (Concordia di Leuenberg)[15].

Il 26 marzo 2021 l'EMA ha autorizzato la BioNTech alla produzione del vaccino anti COVID-19 nello stabilimento di Marburgo[16][17].

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Architetture civili

Università

L'ospedale universitario

La Philipps-Universität Marburg, fondata nel 1527, conta circa 30 000 studenti e 21 Facoltà.[33] Il policlinico universitario UKGM, una società privata dal 2006, è fuso dal 2005[34] con l'ospedale universitario di Gießen, città dell'Assia anch'essa sede di un'Università. La sede di Marburgo del policlinico conta 1 185 posti letto.

Musei

Amministrazione

Gemellaggi

Note

  1. ^ Ente statistico d'Assia - Dati sulla popolazione
  2. ^ (DE) Geographische Landesaufnahme Naturräumliche Gliederung (PDF), su geographie.giersbeck.de.
  3. ^ (DE) Karl Anton Müller, Kurmainzisch Land am Lahnberg. Bauerbach und Ginseldorf, Magistrat der Stadt Marburg, Marburg, 1975.
  4. ^ (DE) Rudolf Grenz, Die Vor- und Frühgeschichte von Marburg an der Lahn, in: Erhart Dettmering, Rudolf Grenz (curatori) Marburger Geschichte, Rückblick auf die Stadtgeschichte in Einzelbeiträgen, Magistrat der Stadt Marburg, Marburg, 1982
  5. ^ (DE) Karl E. Demandt, Geschichte des Landes Hessen, 2ª edizione, Stauda, Kassel, 1980.
  6. ^ (DE) Burgen, Schlösser, Herrenhäuse, su lagis-hessen.de.
  7. ^ «La gente di Marburgo vive di uno studente sotto il tetto e di due capre in cantina.» Hans Friebertshäuser, Land und Stadt im Wandel, Mundart und bäuerliche Arbeitswelt im Landkreis Marburg-Biedenkopf, Marburg, 1991, p. 8
  8. ^ (DE) Deutscher Städtetag, Statistisches Jahrbuch deutscher Gemeinden, Braunschweig, 1952, p. 386.
  9. ^ (DE) Marburger Erklärung zur Homöopathie (PDF), su physioklin.de. URL consultato il 24 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2021).
  10. ^ (DE) Über Uns, su ukgm.de.
  11. ^ (DE) Aktuelle Zahlen auf einen Blick, su uni-marburg.de. URL consultato il 13 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2020).
  12. ^ (DE) Initiative „Für Freiheit und Selbstbestimmung“, su webcitation.org, 20 aprile 2009.
  13. ^ (DE) Erklärung für Akzeptanz und Gleichberechtigung, su lusk.de. URL consultato il 6 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
  14. ^ (DE) Den Titel „Ort der Vielfalt“ erhalten diesmal (PDF), su bmfsfj.de.
  15. ^ (EN) Welcome to the European Cities of the Reformation!, su reformation-cities.eu.
  16. ^ Ema autorizza 2 impianti produzione vaccini in Germania e Paesi Bassi, su reuters.com, 26 marzo 2021.
  17. ^ Elena Tebano, Così si prepara il vaccino Pfizer-BioNtech: 50mila passaggi diversi e ingredienti da milioni di euro, su corriere.it, 17 aprile 2021.
  18. ^ (DE) Universitätskirche Marburg, su universitaetskirche.de.
  19. ^ (DE) Lutherische Pfarrkirche St. Marien, su marburg-tourismus.de. URL consultato il 31 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2021).
  20. ^ (DE) Kugelkirche Marburg, su marburg-net.de.
  21. ^ (DE) Uni nutzt historisches Gebäude länger, su Oberhessische Presse, 25 gennaio 2018. URL consultato il 31 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2022).
  22. ^ (DE) Michelchen (St. Michaelskapelle Marburg), su marburg-net.de.
  23. ^ (DE) Deutschhauskeller, su uni-marburg.de.
  24. ^ (DE) Peter J. Bräunlein, Das Gebäude des Alten Landgerichts, su uni-marburg.de, 2005.
  25. ^ (DE) Rathaus Marburg, su doatrip.de.
  26. ^ (DE) Nikolaistraße, Marburg, su marburg-net.de.
  27. ^ (DE) Bückingsches Haus & Marburger Kunstverein, su deutsche-digitale-bibliothek.de.
  28. ^ (DE) Steinernes Haus, su marburg-tourismus.de.
  29. ^ (DE) Barfüßerstraße, Marburg, su marburg-net.de.
  30. ^ (DE) Kilian [collegamento interrotto], su marburg-tourismus.de.
  31. ^ (DE) Grüner Mühle an der Lahn, su komoot.de.
  32. ^ (DE) Spiegelslustturm, su spiegelslustturm.de. URL consultato il 4 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2012).
  33. ^ Philipps-Universität Marburg, Studierendenstatistik für das Sommersemester 2015 (PDF), su uni-marburg.de.
  34. ^ Universitätsklinikum Giessen und Marburg - Geschichte
  35. ^ (DE) Kunstmuseum, su uni-marburg.de.
  36. ^ (DE) Landgrafenschloss, su uni-marburg.de.
  37. ^ (DE) Das Mineralogische Museum der Philipps-Universität, su uni-marburg.de.
  38. ^ (DE) Ethnographische Sammlung, su wissenschaftliche-sammlungen.de.
  39. ^ (DE) Religionskundliche Sammlung, su uni-marburg.de.
  40. ^ (DE) Museum Anatomicum - Medizinhistorisches Museum, su uni-marburg.de.
  41. ^ (DE) Martin Duru, Das Museum Anatomicum, su thieme.de, 8 marzo 2012.
  42. ^ Lenchen: vezzeggiativo di Helene
  43. ^ (DE) Polizei-Motorsport-Club Marburg 1990 e.V., su polizeioldtimer.de.
  44. ^ (DE) Marburger Haus der Romantik, su hessischer-literaturrat.de.
  45. ^ città gemellate con Sibiu dal suo sito ufficiale, su sibiu.ro. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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