Panorama turrito di Bologna in una foto di Paolo Monti del 1965.

Le torri di Bologna, strutture con funzione sia militare sia gentilizia di origine medievale, sono uno dei tratti più caratteristici della città.

Delle torri presenti in antichità oggi se ne sono salvate ventiquattro. Fra le torri superstiti si possono citare la Torre Azzoguidi, detta Altabella (61 metri di altezza), la Torre Prendiparte, detta Coronata (59,50 m), le torri Scappi (39 m), Uguzzoni (32 m), Torre degli Oseletti (31 m), Guidozagni (20 m), Galluzzi (30 m) e le note "due torri" Asinelli (98 m) e Garisenda (48 m).

Storia

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Le torri Artenisi e Riccadonna, abbattute nel 1917-18.

Tra il XII e il XIII secolo il numero delle torri innalzate nella città era molto grande: nel tempo di massima fioritura se ne contavano fino a 100, oggi ne sono sopravvissute 24,[1] le due torri più famose sono la Torre degli Asinelli e quella della Garisenda.

Le ragioni per cui vennero innalzate tante torri non sono ancora chiare, ma si pensa che le famiglie più ricche, nel periodo di lotta per le investiture filo-imperiali e filo-papali, le utilizzassero come strumento di offesa e/o di difesa e come simbolo di potere.

Una destinazione prevalentemente abitativa (ma allo stesso tempo difensiva) ebbero invece le cosiddette case-torri, di altezza mediamente più ridotta, dotate di più aperture, di una pianta spesso rettangolare e di mura meno spesse.

Oltre alle torri e alle case-torri, sono ancora visibili alcuni "torresotti", fortificazioni innalzate in corrispondenza delle porte della seconda cerchia di mura del XII secolo (mura dei Torresotti o del Mille), che fu quasi completamente abbattuta.

Nel corso del XIII secolo molte torri furono mozzate o demolite, altre crollarono. In epoche successive furono utilizzate in diversi modi: carceri, torri civiche, negozi, abitazioni. Le ultime demolizioni avvennero nel XX secolo insieme alla cerchia di mura del XIV secolo, secondo un ambizioso e - con gli occhi di oggi - sciagurato piano di ristrutturazione urbanistica (le torri Artenisi e Riccadonna, che sorgevano nel Mercato di Mezzo nei pressi dell'Asinelli e della Garisenda, furono abbattute nel 1919, in precedenza (1918) era stata abbattuta la Conforti).

Il numero delle torri

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Si è molto dibattuto negli anni sul numero di torri che dovevano affollare Bologna nell'antichità, prima delle demolizioni e delle mozzature per evitare il crollo di costruzioni pericolanti.

Il primo a occuparsi in maniera accurata delle torri bolognesi fu il Conte Giovanni Gozzadini, senatore del Regno d'Italia, che nel XIX secolo si occupò estesamente della storia cittadina. Gozzadini condusse la sua ricerca basandosi soprattutto sugli archivi cittadini relativi ai documenti di compravendita, cercando di ricostruire un elenco attendibile di torri in base ai passaggi di mano delle stesse. Dal suo conteggio emerse lo strabiliante numero di 180 torri, non tutte erano gigantesche, la maggior parte era presumibilmente sui 24-25 metri, che a confronto con le basse case dell'epoca facevano già grande figura.

Studi più recenti hanno evidenziato come la metodica del Gozzadini tendesse a ricercare il costruttore o il primo proprietario della torre, indicando poi tutti gli altri proprietari nel corso dei secoli, giungendo a un totale di 180 torri tutte in posizioni diverse. Stime condotte con metodi più moderni riducono questo numero a novanta-cento tra torri e case-torri, un valore comunque considerevole considerando il notevole sforzo necessario all'epoca per edificare costruzioni simili.

La costruzione delle torri

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La costruzione delle torri era molto onerosa, nonostante l'utilizzo di servi della gleba[senza fonte]. La pianta della torre era quadrata con fondazioni profonde dai cinque ai dieci metri, consolidate con pali conficcati nel terreno ricoperti di ciottoli e calce.

La base della torre veniva poi costruita con grossi blocchi di selenite e il resto della costruzione veniva innalzato con muri via via più sottili e leggeri procedendo verso l'alto, realizzati in muratura "a sacco", ovvero con un muro interno molto spesso e uno esterno più sottile: la cavità veniva poi riempita con pietre e malta.

Si lasciavano in genere nei muri esterni dei fori per il sostegno delle impalcature e anche dei grandi incavi in selenite per rivestimenti e costruzioni aeree successive, generalmente in legno.

La costruzione di una torre alta 60 metri, a titolo di esempio, richiedeva da un minimo di 3 a un massimo di 10 anni di lavori.

Le due torri

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Le due torri sono il simbolo della città. Entrambe pendenti, sono situate all'incrocio tra le vie che portavano alle cinque porte dell'antica cerchia di mura "dei torresotti".

