Takalik Abaj
Civiltàmaya
Localizzazione
StatoBandiera del Guatemala Guatemala
Dimensioni
Superficie148 800 
Mappa di localizzazione
Map
Takalik Abaj e altri siti del periodo formativo.
Disegno della Stele 2 di Tak'alik A'baj.

Takalik Abaj (conosciuto anche come Abaj Takalik)[1] è un sito archeologico di epoca maya, che mostra anche caratteristiche tipiche della civiltà degli Olmechi. Il sito fiorì durante l'età pre-classica, dal 900 a.C. all'800. Era un centro importante e uno snodo commerciale, ubicato lungo un'antica via commerciale olmeca ed era strettamente correlato a Kaminaljuyú e Chocolá.

Il sito si trova vicino ad El Asintal, nel dipartimento di Retalhuleu del Guatemala, a 190 km di distanza da Città del Guatemala. Il nome del sito significa: "Pietre Erette", nella lingua locale K'ichè Maya; il nome antico è sconosciuto.

Il nucleo del sito copre circa 6,5 km quadrati, dove vi sono 82 strutture monumentali sparse in una dozzina di piazze. Vi sono anche 2 campi adibiti al gioco della palla centroamericano e oltre 282 monumenti in pietra, stele, e altari. Il materiale usato per costruirli è composto da pietre granitiche, diverse dalle pietre calcaree usate nelle varie città del dipartimento di Petén, in stile olmeco e maya arcaico.[2]. Il sito è conosciuto per il suo sistema di drenaggio idraulico, che fa uso di un temazcal, e per le sue tombe risalenti al periodo pre-classico scoperte da alcuni dottori dell'Università Del Valle del Guatemala.

Etimologia

Il nome del sito significa "pietra eretta" nella lingua locale K'iche' Maya, dalle parole tak'alik ("eretto, in piedi") e abäj ("pietra, roccia").[3] Tak'alik A'baj venne chiamato Abaj Takalik dall'archeologa americana Susanna Miles,[4] usando l'ordine grammaticale della lingua spagnola. Questo è grammaticalmente scorretto nella lingua K'iche';[5] il governo del Guatemala ha corretto il nome in Tak'alik A'baj'. Il nome antico del sito è sconosciuto.

Luogo

Il sito si trova nella regione sud-occidentale del Guatemala, a circa 45 km (28 miglia) dal confine con il Messico[6] e 40 km (25 miglia) dall'oceano pacifico.[7]

Takalik Abaj si trova a nord della municipalità di El Asintal, nella zona settentrionale estrema del dipartimento di Retalhuleu, a 120 km dalla città del Guatemala.[8] Il sito si trova tra cinque piantagioni di caffè ai piedi della Sierra Madre; nello specifico le piantagioni sono Santa Margarita, San Isidro Piedra Parada, Buenos Aires, San Elías e Dolores.[9]

Takalik Abaj si trova a un'altitudine di 600 metri sopra il livello del mare, in una regione ecologica classificata come foresta umida subtropicale.[10] La temperatura varia tra i 21 e i 25 °C.[11] La zona riceve una precipitazione annuale tra i 2136 e i 4372 mm, con una media di 3284 mm.[12] La vegetazione della zona è composta da Pascua de Montaña (Pogonopus spesiosus), Chichique (Aspidosperma megalocarpum), Tepecaulote (Leuhea speciosa), Caulote (Guazuma ulminofolia), Hormigo (Platymiscium dimorphandrum), Cedro messicano (Cedrela odorata), Brosimum alicastrum, tamarindo e Papaturria (Coccoloba montana).[13]

Una strada, chiamata 6W, passa attraverso il sito partendo dalla città di Retalhuleu e arrivando a Colomba Costa Cuca nel dipartimento di Quetzaltenango.[9]

Takalik Abaj si trova a circa 100 km dal sito di Monte Alto, 130 km da Kaminaljuyu e 60 km da Izapa.[7]

