Andrea Briosco, Aristotele e Alessandro di Afrodisia, placchetta del XVI secolo, Bode-Museum

Alessandro di Afrodisia (Afrodisia, ... – ...; fl. fine II secolo/inizi III secolo) è stato un filosofo greco antico, uno dei maggiori commentatori aristotelici dell'antichità.

Biografia

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Commentaria in Analytica priora Aristotelis, 1549

Non si sa quasi nulla della vita di Alessandro; il nome di suo padre era Ermia, l'unica testimonianza diretta è la dedica agli imperatori Settimio Severo e Caracalla della sua opera Il destino: «Era tra le mie aspirazioni, grandissimi imperatori Severo e Antonino, venire di persona da voi, vedervi, indirizzarvi un discorso e ringraziarvi per tutto quello che da voi ho così spesso ricevuto, dal momento che ho sempre ottenuto quello che desideravo, insieme alla prova di esserne degno».[1]

La dedica agli imperatori Settimio Severo e Caracalla, quest'ultimo associato all'impero dal 198, e il fatto che non venga menzionato Geta, associato anch'egli all'impero ma soltanto dal 209, dimostra che quell'opera fu composta tra il 198 e il 209.[2] Egli scrive ancora che «il libro contiene la posizione di Aristotele, della cui scuola filosofica sono a capo»,[3] che ha fatto ritenere che Alessandro insegnasse allora in una delle quattro cattedre di filosofia[4] istituite ad Atene da Marco Aurelio nel 176.[5]

Suoi maestri[6] furono certamente un allievo di Aspasio, Ermino,[7] e Sosigene;[8] si è fatto anche il nome di Aristocle di Mitilene[9]. Non ci sono testimonianze sufficienti per includere anche Adrasto d'Afrodisia.[10]

Il suo lavoro rappresenta sia il periodo di massimo splendore che la fine della serie di commentatori che hanno spiegato Aristotele esclusivamente sulla base dei testi aristotelici. Con Alessandro si conclude la serie dei commentatori 'peripatetici' (iniziata con Andronico di Rodi) che hanno spiegato "Aristotele partendo da Aristotele". I commenti di Alessandro hanno avuto un ruolo fondamentale nella filosofia araba, che ha influenzato l'Occidente latino dopo la rinascita dell'aristotelismo nel Medioevo.

Opere

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Commentaria in meteorologica Aristotelis, edizione del 1548

Alessandro era uno scrittore prolifico: ha commentato i trattati e le opere sistematiche di Logica, Metafisica, Fisica e Meteorologia, ma non ha scritto commentari alle opere di Aristotele su Etica, Politica, Poetica o Retorica. Alessandro segue i testi aristotelici abbastanza coscienziosamente, spesso si concentra su alcuni punti e alcuni passaggi, mentre su altri passa sopra con brevi osservazioni; sceglie gli argomenti da approfondire con molta cura: le parafrasi sono interrotte da precisazioni terminologiche e, talvolta, nei punti cruciali, da note sulle letture divergenti in diversi manoscritti, con una giustificazione della propria preferenza per le parole originali di Aristotele.

Come filosofo invece, presenta nei suoi scritti un punto di vista aristotelico che riflette le condizioni del suo tempo, su questioni che non sono o non sono state ampiamente discusse da Aristotele.

Commenti alle opere di Aristotele
Altre opere

Manoscritti

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Edizioni

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antiche
moderne

Traduzioni italiane

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Studi

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Note

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  1. ^ Alessandro di Afrodisia, Trattato sul destino e da tutto ciò che dipende da noi. Dedicato agli imperatori, I 164.
  2. ^ A meno che il nome di Geta non sia stato depennato dalla tradizione manoscritta, secondo l'ordine di damnatio memoriae di Caracalla, che lo fece uccidere dopo la morte del padre, circostanza che porterebbe il limite della composizione dello scritto al 211. Cfr. Silvia Fazzo, introduzione a La provvidenza, 1998, p. 72-73.
  3. ^ Alessandro di Afrodisia, cit., I 164.
  4. ^ In modo da insegnare separatamente la filosofia aristotelica, platonica, stoica ed epicurea.
  5. ^ Cassio Dione, Storia romana LXXII, 31: «Quando Marco andò ad Atene e fu iniziato ai Misteri, non solo onorò gli ateniesi ma, a beneficio di tutto il mondo, vi stabilì insegnanti in ogni campo della conoscenza, garantendo loro un salario annuale». Luciano, Eunuco III, 8 riporta che lo stipendio ammontava a 10.000 dracme. Vedi anche Filostrato, Vite dei sofisti 566.
  6. ^ Sull'argomento vedere: Robert W. Sharples, "The School of Alexander?", in Richard Sorabji (ed.), Aristotle Transformed. The Ancient Commentators and Thier Influence, Ithaca, Cornell University Press, 1990, pp. 83-111.
  7. ^ Simplicio, In Aristotelis De caelo commentaria p. 430, righe 32-33.
  8. ^ Alessandro di Afrodisia, In Aristotelis Meteorologicorum libros commentaria, p. 143, righe 12-13.
  9. ^ "Alessandro potrebbe dunque essere stato allievo di Aristotele di Mitilene fra il 175 e il 180 d.C. Si hanno anche conferme da Elia [di Alessandria, IV-V secolo] e da Siriano." Giovanni Reale, "Introduzione" a P. Moraux, L' Aristotelismo presso i Greci: Gli Aristotelici nei secoli I e II d.C., (volume II, tomo I) Milano, Vita e Pensiero, 2000, p. XIX:
  10. ^ "Citato nei commenti alle Categorie di Simplicio e di Elia, è menzionato anche nel commento alla Fisica [di Simplicio]. Ma da nessuna fonte apprendiamo che era il maestro di Alessandro." Pierre Thillet, "Introduction" a Alexandre d'Aphrodise, Traité du destin, Parigi, Les belles Lettres, 1984, p. XXXII:

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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