Gli orisha o oriscià (noti anche come oricha in spagnolo, òrìsà in yoruba, òrixá in portoghese) sono divinità appartenenti originariamente alla mitologia dei popoli dell'Africa occidentale yoruba, nagò, je-je, ketu, ecc, il cui culto si è diffuso a partire dal XVII secolo anche nelle religioni para-sincretiche afroamericane. Nei culti para-sincretici gli orixa sono spesso messi in relazione con i santi cristiani. Dalla tradizione degli orixa derivano i loa del vudù.

Origini e caratteristiche

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Gli orisha furono creati da Olorun, che è il dio supremo del popolo yoruba, per rappresentare tutti i suoi domini qui nella terra, e quindi con il duplice scopo di proteggere l'esistenza dei fedeli e di guidarla, attraverso una elaborata rete di leggende, norme, racconti mitologici che caratterizzano le singole divinità, queste ultime paragonabili a quelli dell'Olimpo greco se non altro per la manifestazione di vizi e difetti umani.
Nella mitologia vengono menzionati circa 600 divinità primarie, divise in due classi di 400 e 200 divinità: la prima è legata alla creazione del mondo e l'altra formata da divinità che ne garantiscono il costante equilibrio.

Questa religione ha scavalcato i confini delle terre Yoruba assieme ai deportati africani e si è diffusa in America, intorno al XVIII secolo mescolandosi sia con i culti indigeni del continente sia, con elementi della tradizione cattolica, dando vita grazie ad un sincretismo religioso e ad un fenomeno transculturale, a quella fusione di riti, credenze, pratiche diversificate a seconda del luogo di formazione e denominate candomblé in Brasile, santeria a Cuba, vudù ad Haiti.

In questi Paesi, gli orixa vennero mascherati con un santo cattolico, prendendo spunto da una caratteristica comune in vita, oppure per somiglianze nelle rappresentazioni oppure ancora per credenze comuni nei poteri invocati.
Se inizialmente questa identificazione serviva per camuffare il nuovo culto e preservarlo dalla persecuzione dei dominatori europei, con il passare degli anni si è rafforzata sempre più al punto che i praticanti la santeria e di candomblé non disdegnano la pratica di riti cattolici.

Questa articolata e variegata forma di spiritualità, nata in Yorubaland, S-W della Nigeria, si è diffusa in un considerevole numero di nazioni, tra le quali annoveriamo: Benin, Togo, Ghana, Brasile, Cuba, Repubblica Dominicana, Guyana, Haiti, Giamaica, Porto Rico, Suriname, Trinidad e Tobago, Stati Uniti, le Indie orientali, Venezuela, Colombia, Europa.

Gli orisha, che solitamente in vita erano uomini importanti dotati di potere, vengono propiziati tramite riti sacrificali, offerte culinarie che rispettino i loro gradimenti, e spesso in loro onore vengono praticate danze ispirate alla loro vita. Gli orisha posseggono i loro fedeli iniziati, trasferendo su questi ultimi poteri ma anche sintomi caratteristici della divinità.[1]

Orisha più conosciuti

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Orisha guardiano dei templi, case, città e delle persone, messaggero divino degli oracoli.

Nella tradizione afro-bahiana, cioè originariamente africana, vengono riconosciuti 16 orixa, così come disposti nella argolas dos orixas, cioè in circolo con alla sommità Oxala. Seguono, da sinistra: Jemanja, Logumede,Oba, Oxum, Yansa, Xango, Oxossi, Ogum, Exu, Nana, Obaluaye, Osain Oxumare ed Ewa (che si trova alla destra di Oxala). A questi vengono associati i loro colori. Nell'ordine: Oxala bianco, rosa, azzurro-violetto, rosso, giallo, rosso-amaranto, rosso-bianco, azzurro, blu, nero-rosso, bianco striato di nero, multicolore, bianco-nero, bianco-verde, giallo-verde, rosso-giallo (Ewa). I cosiddetti 'figli' degli orixa, cioè coloro che ne coltivano il culto, si salutano secondo il saluto rituale: Epa babà (Oxala) e nell'ordine: Odo iyà, Loci loci, Oba xiré. Ore yeye o, E parrei, Kao Kabiesilé, Oke Arò, Ogunhé, Laroié, Saluba, Beje ro, Atoto, Ewe ooo, Arroboboi, Rinrò (Ewa).

Note

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  1. ^ Claudio Corvino, Miti e leggende dei Caraibi, Newton&Compton, Roma, 1996, pag.105
  2. ^ Michael Jordan, Dictionary of gods and goddesses, Infobase Publishing, 2004, ISBN 0816059233

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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