Origano comune | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Sottofamiglia | Nepetoideae |
Tribù | Mentheae |
Sottotribù | Menthinae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Lamiaceae |
Tribù | Mentheae |
Genere | Origanum |
Specie | O. vulgare |
Nomenclatura binomiale | |
Origanum vulgare L., 1753 | |
Nomi comuni | |
Arigano |
L'origano comune (nome scientifico Origanum vulgare L.) è una pianta perenne aromatica appartenente alla famiglia delle Lamiaceae ed ampiamente utilizzata come spezia.
In tempi moderni, prima ancora di Linneo è stato il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) a descrivere questa pianta. L'etimologia del nome del genere si può far risalire a 2000 anni prima presso i greci, forse da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici che per primo ha usato questo nome per un'erba aromatica[1]. Origanum è formato da due parole "òros" (= monte) e "ganào" (= io mi compiaccio) che insieme potrebbero alludere ad un concetto di "delizia della montagna"[2] o anche "bellezza, luminosità, ornamento, gioia della montagna".[3] L'epiteto specifico (vulgare) significa "comune, consueto".[4][5]
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 590. 1753"[6] del 1753.[7]
Queste piante arrivano ad una altezza di 30–50 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee e latifoglia, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12][13]
Le radici sono secondarie generate da un fittone. I fittoni sono obliqui e più o meno legnosi.
La parte aerea del fusto è ascendente (talvolta prostrata alla base) e ramosissima (nella parte alta è arrossata); i rami inferiori sono sterili. Il fusto è pubescente per peli patenti ed ha una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave.
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2,ovvero parifogliate). Sono picciolate con una lamina a forma lanceolata, spesso asimmetrica alla base; i bordi sono dentellati. Le foglie sono colorate di verde lucido. Lunghezza del picciolo: 3 – 6 mm. Dimensione delle foglie: larghezza 15 – 28 mm; lunghezza 25 – 40 mm.
L'infiorescenza è di tipo corimboso-ramosa formata da densi glomeruli ovali; i fiori sono sessili. Alla base del glomerulo sono presenti due brattee violaceo-purpuree prive di ghiandole. Diametro dei glomeruli: 7 – 10 mm. Lunghezza delle brattee: 4 – 5 mm.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice - il perianzio - sono a 5 parti).
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 acheni (tetrachenio). La forma è ovoide (con apice arrotondato) con superficie glabra e liscia. Il colore è marrone. Dimensione: 0,6 mm.
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[18]
La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie[11], ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie: il genere Origanum è descritto nella tribù Mentheae (sottotribù Menthinae) appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae.[8][20]
Le specie (e quindi il genere Origanum) nella flora spontanea italiana sono suddivise in due sezioni con i seguenti caratteri:[2]
La specie di questa voce appartiene alla prima sezione.
Il numero cromosomico di O. vulgare è: 2n = (28), 30 e (32).[21]
La specie di questa voce è variabile. I caratteri soggetti a variabilità sono:[10]
In genere queste variabilità possono essere definite casuali (e quindi prive di interesse tassonomico); in effetti non tutte le checklist riconoscono le varietà sopraelencate.
Per questa specie per l'areale Euro-mediterraneo sono riconosciute valide le seguenti sottospecie:[19]
In Italia nella flora spontanea è presente solamente la sottospecie viridulum classificata nella "Flora d'Italia" da Sandro Pignatti come Origanum heracleoticum L., 1753 e chiamata comunemente "origano meridionale". Si distingue dalla specie di riferimento per i seguenti caratteri:[10]
La pubblicazione "An annotated checklist of the Italian Vascular Flora"[17] elenca come presente in Italia, oltre la sottospecie viridulum, anche la sottospecie prismaticum Gaudin presente nei Friuli-Venezia Giulia e (forse) nel Trentino-Alto Adige.
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[22]
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
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Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[23]
Questa spezia ha un potere antiossidante (ORAC) tra i più elevati in assoluto, un indice di valore 200129[24], circa 46 volte più potente di una mela, che notoriamente viene considerata un ottimo antiossidante.
L'origano è un'importante pianta nella tradizione culinaria italiana (ad esempio, è usato sopra la pizza) e greca; in genere viene impiegata come pianta aromatica in cucina. La parte edule sono le foglie. La sottospecie che fornisce il migliore condimento in cucina è Origanum vulgare subsp. viridulum.[10]
L'origano comune in altre lingue è chiamato nei seguenti modi: