Aborto spontaneo | |
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Embrione umano a circa sei settimane dopo il concepimento | |
Specialità | Ostetrica, ginecologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 634634 |
ICD-10 | O03 |
OMIM | 614389 |
MeSH | D000022 |
MedlinePlus | 001488 |
L'aborto spontaneo, noto anche come perdita della gravidanza, è la morte naturale di un embrione o del feto prima che esso sia in grado di sopravvivere in maniera indipendente.[1][2] Talvolta, per parlare di feto morto, si considera un tempo superiore alle 20 settimane di gestazione.[2] Il sintomo più comune di un aborto spontaneo è il sanguinamento vaginale.[1] Ciò può avvenire con o senza dolore.[1] Tessuti o coaguli possono anche fuoriuscire dalla vagina.[3] A livello psichico possono riscontrarsi anche ansia, depressione e senso di colpa.[4]
Si raccomanda di non usare il termine "aborto" parlando con coloro che subiscono un aborto spontaneo, nel tentativo di diminuire il disagio.[5]
L'aborto spontaneo rappresenta la complicanza più comune della gravidanza.[6] Tra le donne consapevoli di essere in stato di gravidanza, il tasso di aborto spontaneo varia da circa il 10% al 20%, mentre i tassi in tutti i concepimenti variano tra il 30% e il 50%.[1][7] Circa il 5% delle donne hanno due aborti di fila.[8]
I fattori di rischio per l'aborto spontaneo possono essere, tra gli altri, l'età avanzata della madre o del padre, un precedente aborto spontaneo, l'esposizione al fumo di tabacco, l'obesità, il diabete, l'alcolismo e la tossicodipendenza.[7][9] In coloro di età inferiore ai 35 anni il rischio è di circa il 10% mentre sale a circa il 45% in quelli di età superiore ai 40.[1] Il rischio inizia ad aumentare intorno all'età di 30 anni.[7]
Circa l'80% degli aborti si verifica nelle prime 12 settimane di gravidanza (primo trimestre).
La causa alla base di circa la metà degli aborti spontanei è da ricercarsi in anomalie cromosomiche. Altre condizioni che possono produrre sintomi simili includono una gravidanza ectopica e l'emorragia dell'impianto.[1]
La diagnosi di un aborto spontaneo può comportare un controllo per stabilire se la cervice è aperta o chiusa, test dei livelli ematici di gonadotropina corionica umana e una ecografia.[10]
La prevenzione è a volte possibile grazie ad una buona cura prenatale. Questo può comportare la prevenzione dalla tossicodipendenza e dell'alcolismo, dalle malattie infettive e dalle radiazioni.[11]
Nessun trattamento specifico è di solito necessario durante i primi 7-14 giorni.[9][12]
La maggior parte delle donne ha un aborto spontaneo, senza interventi.[9] Di tanto in tanto è richiesta l'assunzione di misoprostol o ricorrere ad una procedura nota come dilatazione e raschiamento per rimuovere i resti della gravidanza non riuscita.[12]
Le donne che hanno un fattore Rh negativo possono richiedere immunoglobuline anti-D.[9] Possono essere utili antidolorifici e un sostegno emotivo.[12]