La necrosi (pronuncia: nècrosi o necròsi[1]) è una forma di morte cellulare in cui le membrane cellulari si sfaldano e gli enzimi cellulari fuoriescono e infine digeriscono la cellula. La necrosi provoca una reazione ospite locale, chiamata infiammazione, indotta da sostanze rilasciate da cellule morte e che serve a eliminare i detriti e avviare il successivo processo di riparazione. Gli enzimi responsabili della digestione della cellula derivano dai lisosomi e possono provenire dalle stesse cellule morenti o da leucociti reclutati come parte della reazione infiammatoria. La necrosi è spesso il culmine di un danno cellulare irreversibile che non può essere corretto. I meccanismi biochimici della necrosi variano con diversi stimoli nocivi. Questi meccanismi includono: il fallimento della generazione di energia sotto forma di ATP a causa della ridotta fornitura di ossigeno o del danno mitocondriale; inducono danno alle membrane cellulari, inclusa la membrana plasmatica e le membrane lisosomiali, che si traduce in perdite di contenuto cellulare, compresi gli enzimi; danno irreversibile ai lipidi cellulari, alle proteine e agli acidi nucleici, che possono essere causati da specie reattive dell'ossigeno (ROS); e altri.
Morfologicamente esistono i seguenti tipi distinti di necrosi:
Necrosi coagulativa: si verifica di solito in un ambiente povero di ossigeno. La forma delle cellule e l'architettura tissutale si conservano dopo la loro morte e possono essere osservate con un microscopio, come nell'infarto del miocardio: si osserva picnosi del nucleo, ipereosinofilia dei miociti, necrosi a bande di contrazione, infiltrato neutrofilo iniziale e della milza e nei reni[2]
Necrosi colliquativa o liquefativa: avviene per digestione delle cellule morte. Il tessuto normale lascia spazio a una massa liquida viscosa (pus), contenente detriti cellulari (leucocitari e non leucocitari), detriti di microrganismi (più spesso batteri), enzimi e altre proteine.[3]
Necrosi grassa o steatonecrosi: è causata dall'azione degli enzimi lipasi sui tessuti grassi, come nella pancreatite acuta.[4]
Necrosi fibrinoide: è causata da danni vascolari immuno-mediati. Si distingue per i depositi di materiale proteico simile alla fibrina sulle pareti delle arterie, che appaiono macchiate ed acidofile al microscopio ottico.[4]
Necrosi asettica o osteonecrosi: è causata dalla scarsa circolazione sanguigna che può determinare la "morte" della parte ossea colpita (es. astragalo, testa del femore).[5]
Necrosi caseosa: un misto di necrosi coagulativa e colliquativa per esempio nella tubercolosi, ha aspetto di muco.[3]
Necrosi gangrenosa: termine non specifico per tipi di necrosi, viene utilizzato in clinica per indicare situazioni quali un arto non perfuso, corrisponde a una necrosi coagulativa su più strati tissutali. La causa diretta è l'insufficiente apporto di sangue al tessuto, che spesso viene rapidamente invaso da batteri (infiammazione batterica superimposta) dando "gangrena umida".[3]