Moloch | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | Molokh |
Lingua originale | tedesco |
Paese di produzione | Russia, Germania |
Anno | 1999 |
Durata | 102 minuti |
Genere | drammatico, grottesco |
Regia | Aleksandr Sokurov |
Sceneggiatura | Yury Arabov, Marina Koreneva |
Produttore | Thomas Kufus, Rio Santanai, Viktor Sergeyev |
Produttore esecutivo | Fabrica, Fusion Product, Goskino, Lenfilm Studio, Westdeutscher Rundfunk (WDR), Zero Film GmbH, arte |
Distribuzione in italiano | Istituto Luce |
Fotografia | Aleksei Fyodorov, Anatoli Rodionov |
Montaggio | Leda Semyonova |
Musiche | Richard Wagner, Franz Liszt, Norman Schultze, Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart |
Costumi | Lidiya Kryukova |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Moloch è un film del 1999 diretto da Aleksandr Sokurov, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura al 52º Festival di Cannes.[1]
Ispirandosi ai filmini amatoriali girati sulla terrazza del Berghof dalla stessa Eva Braun, che presentavano Adolf Hitler nell'intimità e nel privato, Sokurov firma la prima opera della sua tetralogia sul potere, proseguita con Toro (2001), Il Sole (2005) e Faust.
Berchtesgaden, 1942: Eva Braun fa ginnastica nel castello del Berghof, attendendo che arrivino Hitler e i suoi ospiti. Arriva l'auto del Führer, scendono Adolf Hitler, i coniugi Goebbels, Joseph e Magda, e Martin Bormann. Hitler saluta la servitù. Tra i due gerarchi serpeggia la rivalità, ma, prima di ritirarsi ciascuno nelle proprie stanze, Eva e gli altri concordano di non parlare di politica a tavola.
In camera da letto, prima di pranzo, Hitler si lamenta del suo stato di salute con Eva. La donna non gli crede, ribatte che i medici dicono al Führer solo ciò che egli vuol sentirsi dire, solo lei ha il coraggio di contraddirlo. A tavola, per tutto il tempo Hitler espone le sue teorie sugli argomenti più diversi, la dieta vegetariana, la guerra sul fronte orientale, i rapporti con l'alleato italiano, l'influenza del clima sulle caratteristiche razziali, quindi si addormenta. Poi, al suo risveglio, ordina che si faccia una passeggiata.
Hitler, Eva, i Goebbels e Bormann escono per una passeggiata nei sentieri di montagna, seguiti dalle guardie, e ballano al suono della musica. Tornati al castello, tutti si ritirano, tranne Hitler, che riceve la visita di un prete. Questi è venuto a chiedere clemenza per un disertore, internato in un lager. Hitler rifiuta. Il prete si pente di essere venuto a pregarlo come se fosse Cristo in persona; ma "non si dovrebbe pregare Cristo", ribatte Hitler, poiché "è morto e non si può ottenere nulla da lui".
Di nuovo con i suoi ospiti, il Führer guarda un cinegiornale, che giudica pessimo. Eva propone di mandare l'intera troupe ad Auschwitz, ma Hitler non conosce quel posto. A cena, Hitler espone le sue teorie sui popoli nordici, sui cechi e sui tedeschi, e sulla nuova razza che dovrà nascere, e sulla guerra. Finito il pasto, Eva si ritira in camera da letto; Hitler la segue poco dopo.
Hitler e Eva discutono. Hitler dice a Eva che se avesse voluto una vita normale non avrebbe dovuto legarsi a lui; lei gli dice quanto sia infelice di quella vita clandestina. L'indomani mattina, Hitler e i suoi ospiti ripartono. Eva si accosta all'auto di lui per salutarlo. "Sconfiggeremo la morte", le dice Hitler. "Come può essere?" - replica Eva - "La morte è la morte. Non può essere sconfitta". L'auto parte.