Anastasio

Patriarca ecumenico di Costantinopoli
Elezione730
Fine patriarcato754
PredecessoreGermano I
SuccessoreCostantino II
 
Nascita?
Mortegennaio 754

Anastasio (... – gennaio 754) è stato un arcivescovo bizantino, patriarca di Costantinopoli dal 730 al 754.

Biografia

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Di origini siriache, sembra che il suo vero nome di battesimo fosse Eirenaios:[1] una fonte lo definisce infatti "di nome Eirenaios, soprannominato Anastasio". Discepolo e sincello del patriarca di Costantinopoli Germano I, secondo il resoconto di parte del cronista Teofane Confessore, Anastasio ricevette dall'Imperatore Leone III la promessa che sarebbe diventato patriarca nel caso Germano I non avesse accettato l'iconoclastia.[2] Secondo un resoconto non credibile di Teofane, Germano "alluse, con dolcezza, al tradimento", trattandolo come se fosse il "nuovo Iscariota"; ma "vedendolo persistere ineluttabilmente nel suo errore", un giorno gli disse, mentre si recava all'Imperatore e nel momento in cui Anastasio gli aveva calpestato le stola, «Non aver fretta, Anastasio: passerai certo in tempo per il Dihippion»; Teofane aggiunge che la profezia poi si avverò: infatti nel 743 Anastasio sarebbe stato punito da Costantino V passando proprio per il Dihippion.[2]

Il 22 gennaio 730, in seguito alle dimissioni del patriarca Germano I per non aver voluto accettare la politica iconoclasta dell'Imperatore, Anastasio fu nominato patriarca di Costantinopoli;[2] poiché appoggiava l'iconoclastia, la sua lettera sinodica a papa Gregorio II venne respinta dal Pontefice, che gli intimò di abbandonare l'eresia.[3] Il successivo pontefice, papa Gregorio III, scrisse ad Anastasio e all'Imperatore, attaccando la loro politica iconoclasta: a dire del pontefice, era «invasor sedis Constantinopolitanae» (cioè, non era un patriarca legittimo, che aveva occupato illegalmente il proprio seggio).[4] Lo stesso papa lo anatemizzò.[5] Secondo la Vita di Stefano, fu durante il patriarcato di Anastasio che avvenne la rimozione della Chalke; secondo Teofane, ciò avvenne invece nel 726, durante il patriarcato di Germano I.

Nel 741 Leone III perì; gli succedette il figlio Costantino V, che nel 742 dovette però affrontare una seria usurpazione: Artavasde, suo cognato, infatti, diffuse la voce che Costantino V fosse stato ucciso in battaglia dagli Arabi; il Patriarca Anastasio, credendogli, pare abbia accolto la notizia con gioia e abbia anatemizzato Costantino V, per poi incoronare imperatore Artavasde; l'anno successivo (743) Anastasio incoronò imperatore anche il figlio di Artavasde, Niceforo.[6] Costantino V, in realtà, era ancora vivo e, con il supporto di alcuni temi, riuscì a sconfiggere l'usurpatore e a rientrare nella capitale; Anastasio fu punito abbastanza duramente dall'Imperatore per l'appoggio dato all'usurpatore: fu picchiato e umiliato, costretto a passare per il Dihippion all'indietro a dorso di un asino, ma mantenne comunque la carica perché sostenitore della politica iconoclasta dell'Imperatore.[7]

Secondo Teofane (ma probabilmente è una distorsione storica), Anastasio sarebbe stato costretto da Costantino V a giurare sulla reliquia della Vera Croce che avrebbe rifiutato l'idea secondo cui Gesù Cristo, figlio di Maria, era figlio di Dio.[8] Il 6 giugno 751 incoronò il figlio di Costantino V, Leone, imperatore il giorno di Pentecoste.[9]

Note

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  1. ^ Vita Steph. Sugd. Armen. 868
  2. ^ a b c Teofane, AM 6221.
  3. ^ Liber Pontificalis, 91.24.
  4. ^ Liber Pontificalis, 92.4.
  5. ^ Leone Grammatico, 177.21.
  6. ^ Teofane, AM 6233 e AM 6234.
  7. ^ Teofane, AM 6221, AM 6235.
  8. ^ Teofane, AM 6233
  9. ^ Teofane, AM 6241

Bibliografia

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Predecessore Patriarca di Costantinopoli Successore Germano I 730-754 Costantino II