Etnia

La popolazione del periodo Preclassico Medio probabilmente parlava una lingua della famiglia Mixe-Zoque, associata agli Olmechi.[14] Dopo che i Maya si stanziarono nel sito nel periodo Tardo Preclassico, la città iniziò a parlare una lingua maya, tuttavia non si sa ancora quale nello specifico.[15] Alcuni indizi riportati dai racconti indigeni indicano che gli abitanti potessero essere Yoc Cancheb, un gruppo della gente Mam.[15]

Economia e commercio

Takalik Abaj fu uno di una serie di siti sulla costa pacifica che furono centri di elevata importanza commerciale, politica e cerimoniale. La risorsa maggiore prodotta era il cacao,[16] e quando i conquistadores spagnoli arrivarono presso la città essa era ancora un centro importante di produzione di quel bene.[17]

L'ossidiana ritrovata a Takalik Abaj proviene in gran parte da El Chayal e San Martín Jilotepeque. Altre fonti di ossidiana furono Tajumulco, Ixtepeque e Pachuca.[18] La proporzione di ossidiana raccolta cambiò nel tempo:

Variazione nella provenienza dell'ossidiana trovata a Takalik Abaj[18]
Periodo Data Numero di oggetti Percentuale da El Chayal Percentuale da San Martín Jilotepeque Percentuale da Pachuca
Inizio del Preclassico 1000–800 a.C. 151 33.7 52.3
Medio Preclassico 800–400 a.C. 880 48.6 39
Tardo Preclassico 300 a.C. – 250 d.C. 1848 54.3 32.5
Inizio del Classico 250 d.C. – 600 d.C. 163 50.9 35.5
Tardo Classico 600 d.C.– 900 d.C. 419 41.7 45.1 1.19
Postclassico 900 d.C.–1524 d.C. 605 39.3 43.4 4.2

Storia

Anche se Takalik Abaj venne occupato all'inizio del Preclassico, la produzione architettonica iniziò a vedersi solo nel Preclassico.[19] Il sito ha una lunga storia riguardo al popolamento della zona, che avvenne dal Preclassico Medio fino al Postclassico. In questo periodo ci fu una produzione di ceramiche in stile ocosito, che continuò a fiorire fino al Tardo Classico, quando si mischiò allo stile dei K'iche', il quale in seguito prese il posto dello stile originario.[20]

Periodi di Takalik Abaj
Periodo Divisione Data Descrizione
Preclassico Preclassico Iniziale 1000–800 a.C. Popolazione mista
Preclassico Medio 800–400 a.C. Olmechi
Tardo Preclassico 400 a.C. – 200 d.C. Maya
Classico Classico Iniziale 200–600 d.C. Conquista di Teotihuacan
Tardo Classico Classico Tardo 600–900 d.C. Ri-popolazione locale
Classico Terminale 800–900 d.C.
Postclassico Postclassico Iniziale 900–1200 d.C. Occupazione K'iche'
Tardo Postclassico 1200 d.C. – 1524 Abbandono
Nota: I lassi di periodo usati a Takalik Abaj sono leggermente diversi da quelli complessivamente usati nella regione Mesoamericana.

Preclassico iniziale

Takalik Abaj venne occupato alla fine del Preclassico iniziale.[21] I resti di una zona residenziale sono stati ritrovati a ovest del gruppo centrale, sul banco del corso d'acqua El Chorro. Le prime case erano costruite con pavimenti fatti di ciottolame ottenuto dai fiumi, e soffitti di canne sostenuti da pali di legno.[22] L'analisi del polline ha rivelato che i primi abitanti arrivarono sulla zona quando ancora vi era la foresta, e che iniziarono l'opera di disboscamento per coltivare il mais e altre piante.[23] In questa zona sono state ritrovati oltre 150 pezzi di ossidiana, provenienti principalmente dalle riserve di minerali presso le odierne San Martín Jilotepeque ed El Chayal.[18]

Preclassico medio

Takalik Abaj venne occupato di nuovo all'inizio del Preclassico Medio[19] da gente di origine Mixe-Zoque, come testimoniato dai ritrovamenti di sculture in stile olmeco risalenti a quel periodo.[14] La costruzione di abitazioni pubbliche iniziò nel Preclassico medio;[24] le prime erano state realizzate in argilla, parzialmente bruciata per farla indurire.[19] Le ceramiche di questo periodo erano realizzate nello stile locale Ocosito.[24] Lo stile locale mostra diverse affinità con i metodi di modellazione usati nella regione di Escuintla.[25]

Stele 5 da Takalik Abaj. La data più nuova scritta sulla stele equivale all'anno 126.[26] Cliccare qui per vedere una foto della stele.

