Volvo Cars
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La sede di Volvo a Göteborg
StatoBandiera della Svezia Svezia
Forma societariaSocietà per azioni
Borse valoriOMXVOLV B
Fondazione1927 a Göteborg
Fondata da
  • Gustav Larson
  • Assar Gabrielsson
Sede principaleGöteborg
GruppoGeely Automobile
ControllateLynk & Co (30%)
Polestar (48.3%)
Persone chiave
  • Li Shufu (Presidente)
  • Jim Rowan (Presidente e A.D.)
SettoreAutomobilistico
Prodottiautomobili
Fatturato210,9 miliardi di SEK (2017)
Utile netto7 miliardi di SEK (2016)
Slogan«Designed around you.»
Sito webwww.volvocars.com/

Volvo Cars, chiamata anche VOLVO, è una casa automobilistica svedese in attività come costruttore di automobili dal 1927.

Inizialmente parte del Volvo Group, il settore automobilistico ne è stato scisso, pur mantenendo il nome Volvo dal 1999 è diventato una società a capo della Ford[1], successivamente inglobato nel gruppo cinese Geely nel 2010.[2]

Storia

L'autobus Volvo B 615 (1958)

La Volvo fu fondata a Göteborg, in Svezia, nel 1927 come sussidiaria della SKF, fabbrica produttrice di cuscinetti a sfera, dai due soci ex-dipendenti Assar Gabrielsson e Gustav Larsson. Il marchio Volvo fu registrato per la prima volta proprio dalla SKF l'11 maggio 1915 con l'intenzione di utilizzarlo per una serie speciale di cuscinetti a sfera da esportare nel mercato americano, ma non venne mai utilizzato. Venne ripreso nel 1927 per le automobili, dal momento che il termine latino "volvo", termine indicante movimento, dinamicità, poteva adattarsi molto bene anche alla produzione di autovetture.

Il nome Volvo deriva dal latino volvere (‘rotolare’, ‘scorrere’) e venne scelto in quanto uno dei due soci fondatori aveva lavorato per la fabbrica di cuscinetti a sfera SKF, che divenne uno dei loro primi clienti. Il simbolo Volvo rappresenta l'antico simbolo alchemico del ferro, scelto per simboleggiare la resistenza dell'acciaio di ottima qualità utilizzato in Svezia per la produzione di auto. La linea diagonale, attraverso la griglia, fu adottata poco dopo per fissare il simbolo attuale al radiatore. Fin dagli albori al centro delle attenzioni della Volvo c'era la sicurezza.

La prima autovettura Volvo venne prodotta il 14 aprile 1927, e venne chiamata ÖV 4. La produzione continuò con automobili progettate per resistere alle dure condizioni climatiche e ambientali svedesi. In seguito il gruppo Volvo si è espanso in altri settori, come gli autocarri (oggi Volvo è il secondo produttore al mondo di autocarri pesanti), autobus, macchine movimento terra, trattori agricoli, motori marini, ecc. Nel 1964 la Volvo aprì la fabbrica di Torslanda, ancora oggi uno dei suoi più importanti impianti di produzione, dove vengono assemblati i fuoristrada e le auto di classe elevata. Nel 1965, venne aperto un impianto di produzione a Gand (Belgio), attualmente il secondo impianto della Volvo per importanza, dove vengono prodotte principalmente le auto di fascia medio bassa e alcune delle più importanti numericamente.

Gli inizi degli anni settanta segnarono eventi importanti nella storia aziendale, con l'acquisto, nel 1975, del comparto costruzione automobili dell'olandese DAF e con la firma di una joint-venture con Peugeot e Renault per la progettazione e costruzione di un motore di successo, il PRV, adottato poi da molte altre auto, ad esempio l'italiana Lancia Thema. Nel 1989, venne aperto un nuovo impianto a Uddevalla, in cooperazione con la Pininfarina, dove vengono principalmente prodotte le auto di nicchia. Nel 1999 il gruppo Volvo vende la sua divisione autovetture al gruppo Ford Motor Company.

Dall'inizio del 2009 cominciarono a circolare voci sulla vendita da parte della Ford a una delle aziende cinesi del settore automobilistico[3]. Nel dicembre 2009 è stata diffusa la notizia che Ford e la cinese Geely hanno trovato un accordo per la vendita stessa, da perfezionarsi nel primo trimestre del 2010[4]. L'annuncio ufficiale della cessione è stato rilasciato da Ford il 28 marzo 2010 e si è perfezionato entro il terzo trimestre 2010; l'accordo di cessione prevedeva il pagamento a Ford di 1,8 miliardi di dollari in contanti.[5] La Commissione Europea e il ministero del commercio cinese approvano l'accordo in luglio 2010. In agosto 2010, Geely compie la più grande acquisizione oltremare per un'azienda automobilistica cinese.

