Simbolo convenzionale identificativo delle sostanze tossiche (riconosciuto internazionalmente nel sistema GHS, adottato anche nell'UE)
Simbolo convenzionale identificativo delle sostanze tossiche nell'UE (fino al 2010)
Simbolo di pericolo associato a sostanze velenose, definito dalla norma ISO 7010.[1]

Un veleno è una sostanza che, assunta da un organismo vivente, ha effetti dannosi temporanei o permanenti, fino a essere letali, attraverso un meccanismo chimico. Non sono invece considerate veleni le sostanze che hanno effetti dannosi per azione meccanica (per esempio esplosivi) o per emissione di radiazioni (per esempio uranio e altre sostanze radioattive). L'assunzione di un veleno da parte di un uomo o di un animale si dice "avvelenamento". Una sostanza in grado di contrastare l'azione di un veleno è chiamata "antidoto".

Nella lingua inglese si distinguono gli animali velenosi che iniettano attivamente il veleno (detti Venom venomous) da quelli che lo rilasciano passivamente una volta che vengono mangiati (Poison poisonous).

I veleni possono essere sia di origine naturale, sia prodotti da attività antropica. I veleni prodotti da organismi viventi sono anche detti "tossine".

Simbolo

Il simbolo convenzionale per le sostanze tossiche è il teschio con le tibie incrociate e il simbolo unicode che lo rappresenta è (U+2620).

Propagazione

Il veleno provoca effetti a livello locale (cioè nel punto in cui il veleno viene messo in circolo) e generale (in tutto l'organismo).

Il veleno per produrre effetti sull'organismo deve mescolarsi con il sangue. Ciò è reso possibile dall'assorbimento di tali tossine dalle mucose gastroenterica e respiratoria. Anche la pelle, quando non è intatta ed è messa a nudo (per infezioni, ferite, iniezioni venose, piaghe, ulcere...), funge da assorbente di tali sostanze.

Eliminazione

L'eliminazione di tali sostanze può avvenire dalle vie respiratorie (con alcol, etere o cloroformio), dal tubo gastro-enterico (con vomito o diarrea), dai reni (con cantaridi o ioduro di potassio) e dal fegato tramite la bile. Questa eliminazione da parte del corpo non sempre è molto efficace. Un metodo per allontanare il veleno dalla mucosa gastrica è lo svuotamento dello stomaco, fatto tramite emetici o lavanda gastrica.

Cause

L'assunzione di un veleno può avvenire in svariati modi. Generalmente essa può avvenire per:

Conseguenze

Le conseguenze dell'esposizione a una sostanza tossica possono essere di tipo sistemico (generale) o di tipo locale. Esse possono essere:[2]

Aspetti che determinano la tossicità di una sostanza

Dose

«È la dose che fa il veleno»

Il concetto di veleno non può essere separato dal concetto di "dose". In natura infatti praticamente tutte le sostanze possono provocare un danno su un organismo vivente; quello che permette di identificare una sostanza come tossica è la dose a cui provoca effetti dannosi.

Alcune sostanze devono essere ingerite in quantità enormi per provocare un danno (per esempio l'acqua o il normale sale da cucina), altre a dosi piccolissime (per esempio il cianuro). In maniera analoga farmaci a determinate dosi hanno effetti curativi, mentre ad altre dosi (più elevate) sono tossici (per esempio la digitale).

La dose però, in molti casi, dipende dall'età: una dose di una sostanza ritenuta tossica per un bambino può avere effetti più attenuati in un adulto.

Tempo di esposizione

Oltre alla dose di sostanza assorbita dall'organismo la tossicità di una sostanza è determinata dal tempo di esposizione alla sostanza stessa. Infatti la stessa dose di una sostanza può essere più pericolosa se è assorbita da un organismo in tempi più brevi, mentre piccole dosi di una sostanza generalmente non dannose possono costituire un pericolo se vengono assimilate ripetutamente per molto tempo.

In questo senso si fa distinzione tra:

Abitudine

L'effetto di molti veleni viene diminuito dall'abitudine (e la conseguente assuefazione progressiva). Si pensi per esempio agli oppiofagi, ai mangiatori di arsenico e ai fumatori, i quali - nel consumo delle sostanze da cui sono rispettivamente dipendenti - finiscono coll'assumere dosi dei rispettivi veleni che risulterebbero micidiali a chi non vi fosse abituato.

Idiosincrasia e malattie

Talvolta un organismo, venendo a contatto con un agente esterno, ha una speciale predisposizione (idiosincrasia) nel produrre effetti diversi da quelli comuni: una sostanza di per sé tossica, per esempio, non produrrà alcun effetto (così come vale il contrario).

Se un soggetto è affetto da patologie esse possono alterare l'effetto dovuto alla dose della sostanza tossica. Per esempio se viene ingerito oppio da un individuo con il tetano gli effetti saranno innocui; se l'oppio viene assunto da una persona con gastro-enterite o affezioni renali gli effetti porteranno all'apoplessia o anche alla morte.[3]

Parametri

Esistono diversi parametri che sono utilizzati per stimare la dose e il tempo di esposizione oltre il quale una sostanza può essere definita "tossica". I più importanti sono:

Alcune sostanze tossiche comuni

Se assunte in grandi quantità

Sostanze letali in modiche quantità

Piante velenose

Piante eccitanti

Piante paralizzanti e ipnotiche

Note

  1. ^ (EN) ISO Online Browsing Platform, ISO 7010 - W016
  2. ^ a b c d e f g h i j k Del Bino, cap. 3.1.2.
  3. ^ Veleni (PDF), su earmi.it.
  4. ^ Francesco Tomasinelli, La potenza del veleno, articolo su rivista Piemonte Parchi di gennaio/febbraio 2011, p.17

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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