Tardo Preclassico

Durante il Tardo Preclassico (400 a.C.200) diversi siti nella regione sulla costa Pacifica si svilupparono diventando vere città; Takalik Abaj fu una di queste, arrivando a contare 4 km² in estensione.[27] L'influenza Olmeca sulla zona costiera finì all'inizio del Tardo Preclassico.[25] In questo periodo Takalik Abaj emerse come un centro importante, caratterizzato da un proprio stile di arte e architettura;[28] gli abitanti iniziarono a creare sculture dalla roccia e a erigere steli e altari.[29] I monumenti venivano creati con significati politici e religiosi, alcuni dei quali con date in stile maya e rappresentazioni di governatori.[30] Questi monumenti portano iscrizioni di date che possono essere le prime ad usare il calendario a lungo conteggio.[31] Lo stile di scultura "potbelly" (a pancia di vaso) iniziò a vedersi attorno a questo periodo.[31]

L'apparizione delle sculture in stile maya e la fine dell'influenza olmeca rappresentano un segno di intrusione di nuovi abitanti nella zona, occupata in precedenza da gente di origini Mixe-Zoque.[32] Le élite Maya raggiunsero la città per prendere controllo del commercio del cacao.[31] Ci fu un regime di continuità negli stili locali con cui si facevano ceramiche dal Medio al Tardo Preclassico, e la transizione di stile da olmeco a maya potrebbe essere stata ideologico piuttosto che fisica.[31] I ritrovamenti di steli maya e una tomba reale maya suggeriscono che i Maya fossero in una posizione dominante, essendo giunti o come commercianti o come conquistatori.[33]

Vi sono prove che riguardano contatti culturali con Kaminaljuyu, una città che emerse come centro importante in quel periodo, fungendo da collegamento commerciale con la rotta del Rio Motagua, e di contatti con altri siti sulla costa pacifica.[34] All'interno di questa rotta commerciale estesa, Takalik Abaj e Kaminaljuyu furono le principali fonti di scambio di beni.[25] Lo stile maya nelle sculture si diffuse attraverso questa rete commerciale.[35]

Durante il Tardo Preclassico le strutture vennero costruite usando pietre vulcaniche tenute assieme da argilla, come si faceva nel Preclassico Medio.[19] Le costruzioni cominciarono a includere strutture con scale e scalinate con ciottoli rotondeggianti.[35]

Gli abitanti continuarono a usare lo stile Ocosito per produrre le ceramiche,[35] e i manufatti del Tardo Preclassico a Takalik Abaj iniziarono a subire l'influenza degli stili della zona di Miraflores, che includeva Escuintla, la Valle del Guatemala e la zona occidentale dell'attuale El Salvador.[25]

Classico Iniziale

Nel periodo Classico, a partire dal secondo secolo, lo stile con cui si realizzavano le stele cambiò, e venne adottato quello in uso nelle terre del bacino di Petén.[36] In questo periodo alcuni monumenti costruiti molti anni prima vennero intenzionalmente distrutti.[37] Lo stile ocosito delle ceramiche subì l'influenza dello stile Solano, associato con la cultura maya dei K'iche'.[15][38]

Gli scavi archeologici hanno rivelato indizi sulla distruzione dei monumenti, e l'arresto della produzione di nuove costruzioni coincide con l'arrivo delle ceramiche in stile Naranjo, imparentato con gli stili della città di Teotihuacan nella Valle del Messico.[38] Lo stile locale ocosito cominciò a cadere in disuso.[38] La presenza di invasori che importarono lo stile di Naranjo non durò a lungo, esercitando il proprio potere sulla città a distanza, ponendo governatori propri sul trono senza influenzare la composizione etnica generale.[39]

