Sant'Onofrio | |
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Anacoreta | |
Morte | IV secolo |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Santuario principale | Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo |
Ricorrenza | 12 giugno |
Attributi | anziano nudo, coperto solo dei propri capelli; ulteriori suoi attributi sono l'angelo, l'ostia, il calice, la corona, la croce, il corvo, il teschio, il cammello e il perizoma di foglie |
Patrono di | commercianti di tessuti e lavoratori |
Onofrio, o Noferi, dal greco Onnóphris cioè "colui che è sempre felice", dal copto Uenofere (... – IV secolo), fu un anacoreta[1] vissuto nel deserto egiziano. È venerato come santo e viene commemorato il 12 giugno.
Secondo la leggenda era figlio di un re, a lungo desiderato, ma che, appena nato, fu indicato da un demonio come figlio di una relazione adulterina della regina: sottoposto alla "prova del fuoco", ne sarebbe uscito indenne[2]. Si isolò dedicandosi alla vita eremitica ancor molto giovane. Il vecchio vescovo e monaco egiziano Pafnuzio, desideroso di conoscere la vita degli anacoreti del deserto, lo incontrò e trascorse con lui gli ultimi giorni di vita di Onofrio cui dette sepoltura in una grotta.
Pafnuzio riportò la sua esperienza nel libro La Vita che ebbe larga diffusione in Oriente dando l'avvio al culto di sant'Onofrio che si estese per tutta l'Asia minore.
Il suo culto si diffuse in Italia attraverso Bisanzio.
È ritenuto, assieme a sant'Antonio di Padova e Graziano di Tours, protettore di chi cerca oggetti smarriti, nonché a Firenze dei tintori, ma soprattutto delle donne che cercano marito e degli studenti che hanno problemi di studio. A Palermo, è compatrono della città. Una delle preghiere tipiche, in Sicilia, per ottenere l'intercessione del Santo, recita:
Testo siciliano | Traduzione italiana |
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Santu Nofriu pilusu-pilusu |
Sant'Onofrio peloso-peloso |
Santu Nofriu pilusu-pilusu |
Sant'Onofrio peloso-peloso |
Santu Nofriu pilusu-pilusu |
Sant'Onofrio peloso-peloso |
Un altro motto recita: Bìaddu è stu santuzzu amurusu, viva Santu Nofriu 'u pilusu!
Traduzione: Bello è questo caro santo amoroso, viva Sant'Onofrio il peloso!
L'aiuto del Santo è invocato soprattutto quando il fedele vuol trovare qualcosa che ha perso, ma le giovani in passato lo pregavano anche per trovar marito. Celebre è la preghiera siciliana:
Santu Nofriu pilusu
Tuttu amabili e amurusu
Pi li Vostri santi pila
fascitimi stà grazia
diccà a stasira.
Santu Nofriu lu pilusu
iu vi prego di ccà a gliusu
vui na grazia m'aiti a fari
un maritu m'ati a truvari
Santu Nufriu pilusu
misi un muranu n'to pirtusu
poi li Vostri santi pila
fascitimi truvarichiddu ca pirdivi
diccà a stasira.
Viene ricordato il 12 giugno. Dal Martirologio Romano: "In Egitto, sant'Onofrio, anacoreta, che visse piamente per sessant'anni nelle vastità del deserto."
La terza domenica di Maggio, a Rossano, presso l'Eremo di Sant'Onofrio, si celebra una processione in suo onore. A Sutera, paese del nisseno, nel santuario sito sul monte San Paolino è custodita un'urna argentea settecentesca che contiene le reliquie di sant'Onofrio, il quale è uno dei santi patroni del paese. A Sutera il santo viene festeggiato la prima domenica di agosto. Anche a Centrache, in Calabria, il culto dell'Eremita Santo Onofrio è con singolare devozione praticato, invocato come primario patrono e tutelare protettore della cittadina. Per ben tre volte l'anno il popolo centrachese si raduna intorno al suo Santo, nella festa detta "piccola" del 12 Giugno, la festa "grande" della seconda domenica di Agosto e infine l'8 Settembre che commemora lo scampato terremoto. Nella Chiesa Matrice si conserva oltre che la miracolosa statua lignea custodita gelosamente da più secoli, la insigne Reliquia del femore.
La figura di sant'Onofrio viene rappresentata nell'arte come quella di un vecchio nudo, coperto solo dei propri capelli. Ulteriori suoi attributi sono l'angelo, l'ostia e il calice, il teschio, il cammello e il perizoma di foglie.