I nomi di Asinelli (la maggiore) e Garisenda (la minore) derivano dalle famiglie a cui tradizionalmente se ne attribuisce la costruzione, fra il 1109 ed il 1119. In realtà la scarsezza di documenti risalenti ad epoche così remote rende meno certa l'origine delle torri: per quello che riguarda la famiglia degli Asinelli, ad esempio, vengono citati in associazione alla famosa torre per la prima volta solo nel 1185, quasi settant'anni dopo la data presunta di costruzione.

Si ritiene che l'Asinelli inizialmente fosse molto più alta (i muri in cima sono di uno spessore che permetterebbe l'innalzamento di altri 20-25 metri) la sommità che vediamo oggi è dovuta a un rifacimento di epoca Bentivogliesca (1488) che la ridusse agli attuali 97,2 m (con uno strapiombo di 2,2 m). Il Comune ne divenne il proprietario nel XIV secolo e la utilizzò come prigione e fortilizio. Negli stessi anni intorno alla torre fu realizzata una costruzione in legno, posta a trenta metri da terra e unita con una passerella aerea (distrutta da un incendio nel 1398) alla Garisenda. Si dice che la costruzione fosse voluta da Giovanni Visconti, Duca di Milano[Quale Giovanni? L'arcivescovo non è citato come duca di Milano], per tenere meglio d'occhio il turbolento Mercato di Mezzo (oggi via Rizzoli) e poter sedare per tempo eventuali rivolte. All'epoca i Visconti avevano preso il potere in Bologna in seguito alla decadenza della Signoria dei Pepoli, e quindi erano invisi alla popolazione.

Gravi danni alla torre furono arrecati da fulmini che spesso causavano incendi o piccoli crolli, e solo nel 1824 fu installato un parafulmine. Sono documentati almeno due gravi incendi a cui la torre è sopravvissuta: il primo nel 1185 (doloso) e il secondo non doloso nel già citato 1398.

Gli scienziati Giovanni Battista Riccioli (nel 1640) e Giovanni Battista Guglielmini (nel secolo successivo) utilizzarono la torre per esperimenti sul moto dei gravi e sulla rotazione della Terra.

In epoca più recente sulla Asinelli fu installato un ripetitore televisivo della RAI. Durante la seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1945, la torre fu utilizzata con funzioni di avvistamento: quattro volontari si appostavano in cima alla torre durante i bombardamenti al fine di indirizzare i soccorsi verso i luoghi colpiti dalle bombe alleate.

La Garisenda oggi è alta 48 m e ha uno strapiombo di 3,2 m, ma inizialmente era alta circa 60 m e fu mozzata nel 1351 a causa del cedimento delle fondamenta in fase di costruzione (erroneamente si imputa l'inclinazione a un cedimento del terreno o a un terremoto).

A partire dal quattrocento la torre fu acquistata dall'Arte dei Drappieri, che ne diventò poi l'unica proprietaria fino alla fine dell'Ottocento quando divenne proprietà comunale.

Le superfici murarie esterne della Torre Garisenda sono state restaurate fra il 1998 e il 2000; mentre una prima fase del consolidamento delle murature è stata attuata nel 1999-2000. La Rocchetta dell'Asinelli è stata restaurata nel 1998.

La torre degli Asinelli è nota in quanto torre pendente più alta d'Italia.

Elenco di torri superstiti

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# Immagine Nome Altezza (m) Anno di completamento Note
1
Torre degli Asinelli 97,2 m 1109-1119
2
Torre degli Azzoguidi 61 m fine XII secolo
3
Torre dei Prendiparte 59,5 m XII secolo
4
Torre della Garisenda 48 m 1109 - 1110
5
Torre dell'Arengo 47 m 1200 circa
6
Torre Accursi 46,2 m metà del XIII secolo
7
Torre degli Scappi 39 m 1219 - 1220
8
Torre degli Uguzzoni 32 m XII-XIII secolo
9
Torre dei Galluzzi 31 m 1257
10
Torre degli Oseletti 31 m XII secolo
11
Torre dei Conoscenti 30 m prima metà del XIII secolo
12
Torre degli Alberici 27 m XII secolo
13
Torre dei Toschi 26 m XII secolo
14 Torre Dalle Perle 25 m - Via Santo Stefano 1, Via Castiglione 2
15
Torre Lambertini 25 m 1120-1142
16
Torre dei Ramponi 25 m 1120-1121
17
Torre dei Carrari 22 m fine Anni '20
18 Torre Ghisilieri 22 m - Via Nazario Sauro 1, Via Montegrappa 15
19 Torre Agresti 20 m - Piazza Galileo 2a
20
Torre dei Guidozagni 20 m
21
Torre Lapi 18 m - Via IV Novembre
22
Torre dei Bertolotti 16 m XII-XIII secolo
23
Torre dei Catalani 16 m XIII secolo

Elenco di torri attestate con certezza

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Note

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  1. ^ Bologna delle torri, su bolognawelcome.com. URL consultato il 5 marzo 2020.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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