La conquista di Takalik Abaj spezzò le antiche rotte commerciali che passavano attraverso la costa pacifica dal Messico a El Salvador, che vennero sostituite da una nuova strada passante per la Sierra Madre e le terre nordoccidentali del Guatemala.[40]

Struttura 12, datata al Classico Iniziale.[41]

Tardo Classico

Nel Tardo Classico il sito iniziò a riprendersi dalla sconfitta precedente. Le ceramiche in stile Naranjo cominciarono a essere prodotte in quantità minore e iniziò la costruzione di nuovi monumenti, inclusi molti di quelli distrutti in precedenza dagli invasori.[42]

Postclassico

L'uso dello stile Ocosito continuò nel tempo, ma ci fu un'intrusione marcata di ceramiche K'iche' provenienti dalle alture, concentrate in particolar modo nella zona settentrionale del sito, in seguito portate in tutta la zona.[43] I rapporti fatti dagli indigeni K'iche' asseriscono che essi conquistarono la regione sulla costa, e che quindi la presenza delle ceramiche sia associata alla conquista di Takalik Abaj.[44]

La conquista K'iche' avvenne intorno all'anno 1000, quattro secoli prima di quanto era stato calcolato sulle basi di racconti indigeni.[45] La conquista non causò alcuna brusca interruzione dell'attività al sito; dopo l'arrivo dei K'iche' gli stili locali vennero sostituiti con quelli dei conquistatori.[46] Con ogni probabilità gli abitanti originali dei sito avevano già abbandonato la città che avevano occupato per quasi due millenni.[47]

Storia moderna

Il primo resoconto pubblicato sul sito risale al 1888, scritto da Gustav Bruhl.[48] Karl Sapper descrisse la Stele 1 nel 1894 dopo che la vide vicino alla strada per la quale stava passando.[48] Max Vollmberg, un artista tedesco, ritrasse la Stele 1 e notò altri monumenti che attrassero l'attenzione di Walter Lehmann.[48]

Nel 1902 l'eruzione del vulcano Santiaguito coprì il sito con uno strato di cenere spesso 40-50 centimetri.[49]

Walter Lehmann iniziò gli studi delle sculture di Takalik Abaj negli anni venti.[50] Nel gennaio del 1942 J. Eric S. Thompson visitò il sito con Ralph L. Roys e William Webb per conto del Carnegie Institution, studiando anche la costa pacifica,[5] e pubblicò un resoconto nel 1943.[50] Altre ricerche vennero svolte da Susanna Miles, Lee Parsons ed Edwin Shook.[50] Nel 1965 Susanna Miles diede al sito il nome Abaj Takalik, conosciuto in precedenza con altri nomi come San Isidro Piedra Parada, Santa Margarita e Colomba, un villaggio a nord del dipartimento di Quetzaltenango.[48]

Gli scavi al sito negli anni 70 vennero finanziati dall'Università della California.[50] Iniziarono nel 1976 con l'opera di John A. Graham, Robert F. Heizer ed Edwin M. Shook.[48] La prima stagione permise di riportare alla luce 40 nuovi monumenti, tra cui la Stele 5.[48] Gli scavi continuarono fino al 1981, con la scoperta di altri monumenti.[48] Dal 1987 in poi gli scavi vennero eseguiti dall'Instituto de Antropología e Historia del Guatemala sotto la direzione di Miguel Orrego e Christa Schieber, scoprendo altri nuovi monumenti.[51] Il sito è stato classificato come parco nazionale.[50]

Canale di pietra per il drenaggio dell'acqua, datato intorno al Tardo Classico.[52]

Il sito

Il nucleo del sito copre circa 6,5 km²[53] e vi sono circa 70 strutture attorno a una dozzina di piazze raggruppate su nove gradonate.[54] Takalik Abaj possiede due cortili del gioco della palla e oltre 239 monumenti in pietra,[53] steli e altari. Il granito usato per fare i monumenti in stile olmeco e maya è molto diverso dal calcare tenero usato nelle città della regione di Petén.[55] Il sito possedeva un sistema idraulico, tra cui un temazcal o bagno di sauna con un sistema di drenaggio sotterraneo.

