Anabasi
Titolo originaleΚύρου Ἀνάβασις
Copertina di una traduzione inglese dell'opera
AutoreSenofonte
1ª ed. originaleIV secolo a.C.
Editio princepsFirenze, Filippo Giunti, 1516
Generestoriografia
Lingua originalegreco antico

L'Anàbasi, o più propriamente l'Anabasi di Ciro (in greco antico: Κύρου Ἀνάβασις?, Kýrou Anábasis, 'spedizione di Ciro verso l'interno') è la più celebre opera dello storiografo greco Senofonte. Risalente al IV secolo a.C., il testo narra del tentativo di Ciro il Giovane di impossessarsi del trono di Persia.

Trama

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Il percorso dei Diecimila dell'Anabasi di Senofonte

Senofonte era uno dei Diecimila, un'armata di mercenari greci assoldata da Ciro il Giovane, il cui scopo era usurpare il trono di Persia al fratello Artaserse II. Anche se l'armata dei mercenari fu vittoriosa nella battaglia sostenuta a Cunassa contro l'esercito dell'imperatore, Ciro non sopravvisse allo scontro, e la sua morte privò la spedizione di ogni senso: i Greci, penetrati troppo a fondo nel territorio nemico, dovettero così ritirarsi verso un porto sicuro, in un ripiegamento che si preannunciava lunghissimo e pieno di insidie.

Il testo narra infatti di come il generale greco Clearco e una quantità di suoi ufficiali furono uccisi o catturati per il tradimento ordito da Tissaferne, e di come lo stesso Senofonte, ritrovatosi generale, lui che non si riteneva nemmeno soldato, abbia concentrato i propri sforzi nell'incoraggiamento dei soldati, guidando l'armata sbandata nel lungo viaggio, durato più di un anno, verso il "Ponto Eusino" (attuale Mar Nero).

Giunto finalmente sulla costa del Mar Nero, presso Trapezunte (Trebisonda) con il famoso grido "Thálatta! Thálatta!" ("Θάλαττα! θάλαττα!", corrispondente all'italiano "Mare! Mare!"), vedrà però il fallimento dei suoi propositi di diventare l'ecista di una nuova colonia ellenica e dopo numerose peripezie porterà l'armata a combattere per il re di Tracia Seute II, e infine la consegnerà, a Pergamo, al generale spartano Tibrone che stava allestendo un esercito per una nuova guerra contro i Persiani.

Suddivisione dell'opera

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L'opera, priva di un proemio, è convenzionalmente suddivisa in sette libri. Tale ripartizione, divenuta tradizionale, non è opera di Senofonte ma fu introdotta successivamente. Aggiunte posteriori sono anche i riassunti dei fatti precedenti che precedono ogni libro[1].

Lingua e stile

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Per tradizione didattica, l'Anabasi è uno dei primi testi integrali che vengono esaminati dagli studenti di greco antico, grazie allo stile asciutto e lineare che traspare anche nelle traduzioni; per analogia, è da considerarsi come il De bello Gallico per gli studenti di latino.

L'asciuttezza e la sobrietà della sua scrittura, apprezzata fin dall'antichità, soprattutto dal tardo ellenismo, in maniera sempre crescente, attraverso l'età imperiale e fino alla tarda antichità[2], ne fecero col tempo un modello di purezza della prosa attica. Questa fortuna tuttavia è in parte frutto di un fraintendimento. La lingua in cui egli scrive non è infatti rigidamente riconducibile a modelli di purezza linguistica attica[2], ma sfoggia una straordinaria ricchezza di vocaboli assenti negli altri autori attici, frutto dei suoi contatti con la Laconia e con l'Asia[3]. La sua opera offre una varietà di inflessioni aperte tanto a coloriture doriche che a influenze ioniche[3]. Questi retaggi linguistici, provenienti dalla sua esperienza cosmopolita e dalla frequentazione della letteratura tecnica e periegetica, conferiscono alla sua lingua un carattere che farà di lui un anticipatore della koinè ellenistica[2].

Intenti apologetici

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L'affinità con l'opera di Cesare non si ferma allo stile ma si estende all'altro importante aspetto che accomuna, in maniera non casuale, la narrazione di Senofonte al resoconto redatto da Cesare sulle sue campagne galliche: la preoccupazione apologetica che percorre la narrazione e si sovrappone allo spunto autobiografico, dando ragione delle deformazioni, esagerazioni e omissioni che caratterizzano entrambi gli scritti.[4]

Senofonte e la letteratura biografica

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Nel redigere la sua opera, non potendo avvalersi di modelli o precursori, Senofonte inaugurava un genere nuovo. Arnaldo Momigliano, nel riconoscere a Senofonte la primogenitura di un modello autobiografico e apologetico, coglieva, insieme all'originalità, anche l'insita contraddittorietà di un simile approccio che non mancherà però di dispiegare la sua influenza su Cesare e gli scrittori successivi:

«[...] l'Anabasi divenne un modello sia per il suo carattere autobiografico, sia per lo sforzo compiuto per mascherarlo. Gli scritti di memorialisti di epoche posteriori, a partire da Cesare, debbono molto a questa impostazione duplice e in parte contraddittoria.»

Terminologia

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Il termine greco "anàbasi" significa letteralmente "risalita" (da ἀνά, "sopra", e βαίνω, "andare"), ed è contrapposto al termine "catàbasi", che significa letteralmente "discesa" (da κατά, "sotto", e βαίνω, "andare").

L'avventura descritta da Senofonte, sebbene la spedizione di Ciro sia di per sé un'anàbasi che parte dalle coste del Mar Egeo fino al cuore dell'Asia medio-orientale, è per la maggior parte un resoconto del periglioso cammino dei 10 000 che parte dalla regione di Babilonia e termina sul Mar Nero.

Adattamenti moderni

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Valerio Massimo Manfredi ha scritto un libro intitolato L'armata perduta, strettamente collegato all'Anabasi ma raccontato dal punto di vista di una donna, Abira, innamorata di Senofonte.

All'Anabasi si è ispirato anche Sol Yurick nella scrittura del romanzo I guerrieri della notte (1965)[5], dal quale Walter Hill ha tratto il film I guerrieri della notte (The Warriors, 1979), che racconta come una piccola gang rimasta isolata e accusata di un omicidio dopo un raduno di bande cerchi, con un lungo e pericoloso viaggio, di tornare verso casa. Il cammino, tutto notturno, è segnato da scontri e inseguimenti, e la salvezza coincide con l'alba e il raggiungimento del mare e del proprio quartiere (Coney Island, New York), così come i soldati di Senofonte raggiunsero Trebisonda sul Mar Nero.

Edizioni italiane

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Note

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  1. ^ Albin Lesky, Storia della letteratura greca (trad. di Fausto Codino, vol. II, Il Saggiatore, 1984 (p. 762)
  2. ^ a b c Albin Lesky, Storia della letteratura greca (trad. di Fausto Codino, vol. II, Il Saggiatore, 1984 (p. 768)
  3. ^ a b Aristide Colonna, La letteratura greca, Lattes, 1973 (p. 423)
  4. ^ Fiorenza Bevilacqua (a cura di), Anabasi, UTET, p. 143..
  5. ^ Franco Lonati, Un’anabasi metropolitana - The Warriors di Sol Yurick., in L'Analisi linguistica e letteraria, aprile 2014, pp. 88.
  6. ^ per l'Anabasi

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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