Vervio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Enzo Quadrio (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019) |
Territorio | |
Coordinate | 46°15′N 10°14′E |
Altitudine | 549 m s.l.m. |
Superficie | 12,41 km² |
Abitanti | 206[2] (31-5-2022) |
Densità | 16,6 ab./km² |
Comuni confinanti | Brusio (CH-GR), Grosotto, Lovero, Mazzo di Valtellina, Sernio, Tirano, Tovo di Sant'Agata |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23030 |
Prefisso | 0342 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 014076 |
Cod. catastale | L799 |
Targa | SO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 030 GG[4] |
Nome abitanti | verviesi o vervatti[1] |
Patrono | sant'Ilario |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Vervio (Vèrv in dialetto valtellinese) è un comune italiano di 206 abitanti della provincia di Sondrio in Lombardia. Il comune si trova a 8 km da Tirano, lungo il fiume Adda e ai piedi del monte Masuccio (2.816 m s.l.m.)
Il borgo, sorto intorno all'anno 1000, fu un feudo della famiglia Venosta. Successivamente alle dipendenze della pieve di Mazzo, ne seguì le medesime vicende politiche. Pur essendo un piccolo borgo di natura prettamente rurale, vi si conservano alcuni resti di dimore signorili, appartenute alla famiglia Lavizzari.
«Stemma troncato con ambo le estremità semipotenziate-oblique all'ingiù: nel primo partito di cannellato e oro, al capro selvatico passante di rosso, sostenuto dalla troncatura ed attraversante la partizione, accompagnato in capo a sinistra da tre frecce del primo, poste in fascia l'una sull’altra con le punte a destra; nel secondo controfasciato d'oro e di cannellato, ogni pezza ripetente il parallelismo del tratto troncante.[5]»
Dal centro abitato è possibile salire sino alla contrada di Rogorbello (750 m s.l.m.), caratterizzata dalla presenza di una chiesa barocca dedicata a San Sebastiano. Di qui si raggiunge la località Le Piane, dove sorgono alcune baite abitate prevalentemente durante la stagione estiva. Proseguendo, la strada carrabile porta ai maggenghi di Susen, dove sorge una chiesetta edificata nel 1948 e intitolata alla Madonna delle Grazie; a costei è dedicata la sagra popolare (Festa di Susen), molto seguita dagli abitanti, che si svolge la prima domenica di agosto. Proseguendo lungo la strada completamente asfaltata si possono raggiungere la malga e il rifugio di Alpe Schiazzera (2050 m s.l.m.), meta escursionistica frequentata nei mesi estivi. Il rifugio, di proprietà del Comune, è il frutto della ristrutturazione avvenuta nel 1997 di una ex caserma della Guardia di Finanza. L'attività delle Guardie di Finanza fu molto intensa negli anni del contrabbando, perché l'Alpe offriva agli "spalloni" un passaggio relativamente facile alla Val Poschiavo (attraverso il passo del Portone) ed alla vicina Valle Piana, laterale della Val Grosina occidentale, dalla quale si può nuovamente e facilmente passare, per diverse vie, alla Val Poschiavo.
Percorrendo i sentieri che si dipartono dall'Alpe Schiazzera è possibile raggiungere la Val Grosina (mediante il sentiero Italia), i laghi di Schiazzera e, come si diceva, la Val Poschiavo, in territorio svizzero.
Abitanti censiti[6]