Takalik Abaj è suddiviso in quattro gruppi; quelli Centrale, Nord e Ovest sono raggruppati assieme, mentre il gruppo Sud si trova a 5 km di distanza verso sud.[19] Il sito era facilmente difendibile in quanto confina con vallate con pareti scoscese.[56] Il sito occupa una serie di nove gradonate di diversa larghezza, 140-220 metri.[56] Le tre gradonate principali che sostengono la città sono artificiali con oltre 10 metri di materiale riempitivo usato.[31]

Quando Takalik Abaj era al suo apice, l'area coperta da costruzioni era pari a 2–4 km, anche se la zona occupata dalle abitazioni residenziali non è stata calcolata.[31]

Controllo dell'acqua

Il sistema idraulico comprendeva canali di pietra, che non venivano usati per l'irrigazione, ma per fungere da scolo e mantenere l'integrità strutturale dell'architettura principale.[31] Questi canali venivano usati per portare l'acqua alle zone residenziali della città,[61] ed è possibile che servissero funzioni rituali.[31] Sono stati scoperti i resti di 25 canali.[62] I canali più grandi misurano 30 cm in altezza e 25 in larghezza, mentre quelli secondari sono grandi la metà.[63]

Ci sono due metodi di costruzione usati per i canali dell'acqua. I canali di argilla risalgono al Medio Preclassico mentre i canali in pietra risalgono al Tardo Preclassico e al Classico, e alcuni di questi ultimi sono i più grandi. Nel Tardo Classico alcuni pezzi di pietra staccatisi dai monumenti vennero riutilizzati per costruire altri canali.[64]

Una piazza sopra ad una delle gradonate di Takalik Abaj.

Gradonate

Il cortile della Gradonata 2 nel gruppo centrale, risalente al Medio Preclassico.[66]

Strutture

Struttura 11 e i monumenti.
La Struttura 5.
Una scultura panciuta a Takalik Abaj, risalente al Tardo Preclassico.

Monumenti in pietra

A Takalik Abaj sono stati trovati più di 239 monumenti, principalmente intagliati su rocce di andesite locale.[82] Questi monumenti sono sia piatti che intagliati e si trovano principalmente nei gruppi centrali e occidentali.[83] I monumenti lavorati possono essere divisi in quattro classificazioni generiche: sculture in stile olmeco che rappresentano il 21% del totale, sculture in stile maya per il 42%, monumenti "panciuti" per il 14% e lo stile locale di oggetti a forma di animale, 23%.[84]

La maggior parte dei monumenti di Takalik Abaj non si trovano nella posizione originale, essendo stati spostati in epoca antica, quindi la datazione si basa spesso su comparazione stilistica.[85] Un esempio è la serie di quattro monumenti che si trovano in una piazza di fronte a una piattaforma del Periodo Classico, con almeno due dei quattro (Altare 12 e Monumento 23) datati intorno al Preclassico.[50]

Ci sono diverse steli scolpite in stile maya che portano dei testi geroglifici con il calendario a conteggio lungo, con date del Tardo Preclassico.[85] Questo stile di scultura è antecedente a quello Classico delle terre basse maya.[86]

Takalik Abaj possiede diversi monumenti "panciuti", che rappresentano figure umane obese scolpite su grandi massi, del tipo trovato anche nelle terre vicino alla costa pacifica, a Izapa e in El Salvador. La loro funzione è sconosciuta, ma sono state datate intorno al Tardo Preclassico.[87]

Sculture in stile olmeco

Vi sono molte sculture in stile olmeco, tra cui il monumento 23, una testa colossale che venne intagliata più volte per trasformarla in una figura di nicchia,[88] che indicano che ci fu una presenza di questa popolazione che controllava il sito.[89]

Monumento 23, una scultura Olmeca o di stile influenzato dagli olmechi, a Takalik Abaj, che mostra una figura che emerge da una caverna con un bambino tra le braccia.

