Stannite | |
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Stannite associata a quarzo e calcopirite | |
Classificazione Strunz | II/C.06-60 |
Formula chimica | Cu2FeSnS4[1][2][3] |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | dimetrico |
Sistema cristallino | tetragonale[1][2][3] |
Classe di simmetria | scalenoedrico[1][2] |
Parametri di cella | a: 5,4531, c: 10,747[1] |
Gruppo puntuale | 4 2m[1][2] |
Gruppo spaziale | I 42m[1][2] |
Proprietà fisiche | |
Densità | da 4,3 a 4,5[1][2][3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 3,5[1]-4[1][2][3] |
Sfaldatura | imperfetta secondo {110}[1][2] |
Frattura | concoide, irregolare[1] |
Colore | grigio acciaio[1][3] con iridescenza bluastra[3], blu[1], nero grigiastro,[1] nero con una tinta verde oliva[2], grigio[2], azzurro pallido offuscato[2] |
Lucentezza | metallica[1][2], diventa fievole |
Opacità | opaca[1][2] |
Striscio | nero[1][2] |
Diffusione | raro[3] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La stannite è un minerale (solfuro di rame ferro e stagno), è conosciuta anche come volfsonite. Il nome del minerale deriva dall'elemento chimico stagno (in latino stannum), che è contenuto nella stannite.
Cristalli scalenoedrici, tetraedrici, geminati.
Genesi idrotermale[1], ma anche nelle vene-cuscinetto[1] o filoni[3] di stagno[1][3] associato a pirite e calcopirite o a wolframite e cassiterite[3].
Massiva[1] compatta[3], granulare,[1] microcristallina, rari cristalli[3].
Quest'ultima caratteristica rende il minerale non facile da riconoscere[3], nelle masse compatte si nota una certa mescolanza del minerale con la calcopirite e la pirite[3].
In alcune miniere in Cornovaglia, a Cinovec (Dubí) nella Repubblica Ceca, in Bolivia[3], in Germania ed in Australia.