Esempi di dischi 78 giri di origine congolese

Il 78 giri è stato il primo tipo di disco fonografico e fu inventato da Emile Berliner nel 1889.[1] La semplicità di produzione, trasporto e immagazzinamento di questi dischi permise loro di soppiantare già agli inizi del 1900 il cilindro fonografico (primo supporto audiofonico introdotto da Thomas Edison, inventore del fonografo). Rimase lo standard di riproduzione audio fino alla fine degli anni '40 quando i dischi in vinile a microsolco, basati sul medesimo principio tecnico ma di qualità e durata assai maggiori, lo resero obsoleto, per poi porre fine alla loro produzione intorno al 1960.

Caratteristiche

Etichetta di disco 78 giri 1911

Il nome deriva dalla velocità di rotazione del disco, circa 78 giri al minuto; avevano per lo più un diametro di dieci pollici (circa 25 centimetri) o dodici pollici (circa 30 centimetri).[2] Vennero realizzati con diversi materiali tra cui il vetro o una lamina di metallo rivestita di cera,[3] in seguito la resina di gommalacca diventò il materiale più comune.[4] Durante e dopo la seconda guerra mondiale, quando le forniture di gommalacca erano estremamente limitate, alcuni dischi a 78 giri vennero stampati in vinile.[4]

La registrazione del segnale audio era realizzata per mezzo di un solco a spirale archimedea che, partendo dal bordo esterno del disco, raggiungeva la zona interna, occupata dall'etichetta. La forma di tale solco veniva modulata con il segnale da registrare e ne riproduceva più o meno fedelmente l'andamento. Per ascoltare un disco a 78 giri serve un giradischi che supporti questa velocità, munito di una puntina di zaffiro o diamante per il solco normale (non micro), in alternativa può essere ascoltato con il classico grammofono munito di puntine di acciaio.

Rispetto ai successivi dischi a microsolco in vinile a 33 giri e 45 giri, oltre alla maggiore velocità di rotazione sono caratterizzati da una dimensione del solco maggiore (circa il triplo) e, per questi motivi, la capacità della traccia audio registrata è di pochi minuti per lato. Inoltre non erano incisi secondo la curva di equalizzazione standard RIAA adottata per i successivi dischi microsolco in vinile, pertanto il loro suono, ascoltato con un amplificatore moderno, risulta innaturale (essenzialmente carente negli acuti). La quasi totalità dei 78 giri venne registrata in monofonia, anche se nel 1945 la RCA fece alcuni esperimenti di dischi stereofonici (per esempio con il brano Cool water del gruppo country & western The Sons of the Pioneers).

Generalmente i dischi a 78 giri pubblicati da artisti di popular music avevano un diametro di 10", mentre i dischi di opere o musica colta erano da 12".

Storia

Aiuto
Disco pubblicitario (info file)
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Disco pubblicitario Columbia Italiano, anni venti

Disco dimostrativo (info file)
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Disco dimostrativo Columbia Double Disc Record (disco a doppia faccia del 1914); la rimozione del rumore di fondo ha causato la comparsa di artefatti nell'audio.

Disco a 78 giri riprodotto da un grammofono (info file)
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Emile Berliner concepì il disco con solchi a piastra circolare nel 1887. Nel 1894 Berliner iniziò a produrre dischi a 78 giri sotto l'etichetta Berliner Gramophon, entrando in concorrenza con i cilindri prodotti da Edison; fu allora che fissò la velocità di rotazione dei suoi dischi a circa 70 giri al minuto. Alla fine del XIX secolo e nei primi anni del XX secolo, la velocità di rotazione non era uguale per tutti i dischi prodotti dalle varie case discografiche. Fra il 1915 e il 1918, ad esempio, la casa discografica Edison realizzò dei dischi ad 80 giri,[5][6] imitata poi da altre etichette come la Columbia.[7] Solo nel 1925 la velocità fu ufficialmente standardizzata a 78 giri al minuto (esattamente a 78,26).[4][8]