Le sculture in stile olmeco potrebbero semplicemente indicare che ci fu un'iconografia comune sulla costa Pacifica e del Golfo.[90] In ogni caso, Takalik Abaj fu un luogo importante per gli Olmechi.[91] Tutte le sculture in stile olmeco sono datate al Medio Preclassico.[84] Ad eccezione dei monumenti 1 e 64, tutti gli altri non sono posizionati nella loro locazione originale.[84]

Sculture in stile maya

Ci sono più di 30 monumenti in stile maya, datati al Tardo Preclassico, e rappresentano lo stile più usato a Takalik Abaj.[35] La grande quantità di sculture maya e la presenza di esempi di scritture geroglifiche suggeriscono che il sito giocò un ruolo importante nello sviluppo dell'ideologia maya.[35] Lo stile maya di Takalik Abaj è collegato a quello dei monumenti di Kaminaljuyu, e mostra un'influenza reciproca. Questo stile si diffuse anche in altri siti che commerciavano con Takalik.[35]

Sculture panciute

Le sculture in stile "panciuto" si trovano lungo la costa pacifica, dal Messico meridionale a El Salvador, e anche in altri siti maya della zona.[92] Anche se alcuni hanno suggerito che questo stile sia pre-olmeco, gli scavi archeologici effettuati sulla costa pacifica, tra cui quelli a Takalik Abaj, mostrano che questo stile iniziò a venire usato alla fine del Preclassico Medio e raggiunse il suo splendore nel Tardo Preclassico.[93] Le sculture panciute di Takalik Abaj sono tutte risalenti al Tardo Preclassico e sono molto simili a quelle trovate a Monte Alto in Escuintla, e Kaminaljuyu nella valle del Guatemala.[93] Le sculture sono in genere grezze, che mostrano variazioni nella dimensione degli arti e nella loro posizione.[93] Rappresentano figure umane obese, di solito sedute con le gambe incrociate, e con le braccia sopra lo stomaco. Le guance sono prominenti, gli occhi sono chiusi, e il sesso dei soggetti non è determinabile.[93]

Sculture in stile locale

Le sculture in stile locale sono in genere massi scolpiti e intagliati a rappresentare animali, tra cui rane, rospi e coccodrilli.[94]

Inventario dei monumenti

Altare 28, con la figura di un teschio intagliato.[95]
Altari
Monumento 67, una scultura in stile olmeco risalente al Medio Preclassico.
Monumenti
Monumento 68, che rappresenta un rospo.[109]
Monumento 65, una scultura in stile olmeco che rappresenta una testa umana, risalente al Medio Preclassico.[114]
Monumento 66, una scultura in stile locale che rappresenta una testa di un coccodrillo.[126]
Monumento 99, una testa colossale in stile panciuto, risalente al Tardo Preclassico.[128]
La Stele 18 e l'altare associato ad essa.
Stele
Stele 5 e Altare 8.

Sepolcro reale

Nel sito è stata trovata una tomba risalente al Tardo Preclassico, e si ritiene che sia il sepolcro di una persona regale.[50] Questa tomba è stata chiamata sepolcro 1; venne trovata durante gli scavi presso la struttura 7A e venne inserita al centro di questa struttura del Preclassico Medio.[146] Il sepolcro è associato anche alla Stele 13 e a una quantità di oggetti donati, oltre 600 artefatti in ceramica trovati alla base della struttura 7A. Queste ceramiche vennero costruite nel Tardo Preclassico.[146] Nella tomba non sono stati trovati resti umani, ma a causa degli oggetti trovati si pensa comunque che questo sia un sepolcro.[147] Tra i beni ritrovati nella tomba vi sono una collana di giada, due ornamenti per le orecchie ricoperti di cinabro, diversi specchi-mosaico fatti con pirite, uno dei quali formato da oltre 800 pezzi, una maschera mosaico fatta di giada, due lame di ossidiana prismatica, un pesce scolpito nella giada, diversi gioielli, braccialetti e ceramiche. Questi oggetti permettono di affermare che la tomba risalga al 100-200.[148]