Stefan Jacoby, ex amministratore delegato in Volkswagen America, diventa presidente e amministratore delegato di Volvo Car Corporation il 16 agosto 2010, sostituendo Stephen Odell, che era amministratore delegato di Ford Europe. Li Shufu diventa presidente del consiglio di amministrazione di Volvo Cars. Nel 2012 Håkan Samuelsson, ex presidente della società tedesca MAN, diventa nuovo presidente di Volvo Cars.Nel 2019, per la prima volta nella sua storia, il gruppo ha superato la soglia di 700.000 veicoli venduti.

Il settore auto

Una Volvo 240 Station wagon

Le vetture Volvo sono quasi tutte berline e familiari e solo recentemente allroads e SUV.

La Volvo è considerata l'artefice della diffusione (perlomeno a livello europeo) della vettura Familiare (o Station Wagon) con l'introduzione del modello 240 (1975 - 1993) che pur prodotto in versioni più o meno rare che spaziano dalla coupé alla Familiare (242, 244, Turbo, 264, 265) deve la sua notorietà al modello 245 che in svariate versioni cambierà la percezione del veicolo Station Wagon da mezzo di lavoro a mezzo per la famiglia.

La produzione Volvo si caratterizzava per auto a trazione posteriore con motore longitudinale, linea tecnica che venne prima deviata con l'introduzione della serie "400" (480, 440, 460) e abbandonata con la comparsa della Volvo serie 850 che segnò il passaggio della Volvo alle trazioni anteriori e alle 4 ruote motrici con motore disposto trasversalmente.

La Volvo produce auto che si collocano nel cosiddetto segmento premium, in concorrenza con Audi, BMW, Cadillac, Infiniti, Jaguar, Mercedes-Benz e Lexus. Volvo ha 2.500 concessionarie distribuite in 100 Paesi di tutto il mondo, e il 60% della produzione viene venduto in Europa, il 30% nel Nord America, il restante 10% nel resto del Mondo.

Dopo essere divenuta parte della multinazionale Ford la Volvo ha incominciato a produrre versioni basate su meccaniche in comune con le altre aziende del gruppo e vetture dotate di motori bifuel.

Modelli di autovetture

I primi anni

Volvo PV544 - "Buckelvolvo"
Volvo P1800 del 1961

Modelli a tre cifre

A partire dalla Volvo 140 del 1968 la Volvo utilizzò un sistema a tre cifre per definire i propri modelli, in cui la prima cifra indica la serie della vettura, la seconda il numero dei cilindri del propulsore e la terza il numero di portiere, 5 nel caso di station wagon. Così ad esempio la Volvo 164 è una serie 100, con propulsore a 6 cilindri e carrozzeria berlina a quattro porte. Ci furono tuttavia delle eccezioni, ad esempio la Volvo 780 era una coupé a due porte con motori a 4 e 6 cilindri, mentre la 760 ebbe anche motori sovralimentati a 4 cilindri. Alcune 240 ebbero poi motori a 6 cilindri. Negli ultimi anni l'ultima cifra non venne più utilizzata, così ad esempio la sigla 740 identificava sia le berline sia le station wagon, mentre rimase sulle targhette identificative del veicolo.

Volvo 240 del 1985

Modelli a denominazione corrente

A partire dal restyling della Volvo 850, si ebbe una mutazione anche nelle sigle identificative dei veicoli, così oggi i modelli sono definiti da una o due lettere seguite da due cifre, in cui la seconda è sempre uno zero. La lettera S definisce le sedan ovvero le berline a quattro porte, la lettera V sta per versatility e definisce le station wagon, la lettera C indica le coupé o le vetture a due porte, mentre la sigla XC definisce i SUV e le vetture con la caratterizzazione fuoristradistica.

Prototipi

Volvo e la sicurezza automobilistica

Elenco delle innovazioni inerenti alla sicurezza automobilistica introdotte da Volvo.

Note

  1. ^ repubblica.it, http://www.repubblica.it/online/fatti/volvo/volvo/volvo.html.
  2. ^ quattroruote.it, https://www.quattroruote.it/news/industria/2010/08/02/ora_la_volvo_è_tutta_di_geely.html.
  3. ^ Articolo di Omniauto, su omniauto.it.
  4. ^ Lancio agenzia AGI Archiviato il 7 marzo 2016 in Internet Archive.
  5. ^ Borsa Inside [collegamento interrotto], su borsainside.com.

Altri progetti

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