I primi dischi a 78 giri erano incisi con strumenti meccanici e su una sola facciata. La tecnica di incisione consisteva in un convogliatore a cono che concentrava i suoni su una sottile membrana le cui vibrazioni, tramite uno stilo, incidevano lo strato ceroso depositato sul disco matrice, mentre questo ruotava e contemporaneamente traslava longitudinalmente per creare la spirale. In seguito, nelle sale di incisione, si diffusero i microfoni elettrici ma sempre corroborati da strumentazioni meccaniche. Solo dopo il 1925 le incisioni dei 78 giri vennero eseguite con apparecchiature elettriche, che permettevano una qualità sonora migliore.

In Italia la prima registrazione documentata di un disco a 78 giri avvenne l'11 aprile 1902 al Grand Hotel et de Milan di via Manzoni,[9] a Milano, per l'azienda Gramophone Company; si trattava di dieci brani operistici cantati dal tenore italiano Enrico Caruso, con l'accompagnamento al pianoforte di Salvatore Cottone.[10]

Nel 1904 la Odeon tedesca iniziò a produrre i primi dischi a doppia facciata, per il quale tentò invano di far valere i diritti esclusivi. Nel 1908 la Columbia Records iniziò a produrre 78 giri a doppia facciata denominati "Columbia Double disc record".[11]

La grande diffusione dei 78 giri si ebbe nell'immediato dopoguerra, dal 1946 al 1955, con molte aziende impegnate nel settore. In Italia vi erano aziende come Carisch (che distribuiva anche Odeon, Pathé, Parlophon, Vis Radio), Cetra, Fonit, RCA Italiana, La voce del padrone, Durium-Telefunken (italo-tedesca) e CGD.

Dopo il 1950 i dischi in gommalacca vennero soppiantati dai dischi in vinile, realizzati in PVC che, grazie alle migliori caratteristiche tecniche del materiale di supporto ed alla diversa tecnica di incisione, avevano prestazioni superiori di fedeltà e durata. Gli ultimi dischi a 78 giri risalgono alla prima metà degli anni sessanta, si tratta per lo più di prodotti sudamericani o asiatici o di edizioni di etichette occidentali per i Paesi di queste aree (come nel caso dei primi singoli dei Beatles editi a 78 giri per il mercato asiatico).

Note

  1. ^ Memorizzazione su disco: disco fonografico, su disco, Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato il 7 maggio 2020).
  2. ^ (EN) 78 RPM Records, su vinylvirgins.com, 25 agosto 2019. URL consultato il 6 ottobre 2023.
  3. ^ Ernesto Cauda, Grammofono, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
  4. ^ a b c The history of 78 RPM recordings, su web.library.yale.edu. URL consultato il 12 novembre 2014.
  5. ^ Dischi a 80 giri "Edison", su carlocasale.it, 2 marzo 2013. URL consultato il 10 gennaio 2017.
  6. ^ Stefano Pogelli, Chi li ha mai visti?, in Vinile, n. 5, dicembre 2016, p. 118.
  7. ^ Maurice Ravel, Lettere, a cura di Arbie Orenstein e Enzo Restagno, Torino, EDT, 1998, p. 339, ISBN 88-7063-316-0.
  8. ^ Sergio Canazza, Mauro Casadei e Turroni Monti, Ri-mediazione dei documenti sonori, Forum Edizioni, 2006, ISBN 88-8420-218-3.
  9. ^ (EN) History, su grandhoteletdemilan.it. URL consultato il 12 febbraio 2021.
  10. ^ Vito Vita, Musica solida - Storia dell'industira del vinile in Italia, su books.google.it, 11 settembre 2019. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  11. ^ Columbia Corporate History: Double-Discs, su adp.library.ucsb.edu. URL consultato il 26 dicembre 2014.

Voci correlate

Altri progetti

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