Note

  1. ^ "Tak'alik A'baj'" è la forma ufficiale accettata dal Governo del Guatemala.
  2. ^ Tarpy, Cliff (2004) "Place of the Standing Stones", in National Geographic, maggio 2004.
  3. ^ Christenson; Cassier & Ichon, 1981, p. 26.
  4. ^ Cassier & Ichon, 1981, p. 26. Notare che il nome dell'archeologa Miles viene indicato in varie fonti come Suzanna (Kelly, 1996, p.215.), Susanna (Sharer & Traxler, 2006, p.239.) e Susan (Cassier & Ichon, 1981, p. 26.)
  5. ^ a b Cassier & Ichon, 1981, p.26.
  6. ^ Sharer, 2000, p. 467. Sharer & Traxler, 2006, p. 239.
  7. ^ a b Cassier & Ichon, 1981, p. 24.
  8. ^ Zetina Aldana ed Escobar, 1994, p. 3. Kelly, 1996, p. 210. Cassier & Ichon, 1981, p. 24.
  9. ^ a b Zetina Aldana ed Escobar, 1994, p. 3. Cassier & Ichon, 1981, p. 24.
  10. ^ Zetina Aldana ed Escobar, 1994, p. 3. Rizzo de Robles, 1991, p. 32.
  11. ^ García, 1997, p. 171.
  12. ^ Zetina Aldana ed Escobar, 1994, p. 18.
  13. ^ Rizzo de Robles, 1991, p. 33.
  14. ^ a b Sharer & Traxler, 2006, p. 239. Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 991.
  15. ^ a b c Popenoe de Hatch, 2005, p. 996.
  16. ^ Sharer, 2000, p. 455.
  17. ^ Coe, 1999, p. 64.
  18. ^ a b c Crasborn, 2005, p. 696.
  19. ^ a b c d e f g Kelly, 1996, p. 210.
  20. ^ Popenhoe de Hatch, 2005, pp. 992-993.
  21. ^ Crasborn, 2005, p. 696. Popenoe de Hatch, 2004, p. 415.
  22. ^ Schieber de Lavarreda & Pérez, 2004, pp. 405, 411.
  23. ^ Popenoe de Hatch, 2004, p. 424.
  24. ^ a b Love, 2007, p. 288.
  25. ^ a b c d Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 991.
  26. ^ Sharer, 2000, p. 468. Sharer & Traxler, 2006, p. 248.
  27. ^ Love, 2007, pp. 291-292.
  28. ^ Miller, 2001, p. 59.
  29. ^ Miller, 2001, pp. 61-62.
  30. ^ Adams, 2000, p. 31.
  31. ^ a b c d e f g h Love, 2007, p. 293.
  32. ^ Sharer & Traxler, 2006, p. 239. Love, 2007, p. 293.
  33. ^ Love, 2007, p. 297.
  34. ^ Love, 2007, pp. 293, 297. Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 991.
  35. ^ a b c d e f Orrego Corzo & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 788.
  36. ^ Miller, 2001, pp. 64-65.
  37. ^ Kelly, 1996, p. 210. Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 993.
  38. ^ a b c Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 993.
  39. ^ Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, pp. 993-994.
  40. ^ Popenoe de Hatch, 2005, p. 992.
  41. ^ a b c d Kelly, 1996, p. 212.
  42. ^ Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p.994
  43. ^ Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 994. Popenoe de Hatch, 2005, p. 993.
  44. ^ Popenoe de Hatch & Schieber de Lavarreda, 2001, p. 994.
  45. ^ Popenoe de Hatch, 2005, pp. 992, 994.
  46. ^ Popenoe de Hatch, 2005, p. 993.
  47. ^ Popenoe de Hatch, 2005, p. 997.
  48. ^ a b c d e f g Kelly, 1996, p. 215.
  49. ^ García, 1997, p. 172.
  50. ^ a b c d e f g h i Sharer & Traxler, 2006, p. 239.
  51. ^ Sharer & Traxler, 2006, p. 239. Kelly, 1996, p. 215.
  52. ^ Love, 2007, p. 293. Marroquín, 2005, p. 958.
  53. ^ a b Wolley, 2002, p. 365.
  54. ^ Wolley Schwarz, 2001, p. 1006. Wolley, 2002, p. 365.
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Bibliografia

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